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CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO A FABRIANO ASSEMBLEE D’ISTITUTO E SLOT MOB

E’ iniziato il progetto “All In” promosso dall’Ambito Sociale Territoriale 10 e dal Sert di Fabriano per prevenire e contrastare i problemi legati al gioco d’azzardo patologico. Recentemente, presso l’Unione Montana dell’Esino Frasassi, si è svolto il primo di una lunga serie di interventi formativi e di sensibilizzazione previsti sull’argomento, tenuto dal docente Paolo Nanni, che grazie alle sue capacità comunicative ha coinvolto insegnanti delle scuole superiori, medie inferiori, educatori di centri di aggregazione giovanile e l’Associazione Quattro Maggio di Cerreto D’Esi. Sul tema, abbiamo intervistato il Coordinatore dell’Ambito Territoriale Lamberto Pellegrini.

“All In è un Progetto di prevenzione a 360° che prevede una formazione dedicata agli insegnanti ed agli educatori tutti, al fine di poter dar loro gli strumenti ed i mezzi giusti per poi andare ad educare i nostri giovani. Ulteriore proposta lanciata è stata poi quella di lavorare con i ragazzi ed attivare un breve percorso laboratoriale che si concluda con l’elaborazione di slogan per questa campagna, coinvolgendo anche quante più associazioni territoriali possibile. – Spiega Lamberto Pellegrini – A partire dall’Autunno 2017, inoltre, stabiliremo delle assemblee d’istituto per condividere con gli studenti questo percorso di laboratorio finalizzato a combattere le dipendenze. Le stagioni invernale e primaverile invece saranno dedicate alla messa in piedi di veri e propri “Slot mob”, per il migliore dei quali verrà indetto un premio.”- Queste le iniziative in programma.

Queste giornate di formazione stabilite per All In fanno parte di un percorso più generale, più ampio, che non si limita cioè al gioco azzardo, ma arriva anche a toccare corde come la tossicodipendenza e l’abuso di alcool. – Afferma Pellegrini, che poi motiva – Ci siamo trovati nella situazione di voler agire perché abbiamo visto crescere esponenzialmente sul territorio le problematiche importanti causate dalle dipendenze patologiche, sia causate da alcool e sostanze che dal gioco d’azzardo patologico. “Il tutto viene reso più efficace grazie alla grande rete di collaborazione creatasi.” – Dichiara Lamberto Pellegrini e ci svela – I primi di maggio si è svolto il nostro incontro con la Consulta, di cui è Presidente Delfino Bocci, che gioca un ruolo importantissimo sul territorio, forte delle sue 23 Associazioni di Volontariato Sociale che agiscono su più fronti. Come potevamo aspettarci, vista la causa, la Consulta si è dimostrata favorevolissima al Progetto e ci ha garantito la massima disponibilità a collaborare. Non agiamo singolarmente, ma siamo tanti tasselli di un grande puzzle a combattere su più fronti una battaglia per il benessere psico-fisico della persona, agendo sulla prevenzione, i risultati li vedremo col tempo.

In proposito, abbiamo sentito anche il Dott. Paolo Schiavo, Responsabile dell’UOS, Unità Operativa Semplice per le Dipendenze di Fabriano, che fa parte del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche AV2 diretto dal Dottor Carlo Ciccioli. “Concordo pienamente con Lamberto Pellegrini sulla necessità di mettere in rete i vari agenti che, a titolo diverso, intervengono in campo preventivo, terapeutico e riabilitativo. – Asserisce Schiavo – Esiste certamente un disagio, ma sarebbe un grave errore pensare che riguardi solo gli adolescenti ed i giovani. Prima di tutto esiste “un problema adulto”: la perdita di valori etici consolidati a favore di una “norma sociale” del tutto staccata dalla storia generazionale, ma favorita attraverso la pressione dei media, ha messo in confusione il mondo adulto. Il senso dell’ “appartenenza”, che sia ad una famiglia o ad un’elite culturale, ad un partito politico oppure verso un credo religioso, ha finito per essere quasi politicamente scorretto. Non esiste più una verità assoluta, ma tante verità dei singoli. I ruoli di padre e madre si sono separati da quelli di genitori: bambini che vengono creati in provetta, atri partoriti da terze donne; bambini creati da coppie che scoppiano facilmente lasciandoli in balia del disorientamento, altri cresciuti da amici o da parenti; la figura paterna che scompare in favore di figure nuove come il “mammo”, mamme costrette ad improvvisarsi entrambe le cose. Se l’adolescente cerca nel proprio genitore il modello di riferimento su cui creare il suo essere adulto, oggi, a chi può riferirsi? Probabilmente al suo gruppo di pari. C’è poi un secondo problema che è quello del linguaggio e della relazione. – Rincara Paolo Schiavo – Da una parte i nostri figli accedono a psicotecnologie, quali lo smartphone ed internet, sempre da più giovani, abituandosi a convivere in rete ed a pensare in uno schema di rete, però virtuale. Dall’altra gli adulti, terrorizzati dal rischio di furti di identità, truffe in rete, cyberbullismo, pornografia digitale e quant’altro. La realtà è che non ci capiamo più! Parliamo lingue diverse da quelle dei nostri figli. Quindi è necessaria una rete per trovarsi, ragionare su questi aspetti, immaginare soluzioni, magari metterci anche a studiarne delle nuove.”. Ed arrivando al proprio operato: “Come servizio ci siamo attivati creando relazioni importanti con l’Ambito, ci siamo mossi nei confronti degli altri servizi sanitari che operano sul territorio favorendo confronti continui. Ci incontriamo ogni due mesi con un gruppo di volontariato che ci sta aiutando e siamo disponibili ad allargare questa esperienza a chiunque altro lo desideri. E’ nostra intenzione, già dal prossimo anno scolastico, fornire un supporto agli insegnanti di tutte le scuole del nostro territorio, dalle materne alle superiori, con progetti di prevenzione generale su cui poi innestare la progettazione specifica relativa ai comportamenti dipendenti: il Progetto All In ne è un esempio.” – Conclude così Paolo schiavo, facendo capire che c’è davvero un grande fermento ed una grande voglia di fare insieme.

Paola Rotolo