Stop produttivo più lungo nelle fabbriche del Fabrianese, “Serve intervento del Governo”

Fabriano – Chiusure estive più lunghe e, in alcuni casi, prolungate anche dall’utilizzo della cassa integrazione. Questa la situazione del distretto economico di Fabriano analizzate dal responsabile e componente della segreteria della Fiom, Pierpaolo Pullini. “Le crisi dell’elettrodomestico e dei prodotti GAS, colpiscono fortemente le aziende del fabrianese: per il mese di agosto sono previste chiusure collettive più lunghe rispetto agli ultimi anni ed in alcuni casi ulteriormente prolungate anche da utilizzo di cassaintegrazione” dice Pullini. Sono giorni di stop produttivo nel distretto economico di Fabriano. E il periodo, a differenza dello scorso anno, tende ad allungarsi. Per quel che riguarda il comparto cappe: la Electrolux ha previsto per agosto la suddivisione su due turni dei dipendenti che godranno, a scorrimento, di due settimane di ferie. Il tutto per non fermare la produzione, ma di ridurla in questo mese del 50%. Fermo produttivo completo per Elica, invece, dal 7 al 22 agosto compresi. Stesso periodo scelto per la Faber. Passando agli altri “big” territoriali.

Stop produttivo totale alla Whirlpool di Fabriano dall’11 al 27 agosto compresi. Al Gruppo Ariston: gli operai di Cerreto d’Esi saranno in ferie fino al 21 agosto compreso; i colleghi di Albacina di Fabriano dal 7 al 20 agosto compreso; mentre a Genga dal 7 al 27 agosto; Thermowatt dal 07 al 20 di agosto compresi; Osimo (caldaie) dal 4 al 27 agosto compresi. Infine, Antonio Merloni P.V. (Ex Ghergo), il periodo di stop produttivo è iniziato lo scorso 31 luglio e durerà fino al prossimo 27 agosto compresi.

Fiom

Il mese di agosto per le fabbriche del fabrianese, da un punto di vista produttivo, sarà nettamente inferiore rispetto agli ultimi, senza che si vedano segnali di ripresa nei prossimi mesi. Diventa sempre più urgente un intervento del Governo con politiche industriali e con strumenti che aiutino il mondo del Lavoro a superare questa complicatissima fase. Perdita di posti di lavoro, mancato rinnovo dei contratti di somministrazione, abbattimento dei livelli di reddito delle famiglie, sono solo i primi segnali a cui potrebbero seguire conseguenze ben peggiori se l’industria non sarà sostenuta nei processi di riconversione e di transizione, conclude il responsabile della Fiom per il distretto economico di Fabriano, Pierpaolo Pullini.

Qui Marche, produzione industriale in calo

Nel secondo trimestre 2023 è risultata in calo del 2,7% la produzione industriale dell’industria manifatturiera delle Marche rispetto ai livelli rilevati nello stesso periodo del 2022. Secondo i risultati dell’indagine trimestrale condotta dal Centro studi “Giuseppe Guzzini” di Confindustria Marche, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, riferisce Ansa, nel trimestre aprile-giugno, il risultato marchigiano risulta migliore del dato nazionale (-4,3%). Per quanto riguarda l’attività commerciale complessiva, l’andamento delle vendite in termini reali ha registrato -3,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. “Il risultato del secondo trimestre dell’anno – commenta il presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali – appare in linea con il rallentamento della dinamica dell’industria a livello nazionale e risente dell’affievolirsi del traino estero all’export di beni. Un ulteriore freno è dato dal continuo rialzo dei tassi di interesse, ormai ai massimi, che abbatte gli effetti positivi del calo dell’inflazione, e dall’aumento del costo del credito che condiziona pesantemente domanda e investimenti delle imprese”. Le vendite sul mercato interno hanno registrato un calo del 3,8% rispetto al secondo trimestre 2022, con risultati positivi solo per la Meccanica. Le vendite all’estero hanno registrato un calo del 2,8%. Appena positiva la dinamica per il Tessile-abbigliamento. Stazionaria per i Minerali non metalliferi e per la Meccanica. Stabile l’occupazione (0,1%), con andamenti positivi solo nella Meccanica, nell’Alimentare e nel Tessile Abbigliamento. Tra aprile e giugno 2023 sono aumentate del 6,7% le ore di cassa integrazione rispetto al secondo trimestre 2022, passando da 2,8 a 3 milioni.

m.a.