La missione di don Nicola Gatti
Sono trascorsi tre anni dalla dipartita di don Nicola Gatti (1929-2018), nato nella frazione di Argignano, un sacerdote-missionario che ha realizzato, nel suo percorso pastorale, tante opere concrete per la Comunità fabrianese. Nel 1952 è ordinato sacerdote. Don Nicola dal 1965 al 1968 è stato missionario in Argentina, una esperienza di vita sacerdotale che segnerà profondamente la sua “vocazione zingaresca” come ha scritto in una lettera inviata a don Antonio Patassi (scomparso nel 2012) da Santiago del Estero, ma illuminata dalla consapevolezza di svolgere un prezioso servizio sacerdotale, scrive: “Mentre la città è cinta di rioni con tanta povera gente che non sente il disagio della propria miseria. Le case sono costruite con fango, paglia e frasche, hanno una stanza o due per tutti gli usi. La maggior parte dei bambini non frequentano la scuola, ma già da piccini vanno chiedendo l’elemosina o lucidano le scarpe, una vita randagia”. In un’altra lettera indirizzata al Vescovo locale dice: “Gente povera, di poca cultura e senza istruzione religiosa con molta superstizione. In quanto alla morale non hanno molti scrupoli, non c’è quasi nessuna famiglia costituita cristianamente. La menzogna è a buon mercato, la ubriachezza e il vizio all’ordine del giorno. Ciò nonostante sono buoni e di carattere rispettoso. Nessuno conosce il Padre Nostro, solo qualcuno sa fare il segno della croce. Un solo matrimonio religioso, tutti gli altri incluse le autorità sono unite solo civilmente”.
Terminata l’esperienza missionaria è parroco nella frazione di Precicchie. Negli anni ’70 la città si espandeva per la richiesta di lavoro del comparto industriale e il Vescovo istituì una nuova parrocchia e affidò a don Nicola Gatti il compito di realizzare la Chiesa della Sacra Famiglia di Nazareth. I lavori iniziarono nel1977 e la Chiesa fu ultimata nel dicembre del 1981. La nuova Chiesa è stata concepita da don Nicola come la “Casa di tutti” dove il fedele si trova a suo agio, nella semplicità e nell’accoglienza. Una grande radice di quercia sorregge la tavola dell’altare, un segno ben visibile con i suoi 4,5 metri di lunghezza è simbolicamente un ritrovarsi tutti seduti attorno allo stesso tavolo come quello di ogni casa. La generosità e la lungimiranza caritativa di don Nicola si è espressa in molte iniziative come: Ha preso in affitto, come parrocchia, tre appartamenti in via Alfieri destinati a persone che venivano a Fabriano per trovare lavoro, una sistemazione per un breve periodo che ha aiutato molte famiglie ad essere in seguito autonome. Ha diviso la parrocchia in quattro rioni, dove in ognuno organizzava incontri e tavolate lungo la strada, coinvolgendo tutti, partecipi di essere uniti in una grande famiglia. Ha dato vita alla prima Festa del Quartiere a Fabriano, un appuntamento annuale che ha unito in un grande abbraccio tutta la Comunità parrocchiale e non. Ha ideato la Festa degli Sposi, negli anni ’90, per ringraziare il Signore del sacramento del matrimonio ricevuto.
Un incarico di prestigio per don Nicola nel 1992 è stato per molti anni presidente della Caritas fabrianese, la volontà di fare del bene alle persone più bisognose della nostra società. Ma il fiore all’occhiello nella vita pastorale di don Nicola è senza dubbio la realizzazione della “Casa Madonna della Rosa” nel 1997, una residenza socio-sanitaria che ha lo scopo di fornire assistenza alle persone portatori di handicap psichici e fisici, sia come soluzione intermedia e diurna, orientandosi ad un recupero funzionale, psicologico e sociale, in previsione di un rientro nella famiglia d’origine. Don Nicola diceva spesso: la Fede si impara vivendola, bisogna camminare insieme agli altri per una Chiesa più viva. Grazie don Nicola, questa è la Chiesa che hai voluto.
Sandro Tiberi