Fabriano – Alcuni ristoranti riaprono. “I locali perdono il 40% dei posti”

di Antonella Bartolini, responsabile Pubblici Esercizi Confcommercio Fabriano

Al via della seconda fase hanno ricominciato la loro attività solo il 2% dei ristoranti della città. Quasi tutti riprenderanno non prima del fine settimana e una minima percentuale posticipa la riapertura verso gli inizi di giugno: in questi giorni si stanno mettendo a punto i vari dettagli contenuti nei protocolli. L’argomento più dibattuto è sicuramente quello della distanza tra i tavoli, un metro sì ma tra le persone, per cui la disposizione delle sedute è calcolata al centimetro. Metro alla mano, infatti, in molti casi si è dovuta cambiare totalmente la disposizione all’interno dei locali perdendo purtroppo almeno il 35/40% dei posti a sedere. Altra cosa che cambierà sarà quella della consultazione dei menù: o cartacei usa e getta, o plastificati da sanificare dopo l’uso da parte del cliente o preferibilmente digitali. La maggior parte degli operatori si orienterà verso quest’ultima tipologia. La questione più spinosa però è quella del grado di parentela dei commensali: si è di nuovo alle prese con il problema dei congiunti.

Per ora si potrà mangiare al ristorante solo tra membri conviventi del proprio nucleo familiare, altrimenti ci dovrà essere la distanza di un metro, oppure la divisione con il plexiglass. Tutto sarebbe più facile, però, se i clienti potessero firmare un’autocertificazione dichiarando di voler cenare con il proprio amico o collega a distanza ravvicinata. Nessun obbligo, invece, di misurare la temperatura al cliente, ma i dati identificativi dello stesso dovranno essere conservati per 14 giorni qualora dovesse verificarsi un caso positivo tra clienti o dipendenti. Molto si punterà sul monouso in modo da garantire al cliente la massima sicurezza chiedendogli, viceversa, la collaborazione nel rispetto delle regole non dimenticando mai che alla base di tutto c’è la tutela della salute. Il rischio d’impresa è mai come ora di alto livello però mi piace parlare piuttosto di coraggio di impresa. Sicuramente oggi come oggi la riapertura delle nostre attività è un salto nel buio, praticamente si riparte quasi da zero, molti sono i dubbi e le preoccupazioni -che peraltro non hanno mai abbandonato il ristoratore durante la quarantena- e poche le certezze. Il dato più confortante, però, è il calore che i clienti hanno dimostrato in questo periodo, l’aver seminato bene è sicuramente una buona dose di forza per ricominciare.