Van Gogh in una grande mostra a Roma
Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall’8 ottobre 2022, Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno, dedicata al genio di Vincent Van Gogh. Attraverso le sue opere più celebri sarà raccontata la storia di uno dei più famosi artisti che conosciamo. Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent Van Gogh fu un artista dall’alta sensibilità e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri in Provenza, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.
Van Gogh, soprattutto nel decennio 1880-90, dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi, le famose “Lettere” al fratello Theo Van Gogh, inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte. La mostra di Roma, attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller Müller di Otterlo – che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh – e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale. Un percorso espositivo cronologico che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.
Tra i capolavori, è esposto “l’Autoritratto” a fondo azzurro con tocchi verdi, dipinto del 1887, nella sua prima uscita pubblica dopo il restauro fatto a Otterlo, un’opera con la quale il pittore vuole lasciare una traccia di sé e della sua inquietudine. Davvero un quadro di notevole spessore.
Vi è anche uno dei suoi maggiori capolavori: “Il Seminatore” realizzato ad Arles nel giugno 1888. Un contadino percorre un grande terreno nel quale si inoltra un piccolo sentiero sterrato. Il seminatore avanza verso destra spargendo i semi. Con la mano sinistra invece tiene sulle spalle un fagotto dal quale attinge per seminare. Indossa abiti da lavoro e un cappello che lo protegge dal sole. Il terreno è stato arato e le zolle coprono interamente il suolo. Alcuni uccelli si radunano per nutrirsi dei semi appena caduti. Sullo sfondo si alzano le spighe dorate non ancora mietute, a sinistra s’intravede una piccola casa e due alberelli che spiccano dal campo di grano. E’ una scena estiva di forte impatto con un tramonto, rappresentato dal sole luminoso. Il seminatore è la fatica, ma anche la speranza, la vita che a volte sembra sfuggire. Il sole vigoroso è il punto focale che illumina la scena, ne esalta i colori e le pennellate dense e vivaci, sembra che il dipinto emani il profumo e il caldo dell’estate nei campi. Molto bello anche il dipinto dei “Contadini che seminano patate”, la vita agreste, il duro lavoro, i colori della campagna, la grande fatica fisica del lavoro nei campi, la sofferenza per poter mangiare, il dipinto anticipa il celebre “Mangiatori di patate” tra i maggiori capolavori del pittore olandese. La mostra a Roma è visitabile fino al 23 marzo 2023.
Francesco Fantini