Ecosistema Urbano 2020, male le città marchigiane
Le città marchigiane troppe pigre al cambiamento e ancora lontane dall’interpretare al meglio le sfide ambientali. È quanto emerge da Ecosistema Urbano 2020, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, che racconta quel lento cambiamento green in atto nella Penisola. In retrocessione rispetto alla classifica dello scorso anno (che vedeva Pesaro al 6° posto, Macerata al 15°, Ancona al 42° e Ascoli al 58°), la prima città marchigiana a comparire nella classifica dei 104 capoluoghi è Macerata, che si posiziona al 19° posto, subito seguita da Pesaro al 20° gradino della graduatoria, Ancona al 44° e Ascoli Piceno al 69°. Le città marchigiane ancora stentano ad ingranare la marcia e diventare più dinamiche e resilienti, attente alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alle fonti rinnovabili, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, alla crescita degli spazi naturali. Sotto la lente di ingrandimento i parametri relativi allo smog, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica.
“Siamo al centro di un importante momento per il Paese e, quindi anche per la nostra regione. Ingenti le risorse che stanno per arrivare nelle Marche ed è per questo che non possiamo perdere l’occasione di cambiare radicalmente le nostre città – commenta Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche -. Le azioni che verranno messe in campo dovranno concorrere al raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. È qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese e rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure. Innovare e cambiare le nostre città significa non solo rendere la nostra regione più competitiva ma anche renderla attraente per i tanti giovani che, proprio in questo momento così delicato in cui la qualità della vita è tornata prepotentemente al centro dell’attenzione dei cittadini, desiderano rientrare nelle Marche ma che non trovano le condizioni. Attivare le leve economiche stimolate dall’innovazione ambientale permette di generare lavoro e rendere la nostra regione dinamica e più ricettiva rispetto alle tante possibilità che oggi sono in campo”. I cambiamenti climatici sono ormai tangibili, basta guardare i dati dell’aumento della temperatura nelle città italiane. Ad Ancona la temperatura è aumentata di 1,7 °C rispetto al valore climatico 1971-2000. Significativi i dati relativi eventi calamitosi. Ad Ancona negli ultimi 10 anni sono stati contati 13 allagamenti da piogge intense, 11 danni da trombe d’aria e 1 frana da piogge intense. (cs)