Allegretto Nuzi, il ciclo pittorico nella Cattedrale di San Venanzio
Tra i tesori storici della Città di Fabriano, spicca lo scrigno d’arte trecentesca, testimonianza di un passato illustre, di un movimento artistico e pittorico molto vivo: la Cappella di San Lorenzo arricchita dagli affreschi di Allegretto Nuzi. Alla cappella si accede per la porticina che si apre a destra tra gli stalli del coro della Cattedrale di San Venanzio.
Qui siamo dinanzi ad un importante ciclo, Storie della vita di San Lorenzo, massima testimonianza del trecento umbro-marchigiano, il cui pittore Allegretto Nuzi si cimenta nelle storie di San Lorenzo. Lorenzo primo diacono di Roma, martirizzato insieme a Papa Sisto II nel 258. Sicuramente Allegretto, in questa fase matura della sua vita, si avvalse nella realizzazione degli affreschi di alcuni suoi seguaci, il periodo risale subito dopo il 1360 circa. L’artista fabrianese, attivo anche a Firenze, qui vi rimase in due fasi nel 1346 e nel 1353, apprese la tecnica della sintesi formale di Maso di Banco negli affreschi della cappella Bardi a Santa Croce in Firenze. Allegretto nel suo periodo fiorentino entrò in contatto anche con l’elegante abilità di utilizzare i colori e di conoscere i dettagli delle vesti del tempo nella bottega di Puccio di Simone, qui vi era l’influenza e la scuola di due grandi come Bernardo Daddi e l’Orcagna. Puccio di Simone, artista toscano con cui strinse stretta collaborazione, seguirà poi lo stesso Allegretto nel ritorno nella città di Fabriano.
Tra i diversi temi illustrati del ciclo di san Lorenzo, meritano particolare attenzione l’affresco in cui San Lorenzo distribuisce ai poveri i tesori della Chiesa, il Santo che si presenta con i poveri davanti l’imperatore Decio, la Madonna in trono col bambino e San Venanzio che tiene il vessillo biancorosso, l’imperatore Valeriano che invita San Lorenzo ad adorare gli idoli, San Lorenzo che battezza il prefetto Ippolito, San Lorenzo in carcere che battezza Lucillo dopo avergli restituito la vista. Le scene del martirio sono raffigurate nella flagellazione del santo e nelle tremende torture con gli aculei e sulla graticola. La volta era decorata con le figure degli Evangelisti, è visibile in parte San Giovanni.
La Cappella è un luogo davvero unico a livello artistico e storico, il ‘300 fabrianese, le sue influenze giottesche dall’Umbria e dalla Toscana. Massima testimonianza di un secolo rappresentato dall’Allegretto Nuzi anche in altri importanti cicli in città, come nella sacrestia e nella cappella gotica di Sant’Orsola presso la chiesa di Santa Lucia Novella, poi denominata San Domenico. Allegretto è magistrale nella definizione dei volumi plastici, negli incarnati, nei dettagli meticolosi come le capigliature, le barbe, le sagome e nella raffigurazione veritiera delle lussureggianti vesti, pittore molto abile nella decorazione dei tessuti, l’oro, la sua arte risultò per certi aspetti innovativa per il tempo.
Francesco Fantini