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Federica Stroppa: Ad un passo dal cielo…con tutto il nostro cuore

Dalla mia amicizia, anzi, da una provocazione, è nata l’ultima impresa di Raniero Zuccaro che mi ha visto protagonista. Sentivo il bisogno di restituire il bene che io ho ricevuto nella mia vita.
Chi meglio di Raniero poteva far diventare realtà questo desiderio.

Così è nata l’impresa sportiva “Ad un passo dal cielo”, l’idea di percorrere in tre giorni più di 100 km del lago salato dello Uyuniin Bolivia, la più grande distesa salata al mondo, con una superficie di oltre 10.000 km quadrati, a ben 3700 metri sul livello del mare.

Raniero intorno a me ha costruito una squadra, anzi, una famiglia, che mi ha permesso di vivere a 360 gradi questa avventura.

Simone Giglietti maratoneta, Massimo Ilari fotoreporter e operatore soccorso alpino, Camilla Zuccaro la nutrizionista Camilla (figlia di Raniero) e mia madre Sandra Stopponi.

Il fine di questa spedizione: destinare la raccolta di fondi alla missione delle Suore cappuccine di Madre Rubatto a Pucallpa (Perù). Il viaggio è iniziato il 10 novembre ed è terminato il 22 novembre.

L’obiettivo di questa impresa sportiva è stato raggiunto abbiamo percorso ,in tre  giorni, 121 km del deserto salato .

Le emozioni che abbiamo vissuto sono state tante ed indelebili nella mia mente e nel mio cuore. Ho fatto parte di una SQUADRA capace di superare anche con il sorriso le difficoltà. Mi vengono in mente i 1000 km in jeep pe arrivare al lago salato.

Raggiunto la meta, il lago si è aperto davanti a noi occhi nella sua immensità.

In quell’istante eravamo solo noi e la natura e nient’altro.

Era il momento di mettere alla prova il particolare mezzo dotato di ruote, appositamente realizzato per superare tutte le asperità del percorso. Una volta trovata la giusta andatura tra Raniero e Simone il bolide – come lo chiamo io – era perfetto.

Abbiamo avuto la fortuna di vedere albe e tramonti mozzafiato. Vi confesso che i miei occhi erano sempre lucidi sotto gli occhiali da sole.

Tra i momenti che non dimenticherò, tutto il gruppo intorno al fuoco e, davanti, il bianco infinito illuminato dalla luna.

Non potevamo certo farci mancare la pioggia con dei lampi che squarciavano il cielo con una prepotenza spaventosa.

Questo ha reso le placche di sale più molli rallentando un pò la traversata, portata però a termine alla grande.

L’arrivo allo Sperone di Canquella è stato liberatorio e spumeggiante visto che ad aspettarci c’erano due bottiglie.

È stata un’ esperienza epica, complicata, ma che mi ha permesso di superare i miei limiti, non c’era in ballo una medaglia, ma l’opportunità di dare visibilità alla missione delle Suore in Perù.

Ancora una volta, dopo tanti anni di sport, ho toccato con mano il valore del lavoro di squadra, ognuno con il proprio compito, ma uniti verso un unico obiettivo.

Non c’è stato tempo di riprendersi da tutte le emozioni perché il 10 dicembre siamo stati invitati a parlare della traversata alla trasmissione “Uno Mattina”.

Non ho saputo tenere a bada le emozioni e vedere il video e le foto in diretta mi hanno fatto capire l’importanza di questa impresa nell’impresa, visto che abbiamo attraversato il lago per dare visibilità a chi viene dimenticato.

Sabato14 dicembre il Fabriano film festival,  presso il cinema Montini ,ha ospitato sul grande  schermo  la nostra impresa.

La sala era gremita e  vedere il corto della  spedizione  in una sala  cinematografica , ha amplificato in tutti noi le emozioni.

La nostra  città  era lì per  noi, insieme a chi  mettendo a disposizione  il suo tempo ha fatto  si che l’avventura  prendesse  forma.

Erano tutti rapiti  dal  racconto di ognuno, visto  che  siamo stati parte di un unico  sogno.

Attraversare il lago, non per una medaglia  ma per dare un futuro ai bambini della missione in Perù.

Federica Stroppa