Serra San Quirico, sindaco Borri contro l’attuale progetto radddoppio ferroviario. Ecco perchè
Serra San Quirico – A pochi giorni dal pronunciamento del Tar del Lazio contro i lavori di raddoppio della linea ferroviaria Ancona-Roma, nel lotto 2, Serra San Quirico-Genga, dopo l’ultimo consiglio comunale, il sindaco di Serra San Quirico, Tommaso Borri, fa il punto della situazione sul potenziamento della tratta. Il primo cittadino, come già evidenziato durante la fase di Dibattito Pubblico, l’anno scorso, evidenzia una serie di questioni che dovranno essere attenzionate dalle autorità competenti. «Non siamo contrari al raddoppio della linea ferroviaria Genga-Serra San Quirico, ma al progetto RFI / Italferr che devasta un territorio che è parte del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi» esordisce Borri. Il progetto attraversa alcune zone PAI (Piano di assetto idrogeologico) tra cui una ad alto rischio frana (R3) e pericolosità molto elevata (P4-crollo attivo). «Ciò non è considerato/dichiarato nel progetto e nella documentazione di RFI». Borri spiega anche come verrà rivoluzionato il territorio. «Il progetto RFI – denuncia – demolisce numerose case di civile abitazione, azzera circa sette ettari di macchia mediterranea, attraversa ben tre gruppi sorgentizi (uno dei quali serve 340.000 persone, ovvero quasi tutta la provincia di Ancona) causando gravi rischi di inquinamento e dispersione delle falde acquifere». Per questo l’Amministrazione di Serra San Quirico ha da sempre sostenuto il progetto alternativo dell’ingegner Massimo Belcecchi che risolve le gravi criticità evidenziate dal Comune. Da precisare che l’Amministrazione di Serra San Quirico sosterrebbe anche altri progetti alternativi esistenti o nuovi che evitino le gravi criticità approfondite anche in sede di Dibattito Pubblico. Sulla tempistica dei lavori Borri evidenzia che «è oramai evidente che riuscire a realizzare e rendicontare un’opera così complessa entro giugno 2026 è impossibile. Ci sarebbe quindi la possibilità di prendere in esame il progetto alternativo dell’ingegner Belcecchi che non devasta, richiede minor tempo di esecuzione e minore impegno finanziario perché un’opera pubblica non va solo fatta, ma va fatta bene». Poi riflette a voce alta e si appella alle istituzioni: «I sostenitori dell’attuale progetto RFI fanno sempre riferimento all’interesse pubblico ed al bene comune, ma interesse pubblico e bene comune è anche non demolire le case di chi non potrà più ricostruirle uguali, preservare la macchia mediterranea del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi e non mettere a rischio le risorse idriche. Per questi motivi – dichiara Borri – il Comune di Serra San Quirico ha fatto ricorso al Tar Lazio contro il progetto RFI, con udienza di merito fissata per l’11 ottobre».
Marco Antonini