“La Gmg di Parigi mi ha cambiato la vita, prima volevo fare il prof di chimica”

Fabriano – “La Giornata mondiale dei giovani del 1997 mi ha cambiato la vita. Da Parigi a Roma, in seminario, in meno di due mesi. Chi lo avrebbe mai detto, volevo fare il professore di Chimica!”. A parlare è Don Umberto Rotili, diocesi di Fabriano-Matelica, nelle Marche. All’attivo ha una serie di libri fantasy dedicati alla città della carta, musical e oratori sacri, doni che hanno scandito la sua vita vocazionale e sacerdotale. “Fin da giovane l’arte è stata la mia forma di espressione. Ricordo ancora la mia infanzia felice, gli esempi dei miei genitori e dei miei nonni – racconta- in una famiglia cristiana, praticante”. Rotili, classe 1976, aveva un disegno chiaro in testa. “Dopo le superiori all’Agraria Vivarelli di Fabriano – dice al quotidiano Avvenire – l’iscrizione all’università di Camerino. Facoltà Farmacia. Volevo insegnare chimica. Sicuramente – sostiene – non volevo fare il prete”. Eppure lo Spirito soffia dove vuole, basta ascoltarlo. Quel primo viaggio, quasi per gioco, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Parigi è stato preludio di una chiamata. “Da Fabriano partimmo in sessanta. Avevo 21 anni ed era il mio primo viaggio all’estero. Pagai 200mila lire, per una settimana. Ci accompagnò Aldo Buonaiuto, della nostra diocesi, che fu ordinato sacerdote pochi anni dopo. Per me – confida – era una vacanza. Non sapevo cosa avrei fatto in Francia”. Tra un aneddoto e l’altro, come il ricordo delle famiglie che aveva accolto il gruppo fabrianese, la parrocchia che ospitava i loro spettacoli di presentazione, don Umberto Rotili ha, a distanza di 26 anni, consegna due immagini. “Non posso dimenticare la prima volta che ho visto da vicino papa Giovanni Paolo II alla Torre Eiffel con più di 150 mila giovani e – prosegue – la Messa conclusiva con la notte precedente trascorsa nella spianata immensa, dormendo sotto le stelle”. Proprio in quell’occasione è stato coltivato quel seme già piantato con amore dai genitori e dai nonni. “Ho memorizzato e ripetuto tante volte quello che il papa, già affaticato, aveva ripetuto in quell’occasione: “Dove mi porti Signore?”. Non so spiegare perché – ricorda emozionato – ma durante il viaggio di ritorno il testo di questa canzone non mi ha mai lasciato”. E quando la vita di tutti i giorni sembrava aver ripreso la sua routine, la svolta. “Ero già al terzo anno di Farmacia e dovevo preparare alcuni esami quando mi accorsi che quello studio non mi dava completezza. Andai nel panico. Mi isolai da tutti quel settembre – dichiara don Umberto Rotili – per non dare troppe spiegazioni. Cercai conforto. La domanda di papa Wojtyla era chiara e la risposta ancora di più. Andai dall’allora vescovo monsignor Luigi Scuppa”. Il resto è storia nota. Don Umberto Rotili è tornato da Parigi il 24 agosto e il 12 ottobre dello stesso anno era già al Seminario Maggiore, a Roma, per il primo giorno della nuova vita. “Nemmeno due mesi dopo la Gmg – dice – ho stravolto tutto ed è stato bellissimo. Poi l’ordinazione sacerdotale, vent’anni fa, da parte del vescovo di Fabriano-Matelica, monsignor Giancarlo Vecerrica, ideatore del pellegrinaggio Macerata-Loreto. “Ancora oggi sono felice della mia scelta, sono soddisfatto, consapevole e anche speranzoso. Tutte le GMG mi hanno donato tanta linfa e gioia che mi hanno permesso di avvicinarmi a tutti con tante iniziative – conclude – sfruttando i miei talenti”. Da anni regista, scrittore fantasy e direttore del teatro San Giovanni Bosco, con una stagione amatoriale che ogni anno è sold out, è parroco della chiesa Madonna della Misericordia e vicario foraneo di Fabriano. Recentemente, su disposizione del vescovo Francesco Massara, è stato nominato direttore del Museo Diocesano con l’obiettivo di avvicinare i giovani all’arte.

Marco Antonini