Fotovoltaico a Sassoferrato, più di 1.200 firme e l’appello a convocare un consiglio comunale aperto
Sassoferrato – Si è tenuta venerdì sera, presso la sala Avis di Sassoferrato, l’assemblea dei cittadini che chiedono di fermare l’installazione degli impianti fotovoltaici a Monterosso per un’estensione pari a 12 ettari. Prosegue, intanto, la raccolta firme, per dire no, arrivata a quota 1200 con tanti residenti che non vogliono arrendersi. Il Comitato Monte Strega ha già iniziato i primi incontri con i capigruppo del Comune di Sassoferrato. “In questi giorni è stato pubblicamente chiesto a tutte le forze politiche di convocare urgentemente un Consiglio Comunale aperto dedicato a votare la contrarietà ad impianti che sfruttano solamente il territorio, impoverendolo” riferiscono gli attivisti che stanno studiando nuove iniziative a tutela dell’entroterra “negli anni sempre più isolato e marginalizzato”. Contattati anche i tecnici per ulteriori approfondimenti. L’obiettivo è quello di arrivare presto alla Conferenza dei Servizi che dovrà pronunciarsi su questi impianti fotovoltaici.
Durante l’assemblea è stato presentato anche un manifesto realizzato per l’occasione con lo slogan” Sì alle fonti di energia rinnovabili che non distruggono il paesaggio”. Il comitato attacca: “C’è un immenso utile per pochi, pagato con lo scempio del paesaggio. Poi ci sarà un grave danno al patrimonio sassoferratese, al turismo e alle attività agricole, senza nessun beneficio alla comunità locale e nessun ritorno economico o occupazione. In tutto ciò la cittadinanza non è stata informata correttamente” come si legge nel manifesto. Chiesta una presa di posizione anche da parte del sindaco, Maurizio Greci. La prima autorizzazione per l’installazione, per 3 ettari, è di due anni fa. Si muove, intanto, anche la politica regionale con il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli: “L’installazione del fotovoltaico a terra nell’area industriale di Monterosso Stazione sarà oggetto di una mia mozione. E’ un progetto presentato alla Provincia di Ancona e al Comune di Sassoferrato da un’azienda privata. Credo – dice – ci siano altre possibilità che non siano l’invasiva occupazione di suolo in un’area paesaggisticamente pregiata”.
Marco Antonini