UN COMITATO NAZIONALE IN DIFESA DEGLI OSPEDALI – PARLA VINICIO ARTECONI

L’intervento del dottor Vinicio Arteconi, possibile candidato sindaco con il gruppo “Fabriano diversa democratica progressista”  che si è rivolto direttamente al sindaco Sagramola per chiedere una presa di posizione forte sull’Ospedale Profili. 

Parte da Fabriano la richiesta di un comitato unico in tutta Italia in difesa degli ospedali di montagna, quelli lontani dalle grandi città, dai centri regionali, ma vicini alla gente, a coloro che vivono in paesi dove la sera ci sono solo dieci case con le luci accese, ma che hanno diritto agli specialisti senza dover fare per forza tanti, troppo chilometri. Lo annuncia il ginecologo Vinicio Arteconi, da pochi mesi in pensione candidato sindaco con il gruppo “Fabriano diversa democratica progressista”, che si appella direttamente al sindaco Giancarlo Sagramola affinchè faccia qualcosa, al termine del suo mandato politico, per salvaguardare definitivamente il punto nascita della città della carta. “L’idea – dice il dottore – è quella di mettere in rete tutti gli ospedali come Fabriano che stanno perdendo la sala parto e non solo per una battaglia unitaria di civiltà. Dobbiamo far sentire la nostra voce. Non possiamo dormire sonni tranquilli per la sopravvivenza, temporanea, del punto nascita del Profili: nelle reti cliniche, infatti, la soppressione è ancora definitiva e questa lenta agonia porterà alla morte le nostre comunità che anche per nascere dovranno percorrere chilometri di strade. Un’alleanza dei piccoli comuni potrebbe portare alla riscossa degli ospedali che stanno soffrendo per colpa di scelte ideologiche lontane dalla gente”. Anche nella città della carta, infatti, la sopravvivenza del reparto di Ostetricia e Ginecologia è solo provvisoria e servono almeno 500 parti affinchè l’equipe unificata con il Salesi di Ancona possa continuare a lavorare. “Chiediamo – spiega – una presa di posizione forte da parte del sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola: deve dire come stanno veramente le cose all’ospedale Profili, perché dopo il terremoto le attività si sono fermate per diversi mesi e perché è restato in silenzio davanti a questo impoverimento di cui pagheremo le conseguenze, anche dal punto di vista culturale, per molti anni. Il diritto alla salute fu una conquista, ora si torna indietro: così lo stato abbandona il territorio. Il sindaco si faccia promotore per coinvolgere tante piccole realtà per salvare i nostri ospedali”. Sono tanti i quesiti che hanno spinto il dottor Arteconi a prendere carta e penna e scrivere al primo cittadino.

“E’ in atto uno smantellamento dei servizi sociali dei più deboli dalle Alpi agli Appennini che interessa anche le isole con la negazione dei diritti essenziali perseguendo solo la logica del ritorno elettorale – si legge nella missiva – concentrando il massimo dell’attenzione laddove la concentrazione della popolazione può garantire maggior ritorno economico e politico. In parole povere l’organico è ridotto. E’ sotto gli occhi di tutti il taglio dei servizi in Anestesia dove mancano 5 unità, come al Laboratorio Analisi (il primario prossimo alla pensione ha segnalato più volte la carenza di organico), in Pediatria dove due medici sono stati annunciati con tanto di comunicato stampa da parte del Pd Marche, ma a distanza di un anno non sono ancora arrivati e in Cardiologia dove servirebbero almeno due unità in più per permettere il corretto svolgimento delle attività ospedaliere ed ambulatoriali senza allungare le liste di attesa. I risparmi conseguiti nell’arco dell’anno – continua Arteconi – hanno prodotto una diminuzione di servizi per gli utenti che, in più casi, per effettuare una prestazione devono ricorrere al privato. In tutto questo clima le liste di attesa si allungano. Dobbiamo reagire”.

C’è troppo silenzio intorno all’Ospedale Profili e chi meglio del dottore ormai in pensione per mescolare le carte e fare chiarezza? Vinicio Arteconi denuncia che “si è rotta un’alleanza fra capitale e lavoro e la crisi economica è diventata anche crisi etica, scoramento. La rinuncia alla speranza di poter cambiare ha portato all’assenza della protesta. Noi in questo clima di indifferenza non vogliamo stare e chiediamo al sindaco di dirci come stanno le cose e mettersi in rete con tutti i comuni d’Italia che stanno protestando contro lo spopolamento dei territori lontani dalle grandi città e, di conseguenza, degli ospedali sempre meno specializzati” Poi l’affondo finale, già noto a tanti cittadini sensibili che si sono interrogati sullo stesso argomento “Perché a Fabriano, nonostante i continui tagli le continue promesse non mantenute e le liste d’attesa sempre più lunghe, la classe politica non sta alzando la voce nemmeno adesso in campagna elettorale?”

Marco Antonini