Presidente provincia Ancona, Carnevali: “La proposta di Beko non è accettabile”
“La proposta di Beko resta irricevibile, il territorio fabrianese, già provato da molteplici crisi negli ultimi anni, non può affrontarne una nuova di queste proporzioni”. Il Presidente della Provincia di Ancona, Daniele Carnevali, interviene sul caso Beko spiegando che la situazione si presenta ancora delicatissima. Ci sono due ordini di motivi, secondo Carnevali, “per cui la situazione creata da Beko è inaccettabile, uno di carattere identitario e culturale l’altro di natura economico sociale”. Identitario e culturale “perché ridimensionare drasticamente gli uffici sviluppo e progettazione dell’azienda nel territorio fabrianese, che è patria dell’elettrodomestico da sempre, significa offendere la storia e l’identità del territorio. Poi c’è l’aspetto economico in quanto, pur essendo vero che non esistono lavoratori di serie A e di serie B, la riduzione di 230 impiegati a Fabriano non ha lo stesso peso sociale oltre che numerico, dei 150 a Milano, dove il territorio è economicamente più solido ed esistono opportunità di ricollocazione ben diverse che nelle aree interne delle Marche.
“E’ vero che – prosegue Carnevali – nel comparto produttivo si è verificata una lieve riduzione degli esuberi su scala nazionale ed anche annunciati importanti investimenti, come nello stabilimento di Melano, ma non per gli uffici di sviluppo e progettazione dell’azienda dove non si è verificato alcun arretramento ed è questo che ci fa preoccupare enormemente. L’headquarter è stato messo profondamente in crisi e fanno bene i sindacati a respingere al mittente la posizione della Beko che ha dimostrato di non possedere una strategia complessiva per il futuro del nostro entroterra. Tre mesi fa abbiamo iniziato la battaglia contro gli esuberi, ora non possiamo che continuarla dimostrando di parlare tutti la stessa voce, senza divisione alcuna. Siamo per questo a chiedere al Governo un supporto fondamentale in questa vertenza ribadendo che i numeri presentati da Beko non sono assolutamente accettabili, per un territorio che ha già pagato pesanti dazi alle recenti crisi industriali del settore dell’elettrodomestico”.