WHATSAPP-OCALISSE: COSI’ L’UOMO SCOPRI’ DI AVERE PERSINO UNA MOGLIE. ADDIRITTURA GNOCCA

Mentre la Juventus riduceva in “tartare” l’undici monegasco allo Stade Louis II e nel salottino de “La Gabbia Open” ci si scannava allegramente su ogni tema dello scibile antropico (dalle Ong ai vaccini arrivando fino al boom di over 50 disoccupati: per il calcetto “polettiano” si fa dura, ma potremmo riallocarli da guardalinee), l’intero globo terracqueo entrava mani e piedi nella “Whatsappocalisse”, episodio ante litteram di “Black Mirror”. Per chi non l’avesse vista, si tratta della la pluridecorata serie tv fanta-distopica ambientata in un futuro prossimo dove marchingegni tecnologici e cyber-vicende paradossali scandiscono gioie, dolori, impacci, successi e sfighe delle diverse storie narrate. Proprio lì ci ha scaraventato, questo interlocutorio primo mercoledì di maggio, col blackout mondiale dell’accrocco messaggistico più amato sulle terre emerse ora moltiplicatore di danari del sor Zuckerberg.

“Non mi va Whatsapp” – è stata l’esclamazione che ci siamo detti più o meno tutti in loop poco dopo le 22 di mercoledì scorso. Con la nostra fiumana di messaggi, puttanate, sfoghi, faccine, paturnie, cuoricini, smargiassate ed emoji paralizzata lì, in attesa che la micro-icona con l’orologetto lasciasse campo alla spunta di avvenuto invio. “Magari sul pc va” – è stato il piano B di molti, ma niente. Encefalogramma piatto. E guardando tra i vari contatti, ultimo accesso (o ascesso, nel caso di alcuni colleghi di lavoro o chat corali) alle 22.19 effigiato in ogni ticker. Fatta eccezione naturalmente per quello delle madri di ognuno di noi, incastrato sul “Sta scrivendo…”. L’incedere della clessidra si è fatto tambureggiante e vorticoso: in molti hanno virato sul più canonico “spengo e riaccendo”, ma ancora niente. Intanto a Montecarlo la partita finiva, e il popolo gobbo sprofondava nel dramma sconfortante del non poter perculare mediante chat tutti i gufi appollaiati sui pioli della chat, fossero essi rossoneri, nerazzurri o giallorossi. Attacchi d’ansia e escalation di assunzioni di Tavor tra i supporters bianconeri: la spocchia online val più di ogni gol del Pipita. Ma il softwarino col cerchietto verde non voleva saperne. Qualcuno ha provato a chiedere anche di ripetere la partita, avvilito, ma l’UEFA ha ribattuto (senza emoticon) con un bel gesto dell’ombrello virtuale.
Alle 23.20, dopo quasi un’ora di tilt, si è iniziato col si salvi (e si selfie) chi può. Tra parestesie, iperventilazioni e scompensi di serotonina, l’intero genere umano è sprofondato in una batticuore dal ritmo funesto e dai toni grevi. Kim Jong-Un, che aveva appena inviato a Trump la sequenza emoji bomba più faccina fiera più dito medio, preso da collera subitanea, ha costretto l’intera schiera dei suoi steward ad un patriottico sacrificio suicida: li ha invitati ad ingoiare tutti i suoi 32 personali Huawei P9 con WhatsApp bloccato dentro. Donald, dal canto suo, aveva appena inviato al ministro degli Esteri messicano la “combo” bandiera americana più muro più braccetto con bicipite gonfio, ma preso da rassegnazione ambivalente ha fatto sciogliere insieme il suo iPad color oro con la cover giallo ocra del suo iPhone 19, per poi amalgamare tutto con la lozione per la tinta dei suoi capelli.

In Italia non è andata molto meglio. Bersani, ringalluzzito dal blackout, ha tentato di soppiatto di rientrare nel gruppo Whatsapp “Partito Democratico”, ma invano. Anzi, la cosa è degenerata: D’Alema, che nel frattempo gli era sopraggiunto da dietro, lo ha sgamato requisendogli il suo malconcio iPhone 2,7. Per punizione ora verrà lasciato con un vecchio Nokia 3310 fino a fine legislatura. Di Maio, dagli Usa, ha tentato di cancellare la chat “vaccina tua sorella” nella quale aveva screenshottato la prima pagina del New York Times con sotto 9452 commenti di attivisti grillini per un totale di 6.499.912 punti esclamativi. Però poi è arrivata la nave di una ONG americana che gli ha gettato a mare il Lumia e lo ha rimpatriato in Italia. Renzi, proprio nel momento del crash, stava mandando la emoj pannocchia tripla più “suka” ad Orlando e quella matita+scheda+urna a Mattarella. In preda a impetuosa labirintite però ha invertito i componimenti, così ora c’è Orlando che ha capito che si possono rifare le primarie Pd e Mattarella che, spaesato, ha convocato lo stesso Renzi alla tenuta di Castelporziano per fargli cuocere un intero barbecue di pannocchie in occasione del ricevimento con i capi di Stato di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone. Sono state ore travagliate anche per Salvini quelle del buio in chat. Il capogruppo Fedriga infatti ha tentato di entrargli in Whatsapp per sbloccarglielo, far partire l’aggiornamento e anche una nota vocale sotto forma di rutto lunga 121 secondi. Salvini, da par suo, ha preso la doppietta e per legittima difesa lo ha gambizzato. “Non era incappucciato, ma voleva scrivere “vecchio di merda” sulla pagina Fb di Bossi dal mio profilo. Era entrato per offendere” – si è discolpato il leader del Carroccio. Che ora però rischia una dura reprimenda e 12 mesi di lavori socialmente utili al Cara di Mineo. Dal tilt generale si è salvato solo Berlusconi: lui era già a letto a contare le pecore. (O meglio, gli agnellini da latte).

L’intera umanità, parlando per linee più generali, si è trovata catapultata in un’altra dimensione. C’è chi togliendo gli occhi dallo screen, esterrefatto, è stato costretto a fare i conti col fatto di avere il soffitto della camera color antracite, chi di avere un cincillà al posto del gatto, chi una fidanzata (addirittura gnocca). Alcuni adolescenti hanno capito che quelli sotto la trachea non sono microchip, ma corde vocali: strumenti che ogni tanto si possono anche utilizzare al posto della combinazione faccina+invio. Ci sta persino chi ha rispolverato la Christmas Card Vodafone da 822 miliardi di sms gratis, pur di rimanere connesso col (decerebrato quanto lui) prossimo. O chi ha deciso di allevare uno stormo di piccioni viaggiatori per spedire missive. Poi però Whatsapp è resuscitato. E con esso il gruppetto “Regalo compleanno Pieraldo”+quadrupla torta. Ha ragione Charlie Brooker, il creatore britannico di “Black Mirror”: la tecnologia non va mitizzata più di tanto, perché è quella cosa che quando viene meno ci fa sembrare dei perfetti imbranati, tonti e imbecilli. Il bello è che mercoledì, dalle 22.30 a 00.30, c’è chi si è addirittura accorto di avere di familiari. E di scoprire che sono persino simpatici.

Valerio Mingarelli