JP, TERZONI: “700 FAMIGLIE APPESE A UN FILO”

“Sono passati ormai sei mesi da quando la Corte di Cassazione ha emesso sentenza definitiva a favore della Jp Industries in merito al ricorso delle banche creditrici della ex Antonio Merloni che chiedevano l’annullamento della vendita. Da allora tra proclami, annunci in pompa magna e petti gonfi da parte dei rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico, la vicenda continua è rimasta un po’ nel limbo. Con una sola certezza, al momento: quella di 700 lavoratori tenuti sulla graticola con un futuro ancora incerto davanti. La controprova di questo nocivo attendismo ci è arrivata oggi con la risposta da parte del sottosegretario del Mise Antonello Giacomelli ad una interrogazione parlamentare che avevo presentato mesi fa. Delle banche coinvolte nella vicenda, ad oggi solo Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno espresso la volontà per la sottoscrizione dell’atto di transazione. Le altre, a partire da Montepaschi e Banca Marche, hanno chiesto ulteriore tempo. Di tempo però ne resta più poco: senza i rubinetti aperti delle banche JP è costretta a vivere alla giornata, rischiando di pagare un gap importante sul mercato. L’esecutivo continua a parlare di “accelerate”, di incontri e summit decisivi e di soluzioni a stretto giro, ma per ora di concreto c’è poco. Gradiremmo vedere qualcosa di scritto, e magari anche qualche scadenza certa”. E’ quanto afferma in una nota la Portavoce del Movimento 5 Stelle presso la Camera dei Deputati On. Patrizia Terzoni. “Dalle due riunioni del 28 aprile e del 10 maggio – prosegue – non si è delineato nessuno scenario tangibile. L’unica certezza che resta in campo è l’accanimento terapeutico della cassa integrazione per altri due anni, strumento per noi inadeguato e abusato, che non risolve nulla ai lavoratori coinvolti e toglie loro la dignità di un lavoro. Un palliativo frutto di una gestione commissariale Governativa della Antonio Merloni che dal 2009 ad oggi ha creato più problemi di quanti ne abbia risolti. Rimaniamo speranzosi che la situazione si riesca a sbloccare presto: il distretto fabrianese ne ha assoluto bisogno. Lo storytelling renziano è distante da quell’area, dove ci sono migliaia di operai rimasti senza lavoro e ci si arrangia tra mille difficoltà per arrivare a fine mese. Vanno bene incontri e riunioni, ma è arrivato il momento di arrivare al dunque. E di dare risposte a queste 700 famiglie tenute in stand-by”.