Cerreto d’Esi, preoccupazione per il raddoppio ferroviario. Ecco perché

Cerreto d’Esi – In attesa della relazione del coordinatore del Dibattito Pubblico, Alberto Cena, per le eventuali correzioni richieste da comitati e cittadini, in materia di raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara, emergono altri particolari relativi ai lavori che interesseranno, per anni, la porzione di territorio compresa tra Genga e Serra San Quirico. Coinvolto, infatti, anche il Comune di Cerreto d’Esi. «Siamo stati coinvolti, seppur marginalmente, in quanto è stata individuata un’area adiacente i nostri confini, che verrà utilizzata come riserva per abbancare materiali di risulta da scavo, qualora le zone adibite allo stoccaggio definitivo, fossero insufficienti» dichiara il sindaco, David Grillini. «Va precisato che questa sistemazione sarebbe solo temporanea in quest’area pianeggiante, poiché il materiale verrebbe successivamente rimosso. Pur non essendo direttamente interessato dal transito dei mezzi pesanti – continua il sindaco – è chiaro che per il nostro Comune questa possibilità genera un problema di impatto ambientale, di aumento di inquinamento e di sicurezza». Sicuramente non mancheranno le prese di posizioni da parte dei cittadini che già si sono espressi, a Genga e Serra San Quirico, per chiedere varianti al progetto Rfi. «Monitoreremo con accuratezza la questione per la migliore salvaguardia del nostro territorio» conclude Grillini. Recentemente si è parlato di questo anche nel corso di un incontro organizzato da Rfi. Presente anche il gruppo di minoranza Cerreto d’Esi Bene Comune. «Il nostro paese – dice il consigliere Marco Zamparini – è interessato poiché è stata individuata un’area molto vasta da destinare a deposito di materiale di rocce da scavo. Hanno assicurato che sarà un luogo di riserva, ma questi terreni saranno da subito espropriati da Rfi. Hanno garantito l’arrivo dei camion da Albacina senza coinvolgere l’abitato, perché lo scavo interesserà la zona della galleria di Valtreara per circa 5 km». Conclude Zamparini: «Parliamo di circa 24 ettari di terreno, di rocce, fauna e flora che saranno persi e ne risentirà molto la viabilità. Si tratta di camion che non entreranno nel nostro paese, ma sicuramente avremo un maggiore inquinamento dell’aria e un ingorgo nella parte nord. Un territorio che dovrebbe essere rilanciato dal punto di vista eno-gastronomico avrà un enorme deposito a cielo aperto al proprio ingresso in bella vista».

Marco Antonini