“La morte della Gola della Rossa e il sacrificio dei residenti della valle”
di Marco Antonini
Genga – Una variante per evitare la morte della Gola della Rossa e il sacrificio dei residenti. E’ la richiesta di chi vive nelle frazioni del Comune di Genga interessate dal Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica (500 elaborati disposti in 30 volumi emessi negli ultimi 5 anni da Italferr, società di ingegneria di RFI), relativo al raddoppio della linea Orte-Falconara. Il progetto, fa parte di un Programma Pluriennale di investimento chiamato “Global Project” articolato su 3 Lotti del valore complessivo di circa 1 miliardo di euro e con una previsione di completamento per il 2035. A Genga c’è preoccupazione. Siamo nel Lotto 2 i cui lavori dovrebbero iniziare quest’anno e finire entro il 2026. L’entroterra, dopo i lavori decennali per il raddoppio della SS 76 ancora non conclusi a Genga dove sono stati ritrovati fusti di cromo esavalente sotto al viadotto Mariani, dovrà fare i conti con una nuova rivoluzione urbanistica e ambientale. Tra Genga e Serra San Quirico, in corrispondenza del Parco Naturale Gola della Rossa e di Frassassi, il progetto prevede una serie di interventi infrastrutturali di gallerie, viadotti e nuove vie. Tra i residenti della zona c’è l’ingegner Euthimios Kotroniàs di Palombare di Genga, che attacca preoccupato: “I lavori sostanzialmente stravolgono, deturpano e distruggono un’oasi con particolare fauna e flora, nonostante raccomandazioni di studi e relazioni di organi competenti interni ed esterni alle Ferrovie. L’opera – prosegue – si basa su delle previsioni finanziarie, economiche, sociali e demografiche di grande respiro fino all’anno 2050, senza alcuna valutazione dei rischi connessi, cosa che ad oggi nella “best practice” del forecasting professionale, risulta alquanto dubbio”.
Così i residenti del Parco beneficeranno di una grande opportunità di mobilità moderna e di piste ciclabili che girano sotto i viadotti di treni che vanno a 175 km orari. Residenti che hanno già, da tempo, le loro vite stravolte dai lavori in prossimità della nuova SS 76. L’ingegnere evidenzia che ci sono state, anche qui, “violazioni nel rispetto dell’ambiente compresa quella della chiusura dell’antica strada Clementina”. Il raddoppio permetterà di risparmiare circa 20 minuti nella tratta Ancona-Roma. Come aumenteranno i passeggeri, con questo risparmio, considerando lo spopolamento delle aree interne, da qui a 10-15 anni è difficile ipotizzarlo. “Genga, Comune di meno di 2mila abitanti, disperso tra circa 40 frazioni, con una tendenza di abbandono del territorio degli ultimi 20 anni e una popolazione di età media superiore a 65 anni gran parte della quale non vedrà neanche la fine di questo progetto, non può subire tutto ciò. Siamo persone molto sensibili su temi come paesaggio e rispetto ambientale per le generazioni future” conclude Euthimios Kotroniàs. Ad essere coinvolta dai lavori di raddoppio è la zona tra le frazioni Falcioni, Pontechiaradovo, Palombare e Mogiano, una vallata di particolare bellezza con il fiume Esino che la attraversa in un ambiente limpido e pulito e rifugio di una varietà di animali e uccelli. Qui arriverà ancora cemento con i pilastri che sprofondano in mezzo alla valle senza che nessuno possa dire nulla. A breve i residenti incontreranno l’Amministrazione comunale.