UNIFABRIANO… IN VENDITA

Sono in molti a Fabriano a guardare con malinconia alla struttura precedentemente occupata dalle attività didattiche dell’Università ed ora abbandonata a se stessa, interrogandosi sul suo futuro. Ebbene, da articoli di repertorio abbiamo acclarato che l’UniFabriano, nata nel 1996, come società a responsabilità limitata godeva di una partecipazione pubblica e di una privata. Chiude i battenti esattamente il 30 Giugno 2014 con l’inevitabile conseguenza della dislocazione degli studenti ancora in corso all’Università di Ancona, dove anche molto dei laureati made in Fabriano hanno poi proseguito gli studi specialistici. Per comprendere l’importanza e la validità dei corsi di studio di questo ente, basti pensare che il 99% degli studenti formati hanno trovato tutti lavoro. Perché ha chiuso? Perché era l’Unicam la detentrice dei locali, mentre l’UniFabriano usufruiva della messa a disposizione degli stessi per una cifra pari a circa 200 mila euro l’anno, naturalmente venuta poi a mancare con la cessazione dei finanziamenti piú consistenti da parte dei privati, iniziata intorno al 2008. Dall’anno 2000, da quando cioè è iniziata poi l’ufficiale doppia tipologia di corso di laurea Meccanico e Cartario, contemporaneamente accanto alla formazione scolastica sono sorte attività didattiche finanziate con fondi europei, che garantivano una formazione a più livelli.

Parlando di numeri, si contano circa 240 ingegneri laureati all’UniFabriano, prevalentemente in Meccanica, ma se teniamo conto che l’indirizzo Cartario è subentrato in un secondo momento capiamo che il confronto è impari alla base. Ma l’UniFabriano era anche: corsi parauniversitari gemellati con altre Università ed enti, corsi di lingue in collaborazione con le scuole, corsi di formazione per cassaintegrati, attività in rete. Ma prima ancora che sorgesse l’Università, plasmata poi sul suo esempio, esistevano i corsi di formazione dell’ Ente Nazionale della Cellulosa e della Carta.

Sul tema abbiamo intervistato Ettore Carmenati, diplomato in perito chimico cartario, poi divenuto insegnante presso la scuola per periti cartai di Fabriano, nonché attuale fiduciario dell’immobile dell’ENCC  di Fabriano. “Un Ente istituito per qualificare il settore cartario che ha dato i suoi frutti tangibili, visto che c’era chi veniva da fuori  per frequentare i corsi per un paio d’anni e poi tornava a lavorare in cartiera maggiormente qualificato. Ai borsisti la cartiera garantiva anche l’assunzione. Un Ente che copriva svariati aspetti della stessa filiera, dalla produzione della carta fino alla sua stampa, con i corsi in cartaria, forestale e grafica.”: queste le definizioni di Carmenati dell’ Ente Nazionale per la Cellulosa e per la Carta che vanta diverse sedi italiane, ma che è ad oggi in liquidazione, quindi verrà inevitabilmente sciolto. E per il futuro? “Le prospettive future credo dipendano dalla destinazione di vendita di tutto il complesso, perché la parte più amara della questione è che se lo stabile finisse in mano di chi non tiene a questo progetto, tutto il lavoro fatto nel corso degli anni andrebbe completamente dissipato. – Così si esprime sulla questione Ettore Carmenati, fiduciario dell’immobile dell’Ente – Ci vorrebbe un benefattore oppure una colletta di un pull di industriali benintenzionati e lungimiranti che vogliono il bene della Città.”

“Possiamo vantare di aver formato i tecnici ed i cartai più bravi, quelli che oggi ricoprono i ruoli da dirigenti del settore, ed è davvero un peccato non poter continuare a farlo. – Dichiara Carmenati – A dimostrazione di tutto il lavoro di formazione svolto negli anni, sarebbe piacevole riunire a Fabriano i non più’ giovani borsisti dell’ENCC ed i diplomati della scuola cartaria ai fini speciali di scienze e tecniche cartarie, per rinsaldare gli affetti che hanno legato gli studenti alla nostra Città’. Un messaggio di coesione importante nel tentativo di non rischiare di perdere tutto. Chiunque fosse interessato a contattarmi per questa causa mi troverà facilmente.”. L’immobile, tra l’altro, è stato progettato dall’Architetto Eugenio Montuori, non un nome a caso, ma lo stesso che ha contribuito al restyling della stazione Termini, caratteristica che gli conferisce un valore artistico-strutturale non comune: “Parliamo di uno stabile di ben 32 camere più 3, 4 suite, osservando il quale, nonostante sia risalente a più di 50 anni fa, possiamo comunque ancora notare come la sua concezione sia moderna a tutt’oggi. – Afferma Carmenati e rincara – È inutile dire ‘che peccato’ sempre a latte versato, per una volta pensiamoci prima!”. L’Ente quindi ha pertanto ad oggi effettivamente deciso di mettere in vendita l’immobile tramite bando e valuterà ogni offerta ricevuta. L’unica cosa da augurarsi è che ci sia qualcuno, o magari anche più d’uno, interessato a costituire una nuova società indipendente pronta ad investire per il bene di Fabriano, per continuare a dare una formazione adeguata e pertinente sul territorio.

Paola Rotolo