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Cinema Montini, Armezzani: Che fine hanno fatto le finalità culturali e sociali?

Si riapre il Cinema Montini, finalmente. Ma le finalità culturali e sociali annunciati neanche un mese fa sulla stampa?

Una mia nota politica sull’argomento alla quale seguirà un’interpellanza in Consiglio Comunale.
Che fare del Cinema Montini da troppo tempo chiuso? Che fare delle numerose sollecitazioni che provengono dalle associazioni ma anche da professionisti per un progetto articolato per usare la struttura come contenitore di promozione culturale per convegni, concerti ma anche sala prove, laboratorio di sperimentazione e ricerca e tanto altro?

Lo scorso 11 febbraio l’Assessore Nataloni annunciava che il Comune stava elaborando un bando per pensare alla gestione dello storico Cinema “sia per proiezioni cinematografiche d’essai che per attività culturali più ampiamente intese. Per questo si stanno predisponendo gli atti per giungere a breve ad un uso per finalità culturali e sociali”.

Invece, il bando non esiste né si vede l’intenzione della Giunta di farne uno, e invece partorisce l’ennesimo atto abnorme di dubbia legittimità giuridica per spendere 19.480 euro con una imprecisata partecipazione di un’associazione fabrianese, che non si sa che tipo di lavoro dovrebbe fare. Non si sa chi aprirà la struttura, con quale personale, come sarà pagato eccetera.

Non c’è un programma culturale perché il cartellone di film pubblicizzati questi giorni non sono certo film d’essai (nota: dicasi essai film sperimentale, destinato a circuiti secondari, o appena uscito o pellicole ritirate dalla distribuzione), però fa molto figo dirlo. Anche dire “sociale” fa molto figo. Basta dirlo che poi farlo non serve. Di fatto è un cinema che fa film vendendo biglietti di ingresso a 5 euro.

Quelli di prima erano più bravi perché si faceva così: si chiamavano una o più associazioni che operano nel settore, si diceva loro “fate un progetto e chiedete un contributo che il Comune ci può mettere questi soldi”. Con il progetto le associazioni si impegnavano a garantire un servizio, coinvolgevano i propri soci, attivavano reti di collaborazione e così via. Il Comune approvava il progetto ed elargiva un contributo ai sensi del relativo Regolamento Comunale. Questo però richiedeva un minimo di pubblicità, uno straccio di negoziazione e una qualche parvenza di progettazione condivisa.

Ghergo non fa nulla di tutto questo: programmare, aprirsi ai cittadini, magari parlarci qualche volta, sono tutte attività che la infastidiscono. Quindi ci sarà di nuovo il cinema in centro, pagato due volte dai cittadini, una parte con i soldi del bilancio e una parte con il biglietto. Assomiglia molto alla faccenda dello Chalet dell’estate scorsa. Poco non è, è vero. Ai fabrianesi va bene accontentarsi delle buone intenzioni?

Lorenzo Armezzani