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Ricostruzione edifici di culto della Diocesi: il punto della dottoressa Barbacci

Nel territorio della Diocesi di Fabriano-Matelica sono diversi i cantieri aperti per la ricostruzione degli edifici di culto danneggiati dal sisma del 2016. Cerchiamo di capire lo stato dell’arte con la dottoressa Laura Barbacci, Responsabile dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto.

Dottoressa, a che punto sono i lavori di ricostruzione post sisma degli edifici di culto nella nostra Diocesi?

Dopo il periodo iniziale della messa in sicurezza, terminato nel 2019/2020, siamo alla ricostruzione. Attualmente abbiamo in corso 23 procedimenti legati agli edifici di culto e quasi altrettanti per edilizia privata (edifici di civile abitazione). Le chiese hanno procedimenti più articolati, il confronto con la Sovrintendenza è stringente in quanto questi edifici sono strutturalmente più fragili. Le canoniche ed i palazzi hanno procedure un po’ più veloci ed infatti diverse sono tornate agibili e a disposizione delle comunità. A titolo esemplificativo cito la canonica di Colleponi e Catobagli, l’ex palazzo vescovile di Sassoferrato e Casa Sarti a Matelica.

Quante chiese del fabrianese sono in fase di ricostruzione e quante sono state di nuovo aperte ai fedeli?

A novembre scorso sono iniziati i lavori nella Chiesa di San Nicolò di Fabriano. Questo sarà un anno decisivo, perché finalmente alcune chiese sono arrivate all’apertura cantiere ed altre ritorneranno agibili tra la primavera e l’estate. Apripista è stato, nello scorso settembre, il Santuario del Cerro. È stato per la Diocesi un importante punto di arrivo, sia da un punto di vista procedurale che pastorale: il Santuario è oggetto di numerosi pellegrinaggi ed il fatto che è stato il primo a riaprire ci ha resi fiduciosi. C’è da aggiungere che senza il contributo della parrocchia e del parroco il risultato non sarebbe stato lo stesso. Hanno, infatti, contribuito al restauro dell’apparato decorativo, che non può accedere al contributo sisma e che sarebbe rimasto indietro.

Quali ostacoli e difficoltà avete riscontrato ad oggi, a partire dalla pubblicazione dell’ordinanza n.105 del 2020 che riguardava una semplificazione della ricostruzione degli edifici di culto?

Gli edifici di culto sono strutturalmente fragili e questo ci mette in condizioni di doverci confrontare, quasi quotidianamente, con la Sovrintendenza. Purtroppo, a causa dell’elevato numero di richieste che questo ente deve processare, le risposte possono richiedere tempi lunghi, rendendo lunga e sfibrante la procedura.

Da parte della Regione Marche e del Commissario alla Ricostruzione Sisma Guido Castelli avete avuto supporto, soprattutto per il trasferimento dei fondi necessari per il recupero delle chiese nel territorio diocesano?

Sì, assolutamente. L’USR (Ufficio Speciale Ricostruzione) è allineato con le nostre esigenze, ed in caso di incertezze procedurali abbiamo sempre trovato pieno riscontro. I fondi sono stati stanziati e vengono accreditati alla Diocesi dopo accurata rendicontazione tecnica ed economica.

Quale tipologia di interventi sono in corso, non solo dal punto di vista strutturale ma anche di conservazione e recupero delle opere d’arte custodite all’interno delle nostre chiese?  

Per quanto attiene alle opere d’arte sto aspettando il bene placet di un piccolo contributo CEI per poter allestire presso il Museo Diocesano una piccola sezione di opere “terremotate”. Credo sia importante, se non addirittura fondamentale, che la nostra comunità possa avere contatto con le opere che abbelliscono le nostre chiese. L’intento non è solo quello di mostrare ma anche di rendere protagonista la comunità stessa. In un anno incentrato sul cammino di speranza di ognuno di noi, anche l’arte può avere un ruolo di supporto alla fede.

Possiamo ipotizzare una data di riapertura di altri edifici di culto nel fabrianese nei prossimi mesi?

Nel corso del 2025, e già a partire dalla prossima settimana, apriranno diversi cantieri sia in centro a Fabriano che nel territorio della diocesi. Solo a titolo di esempio la chiesa di San Filippo e del Sacro Cuore sono pronte per l’inizio lavori. Oltre a queste abbiamo la Chiesa del Suffragio sulla piazza principale di Matelica e la chiesina di Coldapi nel territorio di Sassoferrato.

Gigliola Marinelli