“FINISCI PRESTO”

Sono lì da un anno e mezzo e sono diventati il simbolo di questo terremoto che non finisce più. I camper, in prossimità della scuola primaria Mazzini, quartiere Borgo, accolgono tutti quelli che da Sassoferrato e dai paesi alle pendici di Monte Cucco arrivano a Fabriano. Una presenza silenziosa, dal 24 agosto 2016, a testimoniare come la paura non sia per nulla diminuita. “Quando pensi che puoi dormire tranquillamente, senza pensieri – commenta Oliva Paladini, pensionata di 80 anni – ecco il terrore notturno che ti fa restare con gli occhi aperti”. E’ il pensiero di tantissimi, forse tutti, fabrianesi che ieri si sono svegliati di soprassalto, alle 5,11 quando la terra ha ripreso a tremare forte. Una scossa di intensità 4,7 con epicentro a Muccia di Macerata, 33 chilometri in linea d’aria da Fabriano, ha fatto uscire tanti di casa ancor prima dell’alba. “Qui davanti – continua la donna residente al secondo piano di un palazzo zona Borgo – quando mi sono affacciata sul balcone, in molti sono usciti e si sono messi a dormire in auto. Che succederà?”. Per fortuna nuovi danni, al momento, non ci sono stati. I controlli sono andati avanti ieri, 10 aprile, per tutta la mattina nelle scuole e anche nelle chiese, ma non si registrano complicazioni. Ciò che invece è andato in tilt è stato il trasporto pubblico su rotaia. I treni della linea Fabriano-Civitanova Marche non sono partiti per sei ore. Hanno ripreso la marcia solo alle 11,20. Durante l’interruzione i regionali in viaggio hanno registrato ritardi fino a 50 minuti, cinque convogli sono stati cancellati e sei limitati nel percorso. L’ok alla circolazione è arrivato a conclusione di approfonditi accertamenti tecnici da parte di Rfi. I ritardi hanno interessato anche la tratta Roma-Fabriano-Ancona. I controlli, per tutta la mattinata di ieri, hanno riguardato anche le chiese: non sono emerse nuovi danni. In centro storico, quindi, la Cattedrale, è stata aperta regolarmente dopo i lavori effettuati meno di un anno fa. In tutta la diocesi sono circa 50 le chiese ancora inagibili dal sisma del 2016.

Ceriscioli a Pieve Torina: “L’emergenza non è finita”

“La forte scossa di magnitudo 4.6 ha generato preoccupazione e risvegliato la paura nelle persone che hanno vissuto per mesi il terremoto. Da un primo rilievo 6 appartamenti hanno perso l’agibilità. Le famiglie che hanno subito danni alle loro abitazioni avranno diritto al Cas o alla ospitalità in albergo e a tutte le forme di assistenza e accoglienza che sono state applicate in occasione delle precedenti scosse”. Lo ha assicurato il presidente Ceriscioli ieri mattina a Pievetorina dove si è svolta la riunione operativa con il capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, il commissario straordinario per la ricostruzione, Paola De Micheli e diversi sindaci del maceratese per fare il punto della situazione. Quattro le azioni da mettere in campo: verificare i danni alle strutture, garantire l’assistenza alle persone che hanno avuto l’ordinanza di sgombero, esaminare l’erogazione dei servizi essenziali e verificare tutte le strutture strategiche. “Continueremo a dare al territorio una forte attenzione e ci sono tutti i presupposti per prolungare il periodo dell’emergenza che ad oggi è fissato nel 31 agosto, ma con molta probabilità verrà prorogato – ha proseguito il presidente.- Venti giorni fa abbiamo inviato richiesta formale ai neo presidenti di Camera e Senato affinché vengano a visitare le realtà colpite dal sisma. Immediato l’intervento di ripristino dei pensili caduti in tre Sae sulle 208 presenti a Pievetorina. I tecnici hanno ancorato alla struttura portante della cucina anche i pensili delle altre casette con delle viti e domani è prevista una ulteriore riunione”. I comuni maggiormente colpiti dall’evento sismico di oggi sono quelli di: Pieve Torina, Muccia, Valfornace, Visso, Camerino, Monte Cavallo, Fiastra, Caldarola. Chi è stato danneggiato da questo nuovo evento può presentare domanda di sopralluogo presso il Comune per verificare l’agibilità.

Nella notte  nuove scosse, la più forte di magnitudo 3.4

Marco Antonini