La Biblioteca Angelica di Roma

In quel tratto del centro storico di Roma vicini a Piazza Navona, siamo a Campo Marzio, tra piazza Cinque Lune e la Basilica di Sant’Agostino, nella piazza di Sant’Agostino, troviamo la Biblioteca Angelica, un luogo straordinario con un patrimonio culturale, storico e librario senza eguali. La Biblioteca Angelica è la più antica biblioteca pubblica di Roma e insieme alla Ambrosiana di Milano e alla Bodleian Library di Oxford è una delle prime in Europa. Fondata nel 1604 prende nome dal vescovo agostiniano Angelo Rocca (1546-1620), scrittore erudito e appassionato collezionista di edizioni pregiate, responsabile della Tipografia Vaticana durante il pontificato di Sisto V, che negli ultimi anni del XVI secolo affidò la sua raccolta libraria di circa 20.000 volumi ai frati del convento di Sant’Agostino di Roma. L’Angelica possiede e tutela circa 200.000 volumi di cui più di 100.000 editi dal XV al XIX secolo costituiscono il fondo antico della Biblioteca, volumi relativi prevalentemente al pensiero agostiniano e alla storia della riforma e controriforma. Oltre 1000 sono gli incunaboli, le incisioni, i disegni e le carte geografiche sono invece costituiti da circa 10.000 esemplari. Altri testi includono la Bibbia, oltre a volumi latini, greci e orientali, di letteratura italiana e di teatro dal XV al XVIII secolo. Tra le sue chicche, vi sono edizioni rare di Dante, Petrarca e Boccaccio. Fine istituzionale della Biblioteca è la tutela, la valorizzazione e l’incremento di questo patrimonio. Nel‘700 i frati agostiniani incaricarono della ristrutturazione del convento l’architetto Luigi Vanvitelli che terminò la realizzazione dell’attuale salone nel 1765. Gli agostiniani lasciarono l’Angelica nel 1873 con il passaggio della biblioteca allo Stato italiano. I primi decenni della gestione laica della biblioteca furono segnati da importanti acquisti che ne accrebbero notevolmente il patrimonio librario. Dal 1940 è sede dell’Accademia Letteraria dell’Arcadia che vanta anch’essa 10.000 volumi. Dal 1975 fa parte del Ministero della Cultura.

Francesco Fantini