Diego Trivellini: L’ “uomo fisorchestra” che incanta con la sua fisarmonica elettronica

Collaboratore di artisti di levatura nazionale quali Stefano Masciarelli, Fabrizio Coniglio, Nicola Samale, Pierangelo Comi, Paolo Mengoli, Paolo Notari, Sergio Carlacchiani, Claudio Gaetani. Ospite in numerose rassegne musicali in Italia (Caffeina, La pellicola d’Oro, Cremona Music International) e all’estero (Francia, Germania, Portogallo, Svizzera, Belgio, Slovenia). Premiato con riconoscimenti ed onorificenze in tutta Italia, Diego Trivellini sta incantando con la sua fisarmonica elettronica platee sempre più vaste. Il musicista fabrianese, l’”artista spettinato”, così simpaticamente definito, ci racconta l’evoluzione della sua carriera in compagnia del suo amato strumento che ha saputo innovare in una dimensione di straordinaria unicità.

Diego, un sodalizio artistico con uno strumento che ormai ti identifica e rappresenta. Quando e come inizia il tuo percorso musicale e perché hai scelto uno strumento così particolare?

La scelta dello strumento nasce dalla passione che ha avuto sempre mio padre, grande innamorato della fisarmonica. Per questo all’età di 13 anni mi mandò a studiare fisarmonica dalla cara maestra Vania. Ricordo ancora che quella volta pensai: “Tanto non mi porterà via molto tempo, ci sarà da studiare una decina di minuti al giorno e pace…”. E invece, eccomi qua, con un marchingegno appoggiato sulle spalle, a volte anche per dodici ore al giorno!

Sei riuscito a trasformare uno strumento che fa parte della cultura popolare italiana in una vera e propria orchestra che suona con te rigorosamente dal vivo. Come è nata questa fortunata intuizione?

Mi trovavo alla fiera degli strumenti musicali di Pesaro nel 1998. Lì ascoltai un artista francese che suonava un modello primordiale dell’attuale mia fisarmonica, fu amore a prima vista. Ricordo che ero con la mia futura moglie, che dopo mezz’ora avrebbe voluto portarmi via da quello stand per continuare la visita nei tanti altri, e invece la costrinsi a rimanere lì per altre otto ore, fino alla chiusura! Il giorno dopo ero già a Castelfidardo a parlare con il mio tecnico di fiducia Sergio Domesi e iniziammo l’avventura; due anni di progettazione e messa a punto, poi tanti pazienti tentativi fino ad arrivare all’attuale strumento, di certo molto più performante di quello che avevo visto all’inizio. Complice senz’altro anche la mia grande passione per la musica sinfonica.

Ripensando agli inizi della tua carriera artistica, possiamo dire che galeotto fu l’incontro con Stefano Masciarelli al Teatro Gentile?

Senz’altro sì, con lui ho ricevuto una grande spinta. Ancora ricordo quando, non conoscendomi, mi ascoltò durante il soundcheck chiedendomi: “Ma che basi usi? Sono molto belle!”. Ci misi un po’ per cercare di convincerlo che non c’erano basi ed era tutto live. Alla fine, per essere sicuro, mi staccò il cavo mentre stavo suonando e si dovette arrendere all’evidenza. Dopo un po’ di tempo iniziò il nostro primo spettacolo – insieme anche a Fabrizio Coniglio – che, con le sue varianti, conta ad oggi quasi centocinquanta date in tutta Italia, senza contare le altre serate, come le cosiddette “ospitate”.

Parliamo del tuo nuovo impegno artistico che riguarda la vita e la musica del grande Maestro Ennio Morricone, realizzato in collaborazione con il fabrianese Massimo Cardinaletti. Sei in tour in Italia?

Si, questo è uno di quelli a cui tengo molto, frutto di diversi anni di studio e di preparazione delle musiche. La parte narrativa, godibilissima, ha un taglio di grande spessore culturale. Massimo, vantando un’amicizia personale molto stretta e lunga con il Maestro, ha saputo unire molto bene le musiche eseguite ad aneddoti veramente curiosi sulla vita di quest’ultimo, che Stefano narra con grande carisma, affiancandoli anche ad alcune imitazioni degli attori principali delle pellicole: Stefano nasce artisticamente come doppiatore, per cui sembra di risentire personaggi come Clint Eastwood, Elly Wallace, De Niro, Gian Maria Volontè o il classico vecchietto del western! Per la parte musicale sono riuscito a preparare molti di quei brani che il Maestro amava eseguire nei suoi concerti in giro per il mondo, cercando di rimanere il più possibile fedele alle orchestrazioni originali. Abbiamo debuttato sabato scorso in Sardegna a Selargius, la gente ha dato una risposta straordinaria, al di sopra di ogni aspettativa. A breve saremo a Porto Cervo, Albenga, Todi, Roma, Castellabate e anche in Sicilia e Calabria.

Voci più che fondate dicono che ti esibirai presto anche alla corte di alcuni reali europei. Puoi darci qualche anticipazione?

Sì, la seconda settimana di giugno terrò un concerto in un meraviglioso castello del piacentino, insieme ad Angelica Cirillo, una soprano ligure con la quale collaboro da un po’ di tempo, che vanta un curriculum di tutto rispetto (ha girato tutto il mondo: dalla Scala di Milano alla Carnegie Hall di New York, dal Principato di Monaco alla Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Ucraina, dove è stata nominata Ambasciatrice del bel canto). Si tratta del compleanno di un Conte e dell’inserimento di una sua nipote nell’alta società. E’ prevista la presenza di oltre mille persone del bel mondo e, tra gli invitati, figurano anche i Reali di tutta Europa. Il cerimoniale della serata prevede che io esegua per l’apertura delle danze il valzer di Strauss “Voci di Primavera”.

Ti definiscono ormai come “l’uomo fisorchestra”. Avresti mai creduto di arrivare a questo successo in compagnia del tuo amatissimo strumento?

Devo questo nome d’arte all’intuito del buon Paolo Notari, con il quale posso vantare diverse collaborazioni di alto livello. Quanto al successo, posso dirti sinceramente che ogni volta che sento i grandi applausi che sgorgano dal pubblico, dentro di me provo sempre un po’ di stupore e finanche di imbarazzo. Proprio oggi, per farti un esempio, mi hanno invitato gli Amici della lirica di Busseto a tenere un concerto alle Roncole, patria del grande Giuseppe Verdi. Ebbene, ho chiesto loro se fossero sicuri o meno di questa cosa; io… con il mio strumento, fuori dalle righe… tenere un concerto… lì…?!? Ma hanno insistito, dicendo che mi avevano già ascoltato a Saliceto, nella galleria Palma Arte del mio caro amico Marcello e che dunque ne sarebbero onorati. Per cui: un po’ di tremarella, ma si va’! La stessa cosa mi è successa quando siamo stati invitati al compleanno di Sgarbi: anche lì i riscontri sono stati molto positivi; pensa che, mentre lui faceva i tanti selfie con gli intervenuti, ascoltava il mio concerto e mi chiedeva il bis dei brani! Poi, prima di andarsene, è venuto di sua iniziativa per chiedere informazioni su “questa cosa meravigliosa!”. O, ancora, nelle recenti performance in occasione degli incontri organizzati da don Aldo Buonaiuto con il vicepremier Antonio Tajani e con il Segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin.

C’è un tuo progetto ancora da realizzare o, magari, un nuovo repertorio musicale che vorresti proporre in futuro al tuo pubblico?

Uno è già pronto per questa estate, pieno di sorprese, nato su suggerimento e in collaborazione con il Comune di Castelfidardo. E poi, adoro l’orchestra sinfonica e tutti i colori dei quali è capace. Dunque mi piacerebbe realizzare, così come fatto con Morricone, la stessa cosa proprio con il repertorio di Giuseppe Verdi e anche con le colonne sonore dei film con Alberto Sordi, ad esempio. Ma il tempo di preparazione richiesto per ognuno di questi progetti è veramente lungo e, per il momento, Ennio la fa da padrone!

Gigliola Marinelli