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Whirlpool, a Fabriano 9mila piani cottura in più entro fine mese

Fabriano – Nuova commessa da 9.000 pezzi di piani cottura elettrici e a gas da evadere entro fine agosto per lo stabilimento Whirlpool di Melano di Fabriano. I volumi, a consuntivo di fine anno, dovrebbero essere sempre deficitari per un 10%, come rimarcato dalla stessa multinazionale americana nel corso dell’ultimo incontro in remoto al Mise alla presenza dei sindacati. Ma si sta assistendo a un’inversione di tendenza che lascia ben sperare per la fine del 2020. A Melano, hub Emea per la produzione di piani cottura elettrici e a gas, luglio e agosto hanno fatto segnare un surplus produttivo importante. Tanto da indurre Whirlpool a ricorrere a lavoratori interinali, prima 30, innalzati poi a 40-50 unità per fare fronte alle nuove commesse. Le parti sociali si augurano che i volumi produttivi possano diventare strutturali e chiedono “garanzie di stabilizzazione anche nel medio periodo e non solo nell’immediato, per rendere compatibile la vita delle persone con le esigenze lavorative, a fronte di un’organizzazione del lavoro che rischia di diventare caotica ed irrazionale”, evidenziano dalla Fiom.

Ex Jp

Aperta alla Indelfab di Fabriano la procedura di mobilità per tutti i dipendenti ex JP Industries. Questa l’ennesima mossa dell’imprenditore Giovanni Porcarelli, per una vicenda che si trascina da oltre 12 anni, da quando cioè l’allora JP Industries ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni costituito dagli stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e Maragone e quello umbro di Gaifana, riassumendo 700 dipendenti fra Marche e Umbria. Dipendenti, nel frattempo, scesi a 584, che rischiano di finire senza lavoro: 305 di Santa Maria e Maragone, 269 operai e 36 impiegati; 279 del sito di Gaifana (Perugia), 268 operai e 11 impiegati. Lunedì 24 agosto, alle 10, assemblea dei lavoratori a Santa Maria. “Fim Fiom e Uilm Ancona hanno ricevuto comunicazione dalla Direzione Azienda della Indelfab, ex JP Industries, dell’invio della procedura di mobilità per la totalità dei dipendenti occupati tra Umbria e Marche. La direzione aziendale decide di procedere in maniera unilaterale con il licenziamento collettivo” spiega una nota dei sindacati. (Ansa)