53 CASI DI MORBILLO NELLE MARCHE DA GENNAIO – ANCHE UN’OSTETRICA

L’epidemia di morbillo, che in Italia è partita nei primi mesi del 2017, ha coinvolto nella catena di trasmissione anche giovani adulti, operatori sanitari e personale scolastico. Nelle Marche, dove ieri, 28 agosto, si è avuta notizia che un’ostetrica dell’Ospedale di Senigallia, non vaccinata, ha contratto il morbillo, nel corso del primo semestre 2017 sono stati notificati 53 casi accertati di morbillo. Quattordici i casi registrati nel 2012, 56 casi nel 2013, 41 casi nel 2014, un solo caso nel 2015, 7 nel 2016. Per quanto riguarda i casi notificati quest’anno, l’89% dei pazienti colpito da morbillo non era vaccinato, il 4% ha ricevuto solo una dose di vaccino, nel 7% dei casi non si conosce invece lo stato vaccinale. Nella regione la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (Mpr) nel 2016 è stata dell’83% (un dato più basso di quello nazionale, pari all’87%). L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa al 95% la soglia di sicurezza minima per la copertura dei vaccini: al di sotto del 95% gli agenti patogeni continuano a circolare, mettendo a repentaglio la salute di tutti. Questa è la soglia correlata alla cosiddetta immunità di gregge (o di popolazione o heard immunity): se almeno il 95% della popolazione è vaccinata, si proteggono indirettamente anche coloro che, per motivi di salute, non è stato possibile sottoporre alla vaccinazione.

Il caso dell’ostetrica di Senigallia che ha contratto il morbillo è “un grosso guaio”. Lo afferma l’immunologo Roberto Burioni in un post su Facebook. “Prima di tutto – scrive Burioni – il morbillo è una infezione molto contagiosa. Questo non solo perché chi la contrae diffonde il virus in maniera estremamente efficace, ma soprattutto perché il virus viene emesso dalla persona anche nei giorni precedenti alla malattia”. Il ruolo delle ostetriche, sottolinea Burioni, è particolarmente delicato. “Un’ostetrica ha solitamente a che fare con donne gravide. Il morbillo, contratto durante la gravidanza, è una eventualità grave che può portare a conseguenze drammatiche per il feto. Se una delle donne gravide con cui è entrata in contatto ha contratto l’infezione, in questo momento, insieme al bimbo che porta in grembo, è in serio pericolo. Capite che è una situazione davvero poco desiderabile, e la cosa più grave è che è facilmente evitabile. L’ostetrica non era stata vaccinata: se lo fosse stata non avrebbe potuto contrarre il morbillo e non avrebbe potuto trasmetterlo alle donne gravide. Chi lavora in un ospedale è da un lato più esposto al contagio, dall’altro è a contatto con popolazioni più vulnerabili: deve vaccinarsi. Non c’è scritto in nessuna legge ma il personale senso di responsabilità deve indurre il sanitario a questa scelta per proteggersi lui stesso e per proteggere i pazienti. Non basta: quando una donna si avvicina all’età fertile deve mettersi in regola con le vaccinazioni, perché un morbillo, una rosolia o una varicella possono trasformare nove mesi di felice attesa in un incubo terribile ed evitabile con una semplice, innocua ed efficacissima vaccinazione”.

La Regione Marche 

Siamo di fronte purtroppo ad una situazione preoccupante. Per questo sono sempre più convinto che l’obbligo vaccinale sia la strada giusta”. Lo ha detto il presidente della Commissione Sanità delle Marche Fabrizio Volpini, che fra l’altro è medico di base, commentando il caso dell’ostetrica in servizio presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale senigalliese, che ha contratto il morbillo, non essendo vaccinata. L’epidemia di morbillo è ancora attiva in Italia e necessita dell’attenzione e della consapevolezza di tutti i cittadini che la vaccinazione ”è uno strumento indispensabile per non mettere a rischio di gravi conseguenze in particolare le persone più fragili, in questo caso donne in gravidanza e neonati”. Di qui, secondo la Regione, la necessità che i genitori aderiscano alla nuova normativa che rende obbligatoria, tra le altre, anche la vaccinazione per il morbillo per i propri figli.

L’Asur – La nota di Area Vasta 2 

Un caso di morbillo di un’ostetrica del reparto di Ostetricia e Ginecologia non vaccinata. L’ostetrica era assente dal lavoro per malattia dal giorno 20. Il caso è stato segnalato il 25 agosto. La direzione sanitaria dell’Ospedale di Senigallia l’ha segnalato al Servizio ISP – Malattie Infettive del Dipartimento di Prevenzione. Il Servizio ISP Malattie Infettive ha subito avviato l’indagine epidemiologica con l’ausilio della direzione medica dell’Ospedale. Vista la necessità di ricostruire rapidamente i contatti avuti dalla ostetrica malata nei probabili giorni di incubazione della malattia, è stato costituito un primo gruppo di lavoro con la partecipazione dei medici del Dipartimento di Prevenzione, la direzione infermieristica per turni operatori, Pronto Soccorso, Direzione medica ospedaliera, divisione Ostetricia e Pediatria. Secondo le procedure dettate dalle circolari del Ministero della Salute, sono state contattate telefonicamente le donne che risultavano aver avuto potenzialmente contatti per informazione, disponibilità telefonica per eventuali perplessità o dubbi, verifica anamnestica dello stato immunitario ed invito a vaccinazione per i suscettibili, precauzioni da adottare e invito a presentarsi il giorno successivo in Pediatria. Sono stati predisposti anche un percorso ed ambienti dedicati per eventuale terapia con Immunoglobuline, nei casi previsti dalle indicazioni ministeriali. Sono stati avvisati anche 19 contatti di 56 pazienti del Pronto Soccorso dei quali era registrato il numero telefonico, oppure avvisato il medico di medicina generale. Nella giornata del 26 agosto il gruppo di lavoro ha continuato l’attività di valutazione del caso e sono state stabilite procedure sia per il personale sanitario in servizio, sia per il monitoraggio dei possibili contatti a rischio degenti o dimessi. A seguito di questo ulteriore lavoro di indagine sono state identificate e rintracciate le pazienti assistite dall’operatrice nei giorni precedenti al 20 agosto per monitorare l’eventuale comparsa di segni e sintomi compatibili con il morbillo per almeno un periodo corrispondente a quello dell’incubazione della malattia. Si sono vaccinati due contatti familiari, due genitori di neonati ed un operatore sanitario. “Siamo di fronte purtroppo ad una situazione preoccupante. Per questo sono sempre più convinto che l’obbligo vaccinale sia la strada giusta – spiega Fabrizio Volpini presidente della Commissione Sanità –. A livello nazionale circa il 30% dei casi di morbillo che si sono riscontrati riguarda personale sanitario non vaccinato. Per questo si sta studiando un provvedimento che permetta anche al personale sanitario non vaccinato di accedere alla vaccinazione”. Questo episodio, prontamente controllato dal lavoro integrato del personale delle diverse strutture organizzative dell’AV 2 ASUR di Senigallia, indica come l’epidemia di morbillo italiana sia ancora attiva e necessiti dell’attenzione e della consapevolezza di tutti i cittadini che la vaccinazione è uno strumento indispensabile per non mettere a rischio di gravi conseguenze in particolare le persone più fragili, in questo caso donne in gravidanza e neonati. In questo contesto si conferma la necessità di aderire da parte dei genitori alla nuova normativa che rende obbligatoria, tra le altre, anche la vaccinazione per il morbillo per i propri figli. Si tratta di uno strumento indispensabile per impedire la circolazione del virus e quindi proteggere tutta la popolazione, anche quella che non può essere vaccinata, come – in questo caso – i neonati. L’epidemia di morbillo partita nei primi mesi del 2017 ha coinvolto nella catena di trasmissione anche giovani adulti, operatori sanitari e personale scolastico. Nelle Marche nel corso del primo semestre 2017 sono stati notificati 53 casi accertati di morbillo. Negli anni precedenti erano stati notificati 14 casi nel 2012, 56 casi nel 2013, 41 casi nel 2014, 1 caso nel 2015, 7 casi nel 2016. Per quanto riguarda i casi notificati quest’anno, l’89% era non vaccinato, il 4% ha ricevuto solo una dose di vaccino, nel 7% dei casi lo stato vaccinale non era noto. Da rilevare che la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR) nel 2016 nelle Marche è stata dell’83% (Italia: 87%). L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa al 95% la soglia di sicurezza minima per la copertura dei vaccini: al di sotto del 95% gli agenti patogeni continuano a circolare, mettendo a repentaglio la salute di tutti. Questa è la soglia correlata alla cosiddetta immunità di gregge (o di popolazione o heard immunity): infatti, se almeno il 95% della popolazione è vaccinata, si proteggono indirettamente anche coloro che, per motivi di salute, non è stato possibile sottoporre alla vaccinazione”.