Cartiere, il giorno dello sciopero e del presidio per tutelare il lavoro e la storia
E’ il giorno dello sciopero generale, di 24 ore, contro la decisione della chiusura della società Giano delle Cartiere Fedrigoni che determinerà 195 licenziamenti collettivi. La nuova tegola, l’ennesima, che si è affacciata nel comprensorio fabrianese, impensabile, fino a 20 anni fa, ha spento i sogni e la tranquillità di tantissime famiglie che ora vivono nella rabbia e nell’indignazione. Il commento più frequente la dice lunga: “Andavamo talmente male che lavoravamo anche nei festivi” l’amara constatazione non solo dei dipendenti. Oggi, dalle sei, si fermano, otto ore per turno, i lavoratori delle Cartiere e si andrà ad oltranza fino alle 6 di domani e coinvolgerà tutti gli impianti. Sempre oggi è previsto un presidio sotto la Regione Marche, ad Ancona, con inizio alle 10,30 e si protrarrà per diverse ore. Alle 11, poi, l’Amministratore delegato delle Cartiere, Nespolo, è stato convocato dall’assessore regionale Aguzzi. Nel primo pomeriggio sarà il turno dei sindacati. La battaglia è solo all’inizio. Intanto venerdì è stata depositata in Senato un’interrogazione parlamentare per sollecitare interventi del Governo in merito alla chiusura di Giano srl negli stabilimenti Fedrigoni di Fabriano e Rocchetta Bassa. Il firmatario è il senatore marchigiano del Movimento 5 Stelle, Roberto Cataldi. “Uno stop all’attività sancito dal gruppo in maniera unilaterale che ovviamente non può passare in cavalleria: è necessario che il Governo si attivi immediatamente. Il caso Fedrigoni è il segnale di pericolo di un momento delicatissimo sul fronte industriale per le Marche, che investe il comprensorio del fabrianese, ma anche le diverse aree di crisi industriale complessa, come quella del distretto calzaturiero Fermano-Maceratese e l’area di crisi industriale complessa del Piceno, che include le zone industriali della Valle del Tronto e della Val Vibrata, con sofferenze economiche e infrastrutturali” conclude Cataldi
A Fabriano si respira amarezza per la cessazione delle attività del settore carta per ufficio: le famose “risme” con in grande il nome Fabriano hanno fatto la storia e sono state diffuse in tutto il mondo per le fotocopie. Le segreterie sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Carta e Stampa e la RSU unitaria dell’area Marche hanno immediatamente proclamato lo stato di agitazione che andrà avanti ad oltranza e chiesto con fermezza un confronto con l’azienda, nel corso di un vertice, già programmato, a Verona, per domani e mercoledì. L’obiettivo è quello di scongiurare gli esuberi e difendere i posti di lavoro. La chiusura della società Giano, ricordiamo, non solo elimina la produzione di carta per ufficio, ma comporta anche la dismissione di interi settori come la manutenzione, la gestione dei materiali e le spedizioni. Enzo Valente, Vice Segretario Nazionale UGL Chimici e Paolo Pierantoni, segretario regionale: “Respingiamo senza se e senza ma la procedura avviata da Fedrigoni e ne chiediamo il ritiro immediato. Attiveremo tutte le iniziative necessarie per bloccare il processo e chiediamo l’attivazione immediata di un tavolo ministeriale per individuare soluzioni industriali alternative”.
I sindacati
“Serve un nuovo modello di sviluppo”. A chiederlo sono Cgil, Cisl e Uil di Fabriano che oggi parteciperanno al presidio dei dipendenti delle Cartiere ad Ancona. I rappresentanti sindacali dell’entroterra, alle prese con la crisi infinita dell’elettrodomestico, guardano con preoccupazione al licenziamento collettivo annunciato da Fedrigoni che di fatto mette fine alla famosa carta da fotocopia made in Fabriano. “Questa ennesima ondata di licenziamenti si inserisce in un territorio dai dati impietosi: diminuisce l’occupazione giovanile, aumentano i giovani che emigrano, l’occupazione femminile rimane sempre più contraddistinta tra part time involontario e una alta precarizzazione e frammentarietà dei contratti” denunciano le parti sociali. Cgil, Cisl e Uil chiedono “un patto per lo sviluppo con un’occupazione di qualità tenuto conto delle due crisi che si sono nuovamente affacciate nel territorio fabrianese, Beko e Fedrigoni”. Per le organizzazioni sindacali occorre condividere e definire il modello di sviluppo che si vuol seguire, quindi programmare e pianificare le scelte economiche produttive del territorio montano, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli e delle associazioni datoriali. “Occorre integrare innovazione tecnologica, qualificazione del turismo, e potenziamento delle filiere del terziario avanzato” sottolineano. Chiesto anche il potenziamento infrastrutturale, in primis il raddoppio della tratta ferroviaria Orte Falconara tra Albacina e Fossato di Vico e la diffusione capillare della fibra per rendere attrattivo l’intero territorio. Tra le proposte di Cgil, Cisl e Uil anche il rafforzamento e non indebolimento dei servizi pubblici, il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale, rafforzamento dell’offerta abitativa a prezzi calmierati per giovani coppie e lavoratori, potenziamento dei servizi per le famiglie.
Marco Antonini