Di Salvo: “Non esiste città con un’imprenditoria locale che ha così poco a cuore le sorti della propria città”

di Mario Di Salvo, presidente Janus Basket Fabriano

Avrei preferito comunicare ed esternare quanto segue al termine della stagione, questo per il regolare svolgimento e per il corretto epilogo della stessa, senza che fattori esterni la potessero influenzare o si potessero ripercuotere nell’ambiente in negativo.

Purtroppo, ad oggi in virtù dell’opera che si sta cercando di portare a compimento e per le voci che si sono susseguite e divulgate in città, non posso esimermi dal farlo.

Già da Gennaio 2023 ho comunicato a tutto lo staff dirigenziale il mio pensiero e la mia volontà, lasciata intendere anche in occasione di un’intervista rilasciata a Radio Gold in quel periodo: Ristopro non avrebbe continuato più a questi livelli senza l’appoggio economico di altre aziende della città e senza il palazzetto a disposizione.

Essendo la Janus un bene di tutti, già a Gennaio avevo comunicato allo staff dirigenziale che, qualora qualcuno avesse voluto portare avanti il progetto in Serie B allo stato attuale delle cose, mi sarei fatto da parte senza problemi poiché pur essendo vero che se ad oggi ci troviamo dove siamo è per un percorso di crescita che è partito 10 anni fa e che è partito con me, altrettanto vero è che questa realtà è un bene di tutti ed essendo legato in prima persona non posso che volerne il bene e il massimo.

Nonostante questa scelta, a gennaio abbiamo deciso di onorare al massimo quella che era la stagione che stavamo vivendo, senza tagliare giocatori o spese, questo per rispetto degli abbonati e del gruppo stesso che aveva intrapreso un cammino eccezionale; questa scelta con la decisione in cuor presa è stata un’altra scelta illogica dettata solo da passione, poiché il piazzamento ai fini dell’obiettivo poco importava.

Ogni anno abbiamo effettuato scelte dettate solo ed esclusivamente dalla passione non tenendo conto della realtà che ci circondava e di quella che invece era la situazione del momento nella quale ci ritrovavamo ad operare e che ci trovavamo ad affrontare ogni giorno.

Lo abbiamo fatto l’anno del Covid, quando ci era stata comunicata l’inagibilità del palazzetto.

Quando di fronte alle difficoltà non abbiamo abbandonato ma abbiamo tenuto duro.

Lo abbiamo fatto l’anno della promozione, in serie A, quando siamo stati costretti a emigrare a Osimo per competere in quello che era il campionato che tutti noi avevamo sempre sognato di fare.

Sapevamo delle difficoltà e anche in quest’occasione abbiamo proseguito nell’incertezza totale che investiva la vicenda palasport.

Lo abbiamo fatto l’anno scorso, quando abbiamo preso consapevolezza dell’impossibilità di poter partecipare a una manifestazione così importante per impegno economico e organizzativo (la serie A), così lontani da casa, senza nessuno che ci sostenesse.

Si era deciso di ripianificare e attendere che almeno il palazzetto venisse nuovamente consegnato alla città per poi nuovamente cominciare ad ambire a qualcosa di importante e come tutti gli altri anni invece abbiamo sempre seguito il cuore e ci siamo aggrappati alla speranza che qualcosa potesse veramente cambiare.

Speranza alimentata da un cronoprogramma che prevedeva la riapertura del palasport a Dicembre 2022, cosa poi non avveratasi.

L’anno scorso eravamo già certi di partecipare alla Serie C, questo per sfruttare questi anni di attesa in maniera costruttiva, contenendo le spese e investendo per formare e acquisire giocatori che poi ci saremmo ritrovati un domani, cosa che in parte avevamo iniziato a fare negli anni passati, vedi l’acquisizione di Re e Gulini che oggi sono giocatori del settore giovanile Fabrianese; ma poi per l’ennesima volta abbiamo voluto provarci sperando che qualcosa cambiasse e anche in questa circostanza la scelta è stata una scelta illogica che seguiva solamente la passione e il fervore che anche i tifosi infondevano nel nostro animo.

Purtroppo, non possiamo più aggrapparci a speranze, ma dobbiamo vivere di certezze.

Le cose certe sono due:
1. Ogni anno si è tentato di sensibilizzare aziende, coinvolgendo in questo finanche le associazioni di categoria, ma nulla è cambiato ci siamo trovati sempre più soli nonostante le situazioni di emergenza che avevamo dovuto affrontare, che avrebbero dovuto sensibilizzare anche i più restii e più disinteressati.
2. Fabriano ancora dopo tre stagioni sportive dalla chiusura del Palasport non ha un impianto agibile e non vi è una data certa di riapertura.

Su nuove date, onestamente resto scettico, abbiamo imparato a nostre spese che non si può far affidamento su previsioni o possibilità ma contare solo su cose certe.

La presenza in conferenza stampa, durante la presentazione del “progetto PalaGuerrieri”, del nostro allenatore Daniele Aniello è stata travisata.

Siamo stati invitati a partecipare a quell’evento dove a presenziare a nostra rappresentanza era andato proprio il nostro allenatore ed è stato chiamato estemporaneamente e senza preavviso a sedere nel tavolo di presentazione.

Non è stata quindi una nostra dimostrazione di vicinanza o di appoggio a quella che è l’amministrazione comunale o all’operato della stessa; la Janus è sempre rimasta fuori dalla politica e sempre lo sarà, non giudica ufficialmente e non critica, ma vive e subisce di riflesso in base a quelle che sono le conseguenze dell’operato della stessa.

E questo non significa affatto credere o sposare un progetto tant’è che personalmente non ho presenziato in quanto molto amareggiato e sconfortato dalla situazione e dalle false aspettative.

Che la Janus possa fare la Serie B o A è ancora possibile, perché ricordiamolo, i ns ragazzi stanno partecipando ai play off per la promozione; le voci, infatti, si sono estese e susseguite proprio per la disponibilità che ho dato nel farmi da parte in qualità di presidente, qualora qualcuno volesse farsi carico di questo onore ed onere; sicuramente i contatti scaturiti hanno diffuso la notizia e ad oggi è divenuta di dominio pubblico.

La cosa certa è che non accadrà, come l’anno scorso, quando su un appello simile non si era mobilitato nessuno e solo un cambio di idea della proprietà ha nuovamente permesso una stagione come quella appena trascorsa.

Mi auguro con tutto me stesso che chi ha realmente a cuore questa città e ne abbia la possibilità si faccia avanti, non più per affiancare, dati i tentativi andati a male dei precedenti anni, ma per portare avanti in prima persona questa squadra e questa passione che è di una città intera.

Qualora nessuno si farà vivo o manifesti questa volontà a fine anno convocheremo una conferenza stampa dove illustreremo quello che dall’anno prossimo, in attesa di un’apertura ufficiale del PalaGuerrieri, la Janus sempre da me guidata porterà avanti!

È vero che ci sono realtà di serie B che non possono fare affidamento sugli spettatori poiché le presenze sono inferiori alle 1.000 unità ma posso garantirVi che è altrettanto vero che non esiste una città con un’imprenditoria locale che ha così poco a cuore le sorti e il bene della propria città.

Lo sport è determinante per la formazione dei giovani che saranno domani i nostri imprenditori, i nostri politici, i nostri operai e i professionisti della nostra società quindi per questo inestimabile valore, nessun rimpianto da parte nostra per gli importanti investimenti fatti per la causa.

La Ristopro cresce in modo esponenziale ciò comporta l’esigenza di nuovi e gravosi investimenti per garantire ai dipendenti e alle loro famiglie benessere e crescita.

Vogliamo pensare anche a loro adesso, abbiamo il dovere di farlo, a loro che sono la colonna portante della nostra azienda, così come i giovani lo sono e lo saranno per la società di domani.

Bisogna guardare avanti ed a 360 gradi e gratificare al massimo chi merita.

Chiudo, sperando che oggi, come noi abbiamo fatto e non intendiamo ancora continuare a fare da soli, qualcuno possa pensare oltre alla propria azienda o al proprio benessere anche al proprio paese e ai propri giovani.