CARTE SCOPERTE, LA CORSA A PALAZZO CHIAVELLI

Undici liste, tanti giovani alle prime esperienze. Fabriano torna alle urne a cinque anni dalle ultime elezioni comunali per le prime consultazioni dopo l’avvento dei social network che hanno spostato parte della campagna elettorale su Facebook e dopo il peggioramento della situazione socio-economica di una città che ha investito per anni sugli elettrodomestici e che ora si trova a parlare di turismo e cultura per superare la crisi. Della legislatura Sagramola sono rimasti in pochi. Con il Partito Democratico c’è l’assessore uscente Balducci come candidato sindaco, con lui l’assessore alla Cultura Barbara Pallucca, il presidente del consiglio comunale Renzo Stroppa e il consigliere Edgardo Bacchi. In lista spiccano Michele Crocetti, attuale segretario del circolo cittadino, Anna Massinissa presidente associazione culturale InArte e la direttrice del Centro per l’Impiego Anna Rita Paleco. Saranno tre le liste civiche a sostegno: Rinascimento-Uniti per Fabriano coordinata da Vittorio Sgarbi, Popolari per Fabriano e Liberamente. Nella lista del Movimento 5 Stelle spazio ai giovani. Tra gli altri c’è Alessio Betti, classe 1996: Tra i 22 pentastellati anche il geologo Cristiano Pascucci, la professoressa Giuseppina Tobaldi, il consigliere uscente Joselito Arcioni e Paolo Rossi, commerciante. Con Fabriano Progressista con Vinicio Arteconi Sindaco scende in campo Amleto Stroppa, 95 anni, ex partigiano. Con loro anche gli insegnanti Maria Assunti Conti e Stefano Gatti e il giornalista Andrea Giombi. Nella lista civica Janus di Silvano D’Innocenzo appoggiata anche da Forza Italia il capogruppo è Ombretta Stroppa. In lista tutti volti nuovi tra cui Ilaria De Bustis, operatrice socio-sanitaria, Patrizio Bartoletti, ballerino e George Micheal Belardinelli. Con il Partito Comunista scende in campo come consigliere il coordinatore provinciale del partito Mauro Goldoni. Lasciano Palazzo Chiavelli Urbano Urbani, Giovanna Leli, tutti i consiglieri di Noi Assieme e Pino Pariano. Quest’ultimo ha motivato la scelta: “Non mi ritrovo più in questa politica che, nel mio caso, ha cercato di mettere  un veto alla candidatura e ancora peggio a un mio possibile incarico in caso di vittoria”.

Marco Antonini