IL MOREA-VIVARELLI DI FABRIANO PER UNA SCUOLA 4.0

Una settimana sperimentale che coniuga alternanza e recupero con al centro lo studente. Dal 18 al 23 Febbraio all’Itas Vivarelli di Fabriano è in corso una “ventata” di novità, frutto di un progetto articolato e coraggioso, scaturito dal collegio docenti e sperimentato anche la settimana precedente negli indirizzi economici dell’Itc Morea. Perché coraggioso? Perché il cambiamento richiede energie, pianificazione, innovazione e può generare perplessità o addirittura qualche critica. Come quella di una mamma che commenta: “Ma chi deve recuperare in vista del debito scolastico da sanare e non può partecipare a tutte le attività proposte è discriminato!” Una criticità? In realtà girando per i corridoi si percepisce una bella atmosfera, gruppi di studenti indaffarati, dai volti allegri, soddisfatti. E la voce più importante, quella dei ragazzi rimanda un feed-back positivo, i cui commenti assomigliano tutti un pò a quello di Alice che, con gli occhi che le brillano sornioni, afferma: “di solito siamo noi quelli sempre in classe con i professori che girano mentre in questi giorni siamo noi studenti a girare, ed è sicuramente più divertente” oppure a quello di Alessandro “finalmente un po’ di onore al merito per chi ha lavorato e si è impegnato in tutto il primo quadrimestre e ora può imparare altre cose interessanti ma in modo diverso, senza la solita pesantezza delle lezioni in classe”, e ancora a quello di Diego “bellissimo il progetto anche perché sono state messe insieme più classi per ogni differente attività e così ci ha dato modo di fare nuove amicizie, conoscere studenti di altre sezioni”.

I giovani destinatari della settimana sperimentale, i nostri millenial, con poche immediate battute hanno subito messo a fuoco i punti di forza del progetto. Sinergia e responsabilizzazione, autonomia e interesse per accendere la scintilla della passione. Andare a scuola e non in carcere per gli studenti e per i prof. catturare energia dai giovani e non sentirsi secondini a loro volta prigionieri di un Sistema che scricchiola, che reclama riadattamenti ponderati ma funzionali a una società in continua evoluzione. La scuola deve correre insieme ai giovani e non fronteggiarsi su territori ostili. E i prof? Forse qui non c’è proprio unanimità, qualcuno è reticente al cambiamento senza accurata pianificazione ma si ribatte che “l’eccesso di pianificazione porta spesso all’inerzia” e la prof.ssa Giorgia che si definisce “straniera” in terra fabrianese dice di respirare un’atmosfera “universitaria” in questi giorni all’ITAS Vivarelli. Nei corridoi i gruppi di studenti si sfiorano per accedere alle varie proposte formative, di approfondimento, di confronto come la visita a un Birrificio della Vallesina, o l’escursione alle fonti del Giano, i tanti Cineforum e la passeggiata all’Aula Verde di Vallemontagnana, e la possibilità di ammirare l’allevamento e addestramento di cani, incontri con esperti di zootecnica del Consorsio del Vitellone bianco Appennino centrale IGP (PG) e il convegno su Arti marziali e bullismo.

Un programma vasto e trasversale dedicata a tutti gli studenti la cui unica difficoltà è stata la logistica: studiare il calendario degli incontri, verificare gli spazi, ossia sapersi organizzare. E, questa non è forse una delle abilità principali del percorso di formazione e crescita che la scuola di oggi deve fornire? Nel frattempo che lo studente si organizza per usufruire (non subire) delle possibilità di “potenziamento” personale, gli altri studenti, quelli “indebitati” in qualche materia cercano di “pareggiare i conti” con i consueti “corsi di recupero” ma forse con una maggiore consapevolezza. Quale? Che il lavoro premia, che studiare permette di approfondire e apprezzare ancora di più le opportunità che nel corso della vita vengono offerte. Inclusa la scuola. Quella di oggi che apre le porte alla scuola del futuro.

Vinny Cecchetelli