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IL RILANCIO DELL’ENTROTERRA E I TRASPORTI CHE NON CI SONO

Fabriano – Prosegue il nostro viaggio sulle infrastrutture dell’entroterra. In primo piano la linea ferroviaria, chiusa da circa 6 anni, Fabriano-Pergola. Percorriamo insieme la tratta. I binari sono ancora visibili lungo il tracciato mentre son ostati asfaltati i passaggi a livello vista l’assenza di treni in circolazione. Potrebbe essere una vera metropolitana di superfice. Si parte da Fabriano, si supera il quartiere Borgo, dove sorgeva l’unico passaggio a livello all’interno della città della carta. La prima stazione è a Marischio-Ca’Maiano, sede ex fabbrica Lorev e Whirlopool. Dopo nemmeno un chilometro c’è la stazione di Melano-Marischio, dove i merci caricavano gli elettrodomestici presso l’ex Indesit. Il treno, infatti, entrava in stabilimento. Quanti ricordi di quei treni carichi di piani cottura o frigoriferi che obbligava gli automobilisti delle frazioni a stare fermi minuti e minuti in attesa del passaggio del treno, quando ancora c’era l’operatore che azionava, sul posto, le sbarre del passaggio a livello (18 in tutto)! Poi superata la fermata dismessa di Bastia-Rucce arriva a Sassoferrato, percorre la valle del torrente Marena e supera poco dopo la galleria di Fontanaldo, detta anche di Colpeloso. Sorpassa la galleria Morello, lunga 1,1 km e qui, tocca il punto più alto del percorso a 431 metri. Tocca Bellìsio-Solfare dove i minatori caricavano la merce e dove scendevano per andare a casa, nelle storiche case dei minatori a Cantarino. Passa sotto il convento Madonna del Sasso in un percorso naturalistico spettacolare ed arriva a Pergola. Come il grande viadotto sul torrente Sentino alle porte di Sassoferrato, quello di Falcioni.

Rimetterla in funzione permetterebbe spostamenti più fluidi, ma solo se collegata bene con le altre linee, quelle per Ancona, Roma e Civitanova. Fino al 2014 c’erano solo due coppie di treni che facevano su e giù, eppure non era facile conciliare gli orari delle rotaie con quello dei pullman che dovevano fare coincidenza e proseguire per Urbino. A conti fatti è semplice riaprirla se c’è l’investimento della regione Marche e un progetto turistico serio, come quello che sta cercando di portare avanti il fabrianese Giancarlo Bonafoni che vuole riattivarla e portarci anche i treni a vapore. La linea è a binario semplice non elettrificato. L’infrastruttura e gli impianti ferroviari sono gestiti da Rete Ferroviaria Italiana. La lunghezza complessiva dei tratti riattivati nel secondo dopoguerra (Urbino-Fermignano e Pergola-Fabriano), è di 37,186 km di cui 5,586 km tra Urbino e Fermignano e 31,6 km tra Pergola e Fabriano. In origine la lunghezza complessiva era di 79,4 km. Velocità massima di 75–90 km/h.