IL COORDINAMENTO PUNTO NASCITA NON MOLLA LA PRESA, SALVARE D451

In attesa della revisione dei parametri che fissano le peculiarità necessarie al mantenimento del “Punto Nascita” negli Ospedali, come promesso dal Ministro della Salute Giulia Grillo entro il 31 marzo prossimo, il Coordinamento Punto Nascita di Fabriano non molla la presa e continua la battaglia per salvare il nostro D451. In prima linea troviamo Katia Silvestrini che con passione, determinazione e tanto cuore ha guidato in questi ultimi anni il Coordinamento. L’abbiamo incontrata per capire cosa accadrà nei prossimi giorni e quale sarà il destino dell’Ospedale Profili di Fabriano e del suo Punto Nascita.

Katia, dopo tante battaglie il Punto Nascita di Fabriano ha chiuso i battenti. Come Coordinamento cosa ne pensate di questo finale da molti “annunciato”?

Istintivamente mi viene da ricordare una frase che Ceriscioli pronunciò durante un incontro in Regione, durante il quale lo incalzavo invitandolo a darmi risposte precise. In quell’ occasione, in risposta ai miei vari perché, mi rispose che la sua era una “scelta politica”. Ecco, quella scelta politica che abbiamo cercato di contrastare, in realtà è stata soltanto sospesa per riprendere poi un iter super accelerato, così come abbiamo visto in questi ultimi due mesi. Naturalmente la nostra visione è un’altra. Abbiamo sempre sostenuto che l’unica speranza per il nostro nosocomio cittadino sia quella volta ad ottenere che l’Ospedale Fabrianese possa diventare il punto di riferimento di una Vasta Area Montana, finalmente sganciata dall’Area Vasta 2. Intendiamo quindi non arrenderci e continuare a lavorare su questa base.

Fino all’ultimo si è cercato di individuare un “colpevole”, un capro espiatorio su cui riversare tutte le responsabilità del caso. A giochi fatti, se ci sono delle responsabilità, chi vi ha deluso maggiormente? Chi avrebbe potuto fare di più per salvare il salvabile?

Le responsabilità sono politiche, senza ombra di dubbio. Lo stesso atto di chiusura del Punto Nascita di Fabriano, infatti, oltre ad evidenziare una gravissima disattenzione e inesattezza da parte della burocrazia Ministeriale e Regionale rispetto alle varie problematiche delle aree interne, rappresenta anche un ulteriore danno per il territorio e va in direzione contraria rispetto alle dichiarazioni della stessa politica in merito alle soluzioni da apportare proprio a difesa delle aree montane.  La politica ha diviso in gruppi di appartenenza i residenti nella nostra Regione, dove noi cittadini della montagna siamo considerati di serie B ed ora la stessa politica, nascondendosi dietro a sterili parole come “sicurezza e ottimizzazione”, sta compiendo l’unico obiettivo che persegue da tempo, quello volto a depotenziare prima e smantellare poi, pezzo su pezzo, gli ospedali delle zone più disagiate. Ovviamente sappiamo bene che tali scelte sono da attribuire al Governatore Ceriscioli e alla sua Giunta, ma ci saremmo aspettate maggiore attenzione e collaborazione anche e soprattutto da parte dell’Amministrazione della nostra Città. Non ci saremmo aspettate diatribe e rimpalli inutili, ma atti e fatti concreti da parte di chi dovrebbe svolgere il proprio ruolo istituzionale a difesa del territorio e dei cittadini, non esponendoli a rischi, ma assicurando loro il diritto alla salute nel rispetto del contesto sociale, territoriale ed orografico della nostra zona.

Dobbiamo dare atto, per onestà intellettuale, dell’enorme sforzo compiuto dal Coordinamento per salvare il Punto Nascita. Vi siete mai sentiti abbandonati in questa battaglia dalle Istituzioni? I cittadini fabrianesi vi hanno supportato o confidavate in una maggior partecipazione?

I cittadini fabrianesi li conosciamo, sappiamo che non è facile che” ci mettano la faccia”, per questo riteniamo che anche l’ultima manifestazione del 9 febbraio scorso, che ha visto la presenza circa 750 persone, sia stata comunque davvero partecipata. È vero, su una tematica così importante, la partecipazione avrebbe dovuto essere molto più numerosa ma sappiamo che, comunque sia, il cittadino fabrianese ci è vicino. Altra è, purtroppo, la collaborazione da noi auspicata con le Istituzioni che, al contrario, hanno condotto in solitudine ogni iniziativa e soltanto nella manifestazione sopra citata hanno deciso di collaborare. Avremmo voluto, e ne abbiamo cercato il modo, di poter avere con la nuova Amministrazione Cittadina, lo stesso rapporto che siamo riuscite ad ottenere con l’allora Sindaco Sagramola e con i dirigenti del suo Partito, ma ogni tentativo è stato vano. Da sottolineare che anche il PD Cittadino, che avrebbe potuto affiancarci come negli anni passati, questa volta sia stato completamente assente.

Stiamo assistendo ad una serie di interventi volti a depotenziare progressivamente il nostro Ospedale Profili, un nosocomio che sarebbe potuto diventare punto di riferimento di una zona montana già provata dal sisma, dalla carenza di infrastrutture e da una perdurante e grave crisi economica ed occupazionale. Cosa facciamo ora? Alziamo le mani? Ci arrendiamo?

Assolutamente no. Il Coordinamento Cittadino, fin dalla sua nascita, ha sempre sostenuto la necessità di una Vasta Area Montana nella quale il nostro Ospedale ne sia il suo punto di riferimento e siamo certe nell’affermare che questa possa essere l’unica soluzione.  Intanto attendiamo l’esito dell’udienza pubblica al Tar prevista per il 22 maggio. E da qui ripartiamo!

Ripensando al percorso compiuto in questi anni dal Coordinamento Punto Nascita, a tutte le manifestazioni, ai cortei, ai sit-in hai personalmente qualche rimpianto? Se c’è stato qualche errore di valutazione qual è stato?

Si, forse ho sperato invano in una collaborazione. Avrei voluto poter contare su una battaglia condivisa, su politici e persone che con convinzione avessero abbracciato questa problematica cercando di contrastare tutte quelle scelte scellerate che stanno penalizzando tutto il nostro territorio.

Lo scorso 20 marzo, durante il “Question Time” alla Camera dei Deputati, in cui si chiedeva di rivedere i criteri e gli standard minimi dei punti nascita il ministro Grillo, tramite il ministro Riccardo Fraccaro, ha condiviso il principio ispiratore dell’Accordo Stato-Regioni del 2010, che governa tuttora la disciplina dei punti nascita. Una tua riflessione in merito?

Che dirti? È un’amara sorpresa scoprire che la ministra Grillo, così come la Lorenzin, affermi che la sicurezza sia legata a sterili numeri… io sono convinta dell’esatto contrario. Per me, piccolo è bello. E lo è proprio perché penso che la mole inferiore di lavoro conceda l’opportunità di ottenere una maggiore qualità del servizio. Voglio però sperare nella tanto promessa revisione dei parametri, certa come sono, che il nostro punto nascita li rispetti in toto. Manca soltanto la figura del pediatra, questo dobbiamo pretenderlo. Non possiamo rinunciare ad una mancanza così importante in un territorio che vede la presenza di ben 7800 fra bambini e giovani in età pediatrica. Proprio questa speranza, la revisione dei parametri, è quella che ci ha inspirato a lanciare l’iniziativa dei fiocchi rosa e celesti. Mi auguro quindi di vedere la mia città tutta colorata, in ogni punto e luogo possibile. Fabriano rinasce anche da qui, dai bambini, il nostro futuro.

Alla luce di quanto sta accadendo in queste ultime settimane, quale futuro possiamo prevedere per l’Ospedale Profili di Fabriano?

Non voglio essere pessimista, ma voglio sperare in una seria presa di coscienza della politica e in un riscatto di dignità. Vorrei concludere questa intervista così: “Nessuno può tornare indietro e creare un nuovo inizio, ma chiunque può ricominciare oggi e creare un nuovo finale”.

Gigliola Marinelli