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RONDINI E PRIMAVERA – di Laura Trappetti

Con il termine Resistenza si fa riferimento ai movimenti politici e militari che dall’8 settembre 1943 ai primi giorni di maggio 1945 si opposero al nazifascismo e liberarono l’Italia dall’occupazione tedesca. Circa venti mesi che cambiarono la storia. Quando si dice che la Repubblica Italiana è nata dalla Resistenza non si parla di un legame morale, ma di un nesso reale poiché l’Assemblea Costituente, che scrisse la Costituzione come sintesi dei principi delle diverse componenti e ispirata alla democrazia e all’antifascismo, fu in maggioranza composta dai partiti e dagli esponenti del CLN, formato da appartenenti a diversi e talora opposti orientamenti politici: comunisti, monarchici, azionisti, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani ed anarchici. Il 25 aprile ricorda la data in cui fu diramato l’appello all’insurrezione armata di Milano, appunto da parte del CLN. Sono sicura che la maggior parte degli italiani abbia presente l’associazione fra il 25 aprile che ogni anno ricorre e la Resistenza, sappia che si celebra la liberazione, associ la data ad una vaga idea di libertà e democrazia, abbia ben contezza che sia un giorno di festa, veda le bandiere tricolore alle finestre del municipio, ricordi che c’è la banda che suona l’inno nazionale, ma temo che non tutti abbiano presenti i fatti storici. Il tempo e la distrazione, le strumentalizzazioni della politica attuale, l’indubbia ignoranza hanno come conseguenza di rendere sfumati i dettagli e si finisce per sbiadire le tinte forti dei fatti. Sono passati 71 anni e a volte stento a credere che in un periodo così breve, tre o quattro generazioni, possa essere avvenuta una mutazione così profonda nel popolo italiano. Quante persone conosciamo che sarebbero disposte a rischiare la vita per il bene comune? E quante altre invece possiamo immaginare che si girerebbero dall’altra parte per quieto vivere? Eppure c’è stato un tempo, e più di uno se si pensa al Risorgimento, in cui molti hanno pensato che ne valesse la pena. In questo tempo di oggi invece chi ancora lo pensa è spesso ignorato, se non schernito: illuso, idealista, buonista. A me invece, questi qui, piacciono. Non so quanti ce ne siano ancora, se sia uno o di più, ma spero che siano rondini e che sia primavera.

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