Cartiere e cultura, la Residenza d’Artista 2023 di Fondazione Fedrigoni Fabriano

Fabriano – La cucitrice, i mastri cartai, il filigranista, le contatrici, le donne del Reparto Allestimento delle Cartiere sono alcune delle figure chiave intervistate da Luisa Eugeni, l’artista visiva nata ad Assisi, ma residente in Germania, che ha appena concluso il suo soggiorno a Fabriano. La Fondazione Fedrigoni Fabriano, in collaborazione con FABRIANO, ha infatti avviato la nuova edizione della Residenza d’Artista, il progetto pensato per ospitare creativi che usano e sperimentano ogni genere di carta nei territori in cui ha avuto origine la plurisecolare tradizione cartaria, come esperienza immersiva e d’ispirazione per le loro opere. Fabriano ha così potuto accogliere negli anni un’importante squadra di talenti: da David Gentleman nel 2018 a Umberto Giovannini, Maria Pina e Gianna Bentivenga, Anusc Castiglioni, Massimo Zanelli e Nick Morley nel 2019, Alberto Madrigal nel 2021, il fotografo e storyteller Simone Bramante in arte Brahmino e l’architetto Giuseppe Ricupero nel 2022. Luisa Eugeni, artista visiva con particolare interesse per le arti performative, esplora attraverso pratiche multimediali temi come l’appartenenza in relazione alle identità individuali e collettive. Dal 2017 ha sviluppato alleanze interdisciplinari con performer, musicisti, registi, fotografi, designer di moda e grafici, ma anche matematici, architetti, scrittori e artigiani: gli ambienti immersivi realizzati attraverso film, interventi spaziali, oggetti scultorei, corpi danzanti, musica ed elementi di letteratura mirano a indagare ed elaborare collettivamente memoria storica e contemporaneità. In questo contesto, l’artista ha fissato in un video i gesti del “fare carta”: la gestualità ripetitiva del mastro cartaio che immerge la forma nel tino per produrre la carta a mano, del ponitore che insieme al “bardasciu” distacca il foglio ancora umido dalla forma al feltro, della cucitrice che con grande concentrazione e precisione passa l’ago e il filo di argentana da una parte all’altra della tela della forma per fissare le filigrane o le tele metalliche, della contatrice che conta ripetutamente i fogli a cinque a cinque o a ventaglio, mettendo in scena un’inedita danza di braccia, mani e dita che getta le basi per una performance live.

Il progetto artistico punta a traslare nel futuro, attraverso il potere dell’arte, il valore culturale e storico di un prodotto pluricentenario come la carta di Fabriano, mettendo in risalto non semplicemente l’eccellenza dell’artefatto, ma la manualità delle persone che ci lavorano e le loro gestualità specifiche: si costituisce così un “archivio dei gesti” e un vocabolario performativo per la realizzazione di un’opera sperimentale – in collaborazione con performer, musicisti e i cantanti dell´Orchestra Lirica Umbra – che andrà in scena a novembre durante la XXII Settimana della Cultura d’Impresa, all’interno del Complesso storico industriale delle Cartiere Miliani e in particolare nei locali del Supermercato, recuperati per ospitare i risultati della Residenza d’Artista della passata edizione. “Un forte legame unisce i territori fabrianesi e le sue comunità alla produzione della carta da oltre settecentocinquanta anni – conferma Chiara Medioli Fedrigoni, presidente della Fondazione Fedrigoni Fabriano -. Aprire le porte dei nostri spazi per accogliere artisti e creativi da tutto il mondo è per noi un’importante occasione per far vivere un’esperienza unica nei luoghi originari della tradizione cartaria, dare la possibilità di lasciarsi trascinare dall’ispirazione per ideare, creare, sperimentare e approfondire la conoscenza della carta e dei suoi segreti”. La collaborazione tra Eugeni e la Fondazione nasce lo scorso anno quando l’artista riprende gli spazi dismessi della Cartiera fabrianese e li pone come sfondo di un’opera in mostra a Venezia nella sede della Fondazione Bevilacqua La Masa. Per la mostra “DEBRIS. Poetica della decostruzione e della frammentazione”, curata da Peter Welz, Luisa Eugeni ha realizzato l’istallazione “Questi poveri stracci”, titolo ripreso dal cortometraggio storico (1951) diretto da Ugo Fasano conservato nell’Archivio delle Cartiere Miliani Fabriano. Un tentativo di “portare fuori” luoghi inaccessibili ma pieni di storia: l’installazione “rimette in scena, con materiali originali, la cernita degli stracci, l’atto iniziale del ciclo lavorativo della creazione della carta”. In occasione dell’apertura della mostra, la performer Anna Jäger ha attivato l’installazione ripetendo il gesto delle “stracciarole”, le donne a cui era affidata questa prima fase, onorando così il valore di queste figure il cui contributo è stato invisibile.

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