Elica: otto ore di presidio lavoratori davanti cancelli Fime

Fabriano – Sciopero di 8 ore del Gruppo Elica, ieri, con presidio davanti allo stabilimento di Castelfidardo della Fime, divisioni Motori, della multinazionale di Fabriano. La protesta si innesta nella fase di mobilitazione a seguito della presentazione del piano strategico 2021-2023 della multinazionale fabrianese, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, che prevede 409 esuberi su 560 dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni dei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. Un centinaio di lavoratori, alcuni provenienti anche dal Fabrianese, sono stati in presidio fino al pomeriggio di ieri. “Fin dall’inizio abbiamo sempre dichiarato che la vertenza riguarda tutto il Gruppo e che nessuno si può sentire salvo quando un’azienda annuncia in maniera così prepotente e irrispettosa la delocalizzazione della quasi totalità delle produzioni. Le lavoratrici e i lavoratori di Elica, con il coinvolgimento dei direttivi provinciali di Fim-Fiom-Uilm hanno dato vita a un presidio presso lo stabilimento della Fime di Castelfidardo” spiegano i lavoratori. Continua la mobilitazione con la lotta per il lavoro “che deve restare in Italia, contro le logiche speculative e finanziarie che calpestano la vita delle persone”, concludono rappresentanti sindacali e dei lavoratori.

Elica

“In riferimento alla manifestazione di ieri organizzata dalle sigle sindacali presso lo stabilimento di Castelfidardo, l’azienda ha registrato una bassissima adesione da parte dei dipendenti di FIME – Elica Motors Business Unit, pari al 14,8%. Ha, quindi, partecipato allo sciopero solamente parte del personale degli stabilimenti di Mergo e Cerreto. L’azienda ribadisce che il piano industriale non prevede alcun impatto occupazionale al plant di Castelfidardo anzi, sono previsti investimenti tali da consentire il raggiungimento di prestazioni sull’area motori superiori alle attuali. Elica conferma la disponibilità al confronto con le organizzazioni sindacali come già dichiarato durante il tavolo convocato dalla Regione Marche e come riportato dal Presidente Francesco Acquaroli. In quella sede, l’azienda ha già espresso una significativa apertura al dialogo sulla revisione del piano industriale oltre che sull’adozione di strumenti idonei a diminuire l’impatto sociale quali la reindustrializzazione e gli incentivi all’uscita”. Così una nota del Gruppo Elica.

Le reazioni

“Insieme al sindaco Roberto Ascani e al collega Mauro Coltorti – dice il senatore Sergio Romagnoli, M5s, siamo andati a portare tutta la solidarietà del M5s ai lavoratori della Fime di Castelfidardo, che hanno deciso di manifestare contro l’inaccettabile proposta di tagli del gruppo Elica, volta a un’infausta delocalizzazione. Questa scelta da parte del gruppo industriale fabrianese non tocca soltanto i poli produttivi di Cerreto d’Esi, Mergo e appunto Fabriano, ma anche molteplici realtà dell’indotto. La sorte che oggi colpisce direttamente stabilimenti come quello di Cerreto, visto l’andazzo domani potrebbe riguardare quello di Castelfidardo, pertanto la preoccupazione dei lavoratori è la nostra. L’azienda ha voluto innalzare un muro sul fronte del dialogo col Mise e con le parti sociali. Ieri pomeriggio, con tutti gli attori interessati, abbiamo dato vita a un tavolo con la presenza della viceministra Alessandra Todde che tanto si sta spendendo sulla vertenza Elica e dei componenti della commissione Lavoro del Senato. Dobbiamo lavorare subito a meccanismi che impediscano queste fughe selvagge di produzioni sul territorio italiano, e mettere a punto sistemi premianti per chi resta a produrre qui. Questo tema non è più rinviabile, e il governo e l’intera maggioranza devono prenderne atto”. Così in una nota il senatore M5s Sergio Romagnoli.

m.a.