CACCIA AL CINGHIALE, ABBATTUTI PIU’ DI 1.200 ESEMPLARI

E’ emergenza cinghiali nel comprensorio che da Cupramontana e Arcevia arriva a Fabriano. Più di 1.200 cinghiali sono stati abbattuti da circa 600 cacciatori negli ultimi sei mesi e l’obiettivo è quello di abbatterne altri 300 in tutta l’area dell’Unione Montana. Un numero in aumento di 726 ungulati a conferma dell’eccessiva riproduzione di questi animali selvatici che, solo in casi eccezionali, sono stati notati nelle città. E’ dalla massiccia operazione messa a punto dal sindaco Giancarlo Sagramola nel quartiere Piano che i cinghiali non raggiungono così facilmente il centro abitato. Discorso a parte per le frazioni, soprattutto quelle alle pendici di Monte San Vicino o Monte Cucco, che devono fare i conti con i danni alle coltivazioni. “Il clima mite – ha detto il primo cittadino – ha fatto aumentare il numero di cuccioli presenti nelle montagne. I cinghiali, in molti casi, rappresentano un pericolo sia per coloro che viaggiano nelle ore notturne che rischiano incidenti, che per quelli che investono nell’agricoltura. Bisogna programmare una serie di interventi straordinari per contenere il numero degli ungulati e la responsabilità spetta alla politica nazionale che deve fare qualcosa per tenere la situazione sotto controllo”.

Nemmeno due mesi fa, in occasione di un’ondata di maltempo, un gruppo di cinghiali sono scesi a valle, vicino alle abitazioni e la caccia di selezione è stata riaperta per due settimane permettendo ai selettori di uccidere 112 cinghiali che stavano solo cercando cibo che iniziava a scarseggiare sui monti. I cittadini che vivono lontano dalle città si dividono. Da una parte tante persone che sono contrarie a questo tipo di caccia selvaggia e promettono esposti per evitare la violenza sulla natura a favore delle esigenze dell’uomo, dall’altra chi ha già chiamato le forze dell’ordine per mettere un punto. Recentemente, infatti, un gruppo di cinghiali hanno danneggiato il prato di un’abitazione privata in via Serraloggia di Fabriano. Nel corso della notte hanno scavato sotto la recinzione e poi hanno raggiunto e devastato il frutteto situato poco lontano. Segnalazioni simili sono arrivate da Sant’Elia, Grotte e Castelletta. La caccia ha permesso, in particolar modo in queste zone, di ridurre del 60% i danni all’agricoltura. L’Unione Montana, in alternativa, potrebbe finanziare l’acquisto di recinti elettrici. L’obiettivo del 2017 è quello di arrivare ad avere non più di 3 cinghiali ogni duecento ettari.

m.a.