Industria manifatturiera marchigiana in rallentamento nel secondo trimestre 2023

Ancona – Confindustria Marche presenta i dati congiunturali del secondo trimestre 2023. L’industria manifatturiera regionale chiude il secondo trimestre 2023 con attività produttiva e commerciale in calo rispetto ai livelli rilevati nello stesso periodo del 2022. Secondo i risultati dell’Indagine Trimestrale condotta dal Centro studi “Giuseppe Guzzini” di Confindustria Marche, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, nel trimestre aprile-giugno, la produzione industriale ha registrato una flessione del 2,7% su base tendenziale, risultato appena migliore di quello osservato a livello nazionale (-4,3%). Il dato medio riflette dinamiche simili tra i diversi settori dell’economia, che hanno fronteggiato un quadro congiunturale in progressivo deterioramento. In questo scenario, resta ancora evidente il ruolo di freno del costo dei fattori, inclusa l’energia, associato alla dinamica sottotono dei prezzi generata dal rallentamento della domanda.

Per quanto riguarda l’attività commerciale complessiva, l’andamento delle vendite in termini reali ha registrato un calo del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Le vendite sul mercato interno hanno registrato un calo del 3,8% rispetto al secondo trimestre 2022, con risultati positivi solo per la Meccanica. Le vendite sull’estero hanno registrato un calo del 2,8% rispetto al secondo trimestre 2022. Appena positiva la dinamica per il Tessile-abbigliamento. Stazionaria per i Minerali non metalliferi e per la Meccanica. Nella media del trimestre aprile-giugno 2023, i livelli occupazionali sono rimasti stabili (0,1%), con andamenti positivi solo nella Meccanica, nell’Alimentare e nel Tessile Abbigliamento. Nello stesso periodo le ore di cassa integrazione hanno subito un incremento del 6,7% rispetto al secondo trimestre 2022, passando da 2,8 a 3 milioni.

“Il risultato del secondo trimestre dell’anno – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali – appare in linea con il rallentamento della dinamica dell’industria a livello nazionale e risente dell’affievolirsi del traino estero all’export di beni. Un ulteriore freno è dato dal continuo rialzo dei tassi di interesse, ormai ai massimi, che abbatte gli effetti positivi del calo dell’inflazione, e dall’aumento del costo del credito che condiziona pesantemente domanda e investimenti delle imprese.”