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“RICOSTRUZIONE DIFFICILE, PROCEDURE FACILI SOLO SULLA CARTA”

Fabriano – “La situazione è complessa: ci sono, tra chiese ed edifici annessi, 3mila strutture danneggiate, il 60-70% nelle Marche, con particolare concentrazione nella zona di Camerino e nell’Ascolano. Poi c’è tutto il fronte della zona di Amatrice i cui danni sono ingenti e in alcuni casi le chiese sono scomparse”. A fare il punto, a due anni dalla prima scossa di terremoto che ha messo in ginocchio il centro Italia, è monsignor Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica e co-presidente del’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso di proprietà ecclesiastica.

Il presule lancia un appello: “Serve buon senso per guardare tutti insieme al bene comune, mettendo da parte burocrazia e rigidità, senza però trascurare legalità e trasparenza”. La situazione delle chiese nelle regioni sconvolte dal sisma non è facile: la ricostruzione, nel senso stretto del termine, non è ancora partita. “Sono iniziati alcuni interventi – dichiara monsignor Russo – per rendere i luoghi di culto nuovo fruibili e i lavori di messa in sicurezza provvisionale, cioè operazioni tampone per evitare possibili nuovi danni”. Recentemente il governo ha inserito nel cosiddetto “decreto terremoto” la richiesta arrivata proprio dalle 26 diocesi dell’Italia centrale che parla di semplificazione delle procedure. “Le Diocesi – spiega il vescovo – sono soggetti attuatori mentre prima l’unica stazione appaltante era lo Stato. Le ordinanze 23 e 32, solo per fare un esempio, dell’anno scorso, che interessano rispettivamente 69 e 111 chiese in quattro regioni, avrebbero dovuto consentirci in breve tempo la riapertura di molti edifici di culto, perchè l’idea era quella di riaprire le chiese con pochi danni, sotto ai 300mila euro, così la popolazione avrebbe avuto un luogo dove celebrare la messa e, quindi, un punto di riferimento. Le diocesi, però, si sono accorte che la procedura non era chiara. Da qui la richiesta al governo. Sta di fatto che molti cantieri devono ancora partire”.

Ora inizia una fase importante con l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto tra Stato e Chiesa che dovrà definire queste procedure semplificate, sia per gli interventi sotto alla soglia di 500 mila euro che sopra. “Spero che si riunisca a settembre – conclude – perchè c’è l’esigenza di iniziare la ricostruzione». Ora si guarda al futuro sperando nell’apertura della quasi totalità dei cantieri quanto prima. A due anni dal terremoto Russo evidenzia come «nei piccoli borghi la gente è molto attaccata ai luoghi di culto, simbolo di un territorio che non vuole scomparire e non vede l’ora che s’inizi con i lavori. Si avverte molto questa problematica perchè in estate si può celebrare una funzione religiosa all’aperto, ma in inverno arrivano i problemi. Da qui l’appello al buon senso affinchè tutti si affrettino sulla ricostruzione”.

Qui Fabriano

Sono 12 gli edifici di culto i cui progetti sono stati già presentati all’Ufficio Ricostruzione Marche e sono stati approvati sia da un punto di vista tecnico che economico. A maggio si sono svolte le prime gare. “Ad oggi – spiega il vescovo, Stefano Russo – abbiamo già appaltato 5 chiese. A breve saranno appaltate tutte. L’apertura dei cantieri è prevista entro l’inizio di settembre”. Su 12 chiese due sono state inserite nell’ordinanza 23 del 5 maggio 2017; 10 nell’ordinanza 32 del 21 giugno 2017 entrambe per la “Messa in sicurezza delle chiese danneggiate dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 con interventi finalizzati a garantire la continuità dell’esercizio del culto. Il totale della somma concessa alla diocesi di Fabriano-Matelica per queste opere di messa in sicurezza è intorno ai 1.500.000 euro. Cinque sono a Matelica: Santa Maria delle Grazie a Braccano, San Giovanni Battista a Colferraio, San Vincenzo Martire a Colli, San Michele Arcangelo a Rastia, San Fortunato a Poggeto. Quattro a Fabriano: San Donato, San Venanzo Vescovo a Albacina, Santa Maria in Campo e Santa Maria Sopra Minerva a Castelletta. Due a Cerreto D’Esi: Collegiata Santa Maria Assunta e Santa Maria delle Grazie a Cerquete. Una a Serra San Quirico: Beata Maria Vergine del Rosario a Domo. “Ci auguriamo – dichiara il vescovo Russo – che per dicembre, salvo imprevisti, i lavori dovrebbero essere conclusi in 9 chiese. Nelle restanti tre, Colferraio, Poggeto, Cerquete entro la primavera 2019”.

Marco Antonini