Incompiuta Fabriano-Sassoferrato, qualcosa si muove

Fabriano – I lavori iniziarono nel 1971, poi si fermarono. Improvvisamente. Solo uno scheletro di cemento, nella campagna di Sassoferrato, ricorda che l’incompiuta che avrebbe dovuto unire la città sentina a Fabriano e quindi alla SS 76, grida vendetta e va completata. Basta percorrere la strada di San Donato: lungo il percorso si può notare il vecchio tracciato sotto Nebbiano. Prima della Berbentina, invece, i piloni abbandonati, da cinquant’anni. Ora qualcosa si muove un’altra volta. A riaccendere le speranze dei cittadini e dei pendolari dell’entroterra ci ha pensato il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, che ha dichiarato che “con il Fondo di progettazione saranno finanziati diversi progetti, tra questi il prolungamento della Pedemontana verso nord, nei tratti tra Fabriano Sassoferrato, Fossombrone Sassoferrato, Carpegna Lunano e Lunano Sant’Angelo”.

L’obiettivo è quello di dotare la zona montana di collegamenti veloci. In quest’ottica, ad esempio, si comprende quanto la Pedemontana di Sassoferrato sia strategica nei suoi 12 chilometri. Corta, ma fondamentale. Unirebbe Sassoferrato a Fabriano e quindi alla SS 76 Ancona-Perugia, e alla Pedemontana per Muccia, nel Maceratese. Se prolungata nella parte opposta, invece, permetterebbe di unire tutta la zona con il Pesarese. Il sindaco di Sassoferrato, Maurizio Greci, segue l’evolversi della situazione: “L’iter sta andando nella direzione che auspichiamo. Speriamo di arrivare presto alla sua realizzazione. Le criticità che Sassoferrato e l’entroterra hanno dovuto sopportare questi ultimi anni (il riferimento è anche alla chiusura per un anno del ponte Berbentina, Sp16, ndr) sono state tante: se la Pedemontana non fosse rimasta incompiuta per mezzo secolo, oggi avremmo avuto tante difficoltà in meno e non solo d’inverno”. Da ricordare che nella zona ci sono aziende che danno lavoro a più di un migliaio di persone. Recentemente la Regione Marche l’ha inserita nelle “opere prioritarie per il rilancio economico”.

Il progetto originale di questa tratta prevede un primo lotto di 12 chilometri, da Campo dell’Olmo di Fabriano, alla zona industriale Berbentina di Sassoferrato. Per il completamento la regione ha stimato una spesa 100 milioni di euro. C’è poi un secondo lotto, da Sassoferrato a Cagli, nel Pesarese, di 35 chilometri, che andrebbe ad unire con Fano, Urbino e la Toscana. Costo stimato: 525 milioni di euro. I lavori tra Fabriano e Sassoferrato sono iniziati nel 1971: pochi minuti per unire due città che oggi hanno tanto bisogno di vie di comunicazione veloci. Negli anni sono stati molti i problemi con continui appalti e sub-appalti che hanno portato al fallimento delle ditte assegnatarie, con il risultato che i lavori si sono bloccati. La risoluzione del contratto con l’ultima ditta incaricata dell’opera risale al 2004. In un attimo, quindi, si creerebbe una rete viaria di alto livello. Pensate: andare a Camerino, da Sassoferrato, senza curve a gomito, incroci, rischi per i pedoni nelle varie città può diventare realtà. Prendi la Pedemontana, a Fabriano entri nello svincolo 76, prosegui per l’altra Pedemontana, la Fabriano-Muccia, tutta dritta… e arrivi a destinazione. Sembra un sogno.

Marco Antonini