AGORA’- Il suono della nostra terra

Ciao a tutti i lettori di Radio Gold! ROCK & WORDS sono Fabio Bianchi e Massimo “Max” Salari. Insieme raccontano la storia della musica Rock e dintorni, l’evoluzione e come nascono i generi musicali, tutto questo in conferenze supportate da audio e video . Assieme sono nel direttivo dell’associazione Fabriano Pro Musica. FABIO BIANCHI: Musicista, suona batteria e tromba. Ha militato in diverse band fra le quali i Skyline di Fabriano e l’orchestra Concordia. MASSIMO “Max” SALARI: Storico e critico musicale, ha scritto e scrive in riviste musicali di settore e webzine come Rock Hard, Flash Magazine, Andromeda, Rock Impressions, Musica Follia, Flash Forwards ed è gestore del Blog NONSOLO PROGROCK. Per sei anni è stato vicepresidente di PROGAWARDS, premio mondiale per band di settore Rock Progressivo e sperimentale. 

PER CONTATTI: rockandwordshistory@gmail.it  o salari.massimo@virgilio.it

 

AGORA’- Il suono della nostra terra

(Di Massimo Max Salari)

 

Cenno storico

Provenienti dall’entroterra marchigiano il gruppo del fabrianese Renato Gasparini (chitarra) nasce come live band, con date importanti come quelle in Villa Pamphili, Parco Lambro o quella stampata in vinile di “Live In Montreaux” (Atlantic -1975). Il loro Rock è impreziosito dal Jazz con una spolverata di Folk. A seguire “Agorà 2” (Atlantic-1976), “Ichinen” (Immaginifica – 2014), “Bombook” (Cramps/Sony – 2016). Si formano all’inizio del 1974 e all’origine comprendono Roberto Bacchiocchi (piano), Ovidio Urbani (sax soprano), Renato Gasparini (chitarra), Paolo Colafrancesco (basso), Mauro Mencaroni (batteria). Il nome del complesso, Agorà, fu scelto dal gruppo e da Cesar Monti, fotografo ed ideatore della copertina del primo album, per rievocare le atmosfere della cultura mediterranea applicando spontaneamente temi melodici in un tessuto jazz-rock.

Ad oggi si sono aggiunti alla batteria Massimo Manzi, Gianni Pieri al violoncello e Gabriele Possenti alla chitarra.

Ex membri:

Mauro Mencaroni: batteria, voce (1974-1977, 2002-2012)

Roberto Bacchiocchi: tastiere, voce (1974-1980)

Paolo Colafrancesco: basso, voce (1974-1976)

Nino Russo: sax, percussioni (dal 1976 al 1978)

Savino Lattanzio: basso (1978)

Pepe Maina: percussioni (1978)

Robert Clark: basso (1979-1980)

Maurizio Mercuri: chitarra, (2002-2011) produzione (2012-oggi)

Giovanni Ceccarelli: pianoforte (2002-2011)

Alessandra Pacheco: voce (2002-2011)

Carl Potter: percussioni (2002-2011)

Aki Montoya: percussioni (2002-2011)

 

AGORA’ – Ichinen

Selfproduced – Distribuzione italiana: Genere: Jazz Rock – Support: CD – 2013

Quante volte si è detto che la buona musica non ha tempo, io non mi soffermerei neppure sul delegare necessariamente termini al genere proposto, quando questo è fruibile e apparentemente senza tempo. Perché in definitiva di questo si tratta, di storie lontane che affondano radici negli anni ’70 e in quel Jazz Rock che tanto ha dato a band come Perigeo oppure agli Arti & Mestieri, tanto per dare punti di riferimento. Ma è riduttivo, perché in verità i marchigiani Agorà sono punto di riferimento di loro stessi. Gli appassionati del genere ed i collezionisti di vinile hanno ricercato e speso anche molti soldi oggi per trovare i primi due LP “Live In Montreaux” (1975) e “Agorà 2” (1976), mentre chi già li ha, li costudisce gelosamente. Si perché fanno parte di quel ramo del Progressive Rock italiano di nicchia, quello di cui fanno parte artisti come Alphataurus, oppure Aktuala, Duello Madre, insomma quella gerarchia di band da “sottobosco” che a causa di una fievole stampa primordiale, si sono trovate loro malgrado nel semi anonimato. Solo una successiva ristampa, nell’interesse di alcune case discografiche, nel momento in cui il genere sembra risollevare interesse, ridona ai nostri tempi i loro fasti, i suoni ed i colori di chi la musica l’ha vissuta veramente.

Gli Agorà tornano dopo 38 anni, questa volta inevitabilmente in cd, con l’entusiasmo e la passione del primo giorno, con la voglia di divertimento e non dell’autocelebrazione fine a se stessa, con la consapevolezza dell’esperienza e la tecnica che molte band di oggi si sognano soltanto di avere. L’incontro con il violoncellista Gianni Pieri, apre nuovi orizzonti alla band. Della formazione originale ritroviamo Renato Gasparini (chitarra), Ovidio Urbani (sax) e Lucio Cesari (basso) che da “Agorà 2”, fa parte della famiglia, per il resto tanti amici sopraggiunti nel tempo. La formazione si completa con Gabriele Possenti (chitarra), Gianni Pieri (violoncello) e Massimo Manzi (batteria). Manzi è un valore aggiunto a questa macchina oliata, sostituisce già Mencaroni dopo l’uscita del secondo album, la penna stilografica della batteria, colui che nel suo DNA non ha solo il Jazz, ma anche il Rock, il Blues e molto di più, non è un caso che la rivista Jazz It nel 2012 lo ha eletto batterista dell’anno nel “Jazz Award 2012”, referendum dei lettori.

“Ichinen” racconta un lungo percorso, tutto quello che Agorà avrebbe voluto dire nel corso del tempo, ma che non ha avuto modo di esprimere a dovere. Più che uno sfogo è un suggello acustico, il saper dire alla gente che ci siamo oggi come allora, più consapevoli che mai. Nel disco dunque si ripercorrono periodi differenti della band, anche gli anni ’80 e due inediti del 1978 e quello che ne scaturisce è una considerazione alquanto importante: La personalità degli Agorà è così forte da abbattere le barriere del tempo, quando gli anni ’80 ci donano la musica dal “suono di plastica”, loro non mutano il sound, restando fedeli a se stessi. Molto di questo merito va anche al lavoro scrupoloso del produttore e chitarrista special guest Maurizio Mercuri. Il suono è praticamente perfetto!

Rispolverati e donati di luce nuova i classici come “Serra San Quirico”e “Piramide Di Domani / Cavalcata Solare”. Il sax di Ovidio è presente, punto fermo dello stile Agorà, impreziosito dagli archi di Pieri, abili tappeti non invasivi. Il brano “Ichinen” viene dalla terra, acustico, etereo e solare, giocato su supporti corali fatti da Renato Gasparini ed Alessandra Pacheco. Anche l’amico Karl Potter gioca un ruolo fondamentale con le percussioni, sottolineando in maniera adeguata il concetto musica-terra. Ecco dunque che si sconfina nell’etnico e nel suono mediterraneo, ma anche in angoli soffusi e di classe, come in “Sensei”. Toccante il duetto acustico Possenti-Gasparini in “Work In Progress”, un dialogo tecnico ma soprattutto caldo, dettato da un notevole bagaglio storico culturale dei musicisti che si palesa fra le note. In “Starstrings” ritroviamo alla batteria Mauro Mencaroni, con gli Agorà dal primo album. Nuovo frangente acustico di cristallina bellezza il duetto Gaparini – Mercuri e gli amici si susseguono fra le note con l’ingresso alle tastiere di Giovanni Ceccarelli nel brano da lui composto dal titolo “Oceano”.

Agorà, realtà dell’entroterra marchigiano che nulla ha da invidiare alle band straniere, autori di questo gioiello sonoro che non deve mancare in nessuna discografia di chi ama la musica nel suo termine più profondo.

“Ichinen” è il principio fondamentale del buddismo, non solo “Io” ma anche gli altri, questo dare è solare fra le note dell’album e come lascia intuire l’artwork (curato e dettagliato anche all’interno), è semplice….come un bicchiere d’acqua!

 

AGORA’ – Bombook

Cramps / Sony Music – Genere: Jazz Rock / Prog – Support: CD – 2016

Sull’onda del ritorno in voga del Progressive Rock, oggi si organizzano sempre più manifestazioni e festival al riguardo, la brace sotto la cenere è sempre calda. Non a caso ritorna anche la storica casa discografica Cramps, colei che negli anni ’70 ha saputo costudire i tesori di gruppi e cantautori fuori dalle regole, intrisi di cultura. Chi non ricorda Eugenio Finardi, Arti & Mestieri, Area e moltissimi altri ancora, e a proposito di Jazz Prog la scuderia riaprendo oggi, accoglie fra le fila i storici marchigiani Agorà.

Fra le numerose manifestazioni relegate al genere c’è “Progressivamente Festival” al Live Club di Roma, organizzato dal grande guru del Prog Guido Bellachioma, anche direttore della rivista “Prog”. L’incontro con Renato Gasparini (chitarre) è galeotto, gli Agorà incarnano lo spirito positivo degli anni ’70, il connubio Jazz, Prog e mediterraneità fanno della loro musica un tassello che non può mancare in questa grande manifestazione che poi si svolgerà il 20 settembre del 2015.

In questi ultimi anni gli Agorà hanno sempre suonato assieme, e a parte i due storici “Live in Montreux” (1975 – Atlantic Records) ed “Agorà 2 (1976 – Atlantic Records), nel 2013 tornano con l’affascinante “Ichinen” (Aerostella). La formazione ad oggi oltre a Gasparini vede nelle file il sempre presente Ovidio Urbani (sax soprano e contralto), il pluripremiato batterista Jazz italiano Massimo Manzi (batteria), Lucio Cesari (basso), Gabriele Possenti (chitarra acustica) e Gianni Pieri (violoncello).

L’esperienza che vanno ad affrontare a Roma in questo live è impreziosita da due notevoli special guest, e qui mi riallaccio alla Cramps quando nomino il tastierista degli Area, Patrizio Fariselli, mentre a seguire c’è il maestro e compositore Marco Agostinelli, anche presidente di Fabriano Pro Musica.

Quello che vado subito a riscontrare all’ascolto sia vinilico che digitale di “Bombook” è la notevole qualità sonora, quando la professionalità finalmente fa la voce grande anche in Italia. Questo spesso è territorio di addetti ai lavori giapponesi, il che è tutto un dire.

Il live ripercorre un poco la storia musicale della band, anche se con nuovi arrangiamenti e quindi in una nuova veste, tuttavia non mancano quattro inediti, “Bombook”, “Reset”, “Oak Ballad” e “Puro”.

Il disco si apre proprio con la title track, scritta da Gasparini e Gianni Pieri ed è subito pelle d’oca per i nostalgici del genere e non solo! Tanta storia fra le note espresse, si possono riscontrare molte influenze, ma sarebbe riduttivo liquidare un brano così solare a un qualcosa di già sentito, perché esso gode di un aurea particolare, perché Bombook è il sunto della musica vissuta legata all’amicizia, quella storica dei componenti, e questo calore umano straborda ad ogni nota.

Un dolce arpeggio di chitarra apre “Reset”, accompagnato dal flauto di Agostinelli. Le scale melodiche non tendono mai all’eccessivo virtuosismo, privilegiando l’armonia e l’insieme. Proprio questo funziona nella musica degli Agorà. Solo di tanto in tanto ci si spinge in tecnicismi elevati, ma il tutto sempre controllato dalla cultura personale dei componenti davvero eccelsa. Massimo Manzi ha una calligrafia ritmica elegante, fatta con una stilografica. Il basso di Cesari mai invasivo, esegue egregiamente il proprio compito. Ritmo in “Costa Dell’Est”, un bel classico della band supportato dal sax di Ovidio Urbani e dal violoncello di Pieri.

Le atmosfere si fanno nuovamente leggiadre in “Sensei”, sereno e caldo, quello che spesso definisco brano di ampio respiro. Ma è con “Punto Rosso” che la qualità sale ulteriormente, fra gli interventi di Fariselli e le improvvisazioni, qui il gruppo è a proprio agio e viaggia che è un piacere.

Il lavoro di Possenti è importante, tessere trame a legare fra le strumentazioni per un risultato coeso ed elegante. “Ichinen” soffia e sussurra serenità, per poi giungere al bellissimo brano di Possenti “Puro”. Segue un altro classico tratto dal primo album, quel “L’Orto Di Ovidio” che profuma intensamente di anni ’70 e di terra marchigiana. “Oak Ballad” è come dice il titolo una ballata che è incentrata principalmente fra il dialogo sax e chitarra, impreziosita successivamente dagli interventi di Pieri e Fariselli. Il live si conclude con altri due classici Jazz Prog, “Piramide Di Domani” e “Cavalcata Solare”, quest’ultima in questa esibizione davvero devastante.

“Bombook” è un album che accende i riflettori nuovamente su una grande realtà italiana, una band che non ha tempo, ma che nella sua maturità riesce a congiungere più generazioni di ascoltatori, infatti il disco non solo lo consiglio a chi ama il Jazz Prog, ma soprattutto ai giovani che si vogliono addentrare per la prima volta in questo mondo musicale, fatto di sole, calore, amicizia e bellezza. Imperdibile.

 

ASCOLTO: “Ichinen” https://www.youtube.com/watch?v=2uIQkVV03DQ&t=2324s

                    “Live In Montreux” https://www.youtube.com/watch?v=CxzY01ezbAA

“Agorà 2” https://www.youtube.com/watch?v=Td2iU1g1kqA

 

SUCCEDE A FABRIANO

Il libro di Max Salari ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980 – 2013 è stato stampato dalla Arcana Edizioni. Uscirà il primo marzo. Il libro che sino ad ora è mancato nelle librerie musicali!  Perchè?  Dove tutti si fermano a dire che il genere è morto nella fine degli anni 70, io inizio a dare luce a tutti coloro che invece esordiscono discograficamente  proprio dal 1980  al 2013. Se il Progressive Rock oggi in Italia ha ancora vita, è proprio grazie a questi artisti che hanno lottato contro le mode e contro i tempi.Non si parla dunque di discografia di PFM, BANCO, AREA, ORME etc. etc., tuttavia i citati vengono sempre tenuti in considerazione come punti di riferimento.A tutti gli effetti è una mini-enciclopedia sul genere, la prima!

Il libro contiene:

– Una  prefazione riguardo il Progressive Rock Italiano.

– Schede descrittive delle band che esordiscono negli anni senza la discografia “Live” ma solamente in studio”.

– Interviste ai protagonisti di questa nuova linfa musicale: Nico “Nik” Comoglio, Lucio Lazzaruolo, Claudio Milano, Mauro Montobbio, Alessandro Papotto, Walter Pini, Edmondo Romano, Cristiano Roversi, Luca Scherani, Alessandro Seravalle, Alessandro Seri, William Toson, Gianni Venturi e Fabio Zuffanti.

– Conclusioni con le impressioni sul significato oggi del termine “Progressive Rock”.

Uno sforzo di ricerca annosa dettato dall’esperienza di recensore da parte mia, con la fortuna di avere con me molti dischi al riguardo, il resto lo ha fatto la mia curiosità nel web. Spero che sia di vostro gradimento, un lavoro enciclopedico, consultivo, da leggere ed esaustivo.

IL LIBRO E’ USCITO IL 1 MARZO. Per tutte le info al riguardo, e le future presentazioni  vi rimando alla pagina facebook: https://www.facebook.com/rockprogressivoitaliano19802013