ILLEGALITÀ AMBIENTALE, LE MARCHE TREDICESIMA REGIONE, 845 INFRAZIONI

Continuano a crescere gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente nella nostra regione. Se infatti nel 2016 le infrazioni accertate erano circa 700, nel 2017 sono state ben 845. Le Marche, con il 2,8% delle infrazioni sul totale nazionale, si posizionano al tredicesimo posto nella classifica delle illegalità ambientali con 986 denunce, 187 i sequestri e 2 arresti. Sono i primi numeri del Rapporto Ecomafia di Legambiente 2018, presentato in occasione della XXIV Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafie nel corso dell’evento “Orizzonti di giustizia sociale – passaggio a nord est”. Alla conferenza stampa sono intervenuti: Antonio Morabito, responsabile osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente; Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche; Daniele Boccetti, segretario Generale Filla Cgil Marche; Generale di Brigata Fabrizio Mari, Comandante regionale Carabinieri Forestali; Tenente Colonnello Carmelo Grasso, Carabinieri Nucleo Patrimonio Culturale Marche. I dati raccolti sono il risultato dell’azione delle forze dell’ordine e delle autorità di controllo, che oggi si svolgono in un rinnovato e più efficace quadro normativo e con una rinnovata attività di controllo che vede per la prima volta fare sistema il lavoro dell’Ispra e quello della rete nazionale delle Arpa.

Il Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente, scendendo nel dettaglio, mette in evidenza i seguenti temi:

REATI CONTRO LA BIODIVERSITÀ

Complessivamente sono 342 i reati contro la biodiversità nella nostra regione, che collocano le Marche all’8° posto nella classifica. A spiccare, in particolare, sono i dati relativi ai reati contro la fauna di mare, un business accumulato tra commercio di animali vivi o morti, oggetto di cattura a fini alimentari o allevatoriali o ornamentali, con 247 infrazioni accertate, il 5,5% sul totale a livello nazionale, di cui 128 solo in provincia di Ascoli Piceno. Non va meglio per quanto riguarda le infrazioni contro la fauna “sulla terraferma”, che collocano le Marche al 12° posto con 95 reati accertati, di cui 45 solo nella provincia di Ancona.

CICLO DEI RIFIUTI e DEL CEMENTO

Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, sono 193 le infrazioni accertate, 211 le denunce e 71 i sequestri, che valgono alla nostra regione il 14° posto nella classifica. Nella provincia di Ancona, in particolare, nel 2017 sono state accertate ben 62 infrazioni. Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti troviamo i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i Raee, i materiali plastici, gli scarti metallici (ferrosi e non), carta e cartone. Più che allo smaltimento vero e proprio è alle finte operazioni di trattamento e riciclo che in generale puntano i trafficanti, sia per ridurre i costi di gestione che per evadere il fisco. A ciò va aggiunto il fenomeno degli incendi dolosi o colposi, che nel 2017 nelle Marche sono stati 37, il più delle volte divampati proprio presso impianti di gestione e trattamento dei rifiuti. Guardando, invece, al ciclo del cemento, sono 93 le infrazioni accertate, pari al 2,4% del totale nazionale.

ARCHEOMAFIA

Accanto a un settore economico che “tira” come quello artistico, c’è il corrispettivo settore dell’ecomafia, che, come un’ombra, trova spazio nelle pieghe degli scambi ufficiali, ha clienti affezionati, e, a sua volta, produce ottimi affari per chi sceglie di muoversi nel solco dell’illegalità. Nelle Marche sono stati 10 i furti di opere d’arte accertati nel 2017, pari all’1,4% del totale nazionale. Numeri non di certo allarmanti, ma che sottolineano quanto la nostra regione non sia immune dal grave fenomeno del saccheggio del patrimonio artistico.

“Ancora una volta il Rapporto Ecomafia ci ricorda che non possiamo permetterci di abbassare la guardia, soprattutto in questo momento così delicato per la nostra regione sconvolta dal sisma e alle prese con il più grande cantiere d’Italia: nel nostro territorio sono preoccupanti i numeri sul ciclo illegale dei rifiuti e del cemento. Inoltre sono davvero troppi i reati contro la biodiversità. – dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – Per questo, ora più che mai, è nostro dovere continuare a contrastare con forza l’economia ecocriminale, assieme alle associazioni che si occupano di legalità e di difesa dell’ambiente e con le forze dell’ordine che ogni giorno si adoperano per combattere la criminalità, e promuovere un’economia sostenibile e innovativa fondata sul pieno rispetto della legalità. Chiediamo alle Istituzioni, alle amministrazioni locali e alle associazioni di rappresentanza delle imprese di mettere in campo una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore, cittadini e scuole sulla legge 68/2015. Una inversione di tendenza è necessaria per rendere le Marche più forti e competitive”.

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