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ROBERTO SORCI: “RIAPRIRE IL COMUNE E’ ABBASTANZA SEMPLICE”

di Gigliola Marinelli

In questi giorni dal sindacato, ai consiglieri di minoranza, ai cittadini, ai professionisti fabrianesi hanno protestato per la mancata riapertura di una buona parte dei servizi del Comune di Fabriano a causa del Covid-19. Il sindaco Santarelli ha comunicato di aver seguito in modo preciso le indicazioni fornite dal Ministero nella gestione della macchina comunale.  Interviene in merito l’ingegner Roberto Sorci che, al di là del fatto di aver ricoperto per dieci anni la carica di Sindaco e conosce bene la struttura comunale, è altresì esperto per professione in problematiche di sicurezza ambientale e del lavoro, avendo lavorato proprio come responsabile e datore di lavoro in questo settore per il gruppo Indesit.

Sorci, che ne pensa di queste polemiche degli ultimi giorni?

Tutti sanno che nella mia attività amministrativa da Sindaco, con il sindacato ho avuto diversi scontri, anche duri, ma ritengo che questa volta il sindacato abbia ragione, anche perché si sta tentando di far passare, da parte dell’Amministrazione, un messaggio non corretto e che danneggia l’immagine dei dipendenti comunali, i quali da oltre due mesi stanno lavorando da casa con i propri strumenti e questa è una cosa inaudita. Il paradosso è che gli impiegati comunali pagano per lavorare, questo avviene per “l’ignavia” di questa Amministrazione. Quello che sorprende è che gli Assessori ed il Segretario Generale, che è anche il dirigente responsabile del personale, hanno a disposizione strumenti di proprietà della pubblica amministrazione e per inciso guadagnano molto di più dei dipendenti, mentre il dipendente si è dovuto comperare il pc a proprie spese, usa il suo telefono personale, l’energia elettrica e il suo WIFI, per poter lavorare in “lavoro agile”, nel rispetto dell’obbligo stabilito dal Governo in fase di lockdown. Veramente un paradosso.

Tecnicamente perché il Comune non ha ancora riaperto al pubblico la maggior parte dei servizi?

Il Comune, nella prima fase dell’emergenza sanitaria, il 13 marzo 2020, ha correttamente determinato con un atto quelli che erano i servizi indifferibili, come: i servizi demografici e di polizia locale. Servizi che dovevano essere svolti obbligatoriamente in presenza. Successivamente, per obbligo di legge (anche se in ritardo), hanno mandato i dipendenti in lavoro agile. In realtà si tratta di tele-lavoro, che è cosa ben differente da quello che è il concetto di smart working o di lavoro agile. Con la riapertura della maggior parte delle attività economiche private, lo stesso Ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone ha invitato le Amministrazioni a rivedere la definizione dei servizi indifferibili, aumentando la partecipazione in sito dei lavoratori necessari, attivando quanto previsto dal DPCM del 26 aprile 2020. Per fare questo il Comune doveva garantire l’applicazione e la messa in sicurezza dei propri locali (anche se per la parte occupata dai servizi indifferibili deve esserlo già), in accordo con il sindacato, redigendo un protocollo d’intesa, stiamo parlando di oltre un mese fa.

Riguardo la messa in sicurezza degli uffici del comune di Fabriano, da quando e quali interventi sono necessari per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini che devono usufruire dei servizi del Comune?

Diciamo che già dalla fine di marzo, cioè dopo aver mandato i dipendenti in lavoro agile, gli Amministratori fabrianesi avrebbero dovuto dare le direttive politiche per far predisporre tutte le misure organizzative per la messa in sicurezza dei lavoratori in presenza negli uffici. I principi universali (così definiti in gergo tecnico), sono noti da marzo. Questi principi sono, lo ricordo: Distanziamento, DPI (mascherine e guanti) e Sanificazione, erano noti anche ai bambini. Principi che nel caso degli uffici si declinano come: verifica delle distanze tra le scrivanie, percorsi di accesso e di uscita (evitando interferenze) sia dei dipendenti che dei cittadini, analisi dei vari DPI per le differenti mansioni dei dipendenti e organizzazione degli orari degli uffici, sia per i dipendenti che per il pubblico. Teoricamente, come hanno fatto tutte le aziende private, potevano benissimo essere pronti alla ripartenza da giorni. Questo era anche un auspicio contenuto nella circolare ministeriale di fine aprile, dove si invitava le amministrazioni ad aumentare i servizi in presenza, tutto nella massima sicurezza, tenendo anche conto che il rientro degli impiegati poteva essere organizzato anche a rotazione, garantendo nel contempo maggiori servizi e una risposta immediata ai bisogni dei cittadini, anche al telefono, da parte dei vari uffici. Tutto questo non è avvenuto, perché l’Amministrazione non si è assunta le responsabilità di dare l’indirizzo politico e il Segretario Comunale, che è anche il responsabile del personale non si è preso questa incombenza. Sicuramente il sommo poeta Dante li avrebbe posizionati nel girone degli Ignavi.

Ma è così difficile riaprire al pubblico gli uffici comunali?

Riaprire il Comune è abbastanza semplice. L’unico problema, da un punto di vista tecnico strutturale, riguarda la palazzina dell’Anagrafe, che ha dei vincoli strutturali nel corridoio per cui bisogna fare una leggera modifica. Per il resto del palazzo comunale, basta controllare il distanziamento negli uffici, gli accessi e percorsi, le pulizie e organizzare gli orari.  Cominciando ad essere anche intelligenti, non chiedendo ai dipendenti che vanno al lavoro o ai visitatori, la ridicola autocertificazione, in cui si dichiara di essersi misurati la febbre e di non averla. Basta installare (per la modica cifra di circa 700-800 euro), un termo scanner automatico che apra la porta automatica a vetri nell’ingresso del municipio. Tutto questo lo suggerisco, sia a tutela dei dipendenti che dei cittadini, ma anche degli Amministratori e dei Dirigenti, che sono i responsabili per legge della salute dei dipendenti e dei cittadini. Vorrei ricordare che, purtroppo, anche alcuni dipendenti legati alle attività municipali hanno subito la bruttissima esperienza del Covid e per fortuna tutto si è concluso bene. Devo ammettere che questa volta, la maggior parte dei dirigenti, che svolgono la funzione di datore di lavoro, hanno compreso le loro responsabilità adeguandosi alle direttive ed al rispetto e tutela dei lavoratori prima di tutto. Se fino ad ora i lavoratori che erano in presenza hanno avuto le tutele per la loro salute, è grazie al fatto che i dipendenti, in totale assenza di direttive politiche prima di tutto e di supporto tecnico, hanno assicurato la gestione della situazione, grazie al fatto che è al dirigente responsabile del servizio che compete per legge la gestione.

Riguardo i rapporti con il sindacato da parte dell’Amministrazione?

Era obbligo, visto che la settimana scorsa mi dicono è nato il D.V.R con l’allegato per il rischio pandemia, consultare il sindacato per firmare il protocollo da applicare. Per fortuna che ero io ad essere il “cattivo” nei rapporti con il sindacato ed i dipendenti!