ULTIMA CENA, GENIO E MISTERO DI LEONARDO

Oggi Giovedì santo è una giornata dal profondo significato religioso, è il giorno dell’Ultima Cena di Gesù con i suoi Apostoli. Viene subito in mente tra le rappresentazioni figurative di tale momento, il capolavoro avvolto dal mistero di Leonardo da Vinci, altra sua grande opera compiuta a Milano nel suo lungo periodo di servizio per Ludovico il Moro: il Cenacolo, affresco di notevoli dimensioni presso il refettorio dell’ex convento adiacente a Santa Maria le Grazie terminato nel 1498. Dettaglio in dettaglio Leonardo si concentra sugli Apostoli e in ogni loro gesto cerca di raccontare il loro stato d’animo dopo la famosa frase di Cristo “Qualcuno di voi mi tradirà”. Ogni Apostolo compie un gesto, un movimento, nessuno rimane fermo, è un susseguirsi di gesti e movenze, si viene a costituire attraverso i loro volti agitati e le pose delle loro mani un movimento fluido. Le figure sono poste a blocchi, tre a tre sulla linea orizzontale della tavola con Cristo posto in centro, il punto fisso su cui convergono tutte le direttrici della composizione, raffigurato con una veste esaltata dal contrasto cromatico di un rosso sfumato e azzurro. All’estrema sinistra Bartolomeo che scatta in piedi e fissa Gesù, Giacomo bussa alla schiena di Pietro mentre Andrea alza le mani come per dire di essere all’oscuro di tutto. Pietro sussurra piano all’orecchio di Giovanni impugnando un coltello con l’intenzione di scagliarsi contro il traditore, accanto a Pietro e Giovanni compare Giuda. Sul lato opposto Filippo guarda verso Cristo supplicandolo e Tommaso col dito alzato verso il cielo sembra presagire il suo famoso gesto, dito alzato che è quasi una firma ricorrente del Da Vinci nei suoi dipinti. Leonardo dipinse il Cenacolo con una tecnica inconsueta ma purtroppo assai sfortunata perché condusse a un veloce deterioramento dell’affresco, ormai quasi svanito per via dell’umidità, prima dell’ultimo restauro. Tutto è prospettico e simmetrico, sicuramente Leonardo trasse ispirazione da altri celebri Cenacoli come quello del Ghirlandaio a Firenze presso Ognissanti, tutto ha una profondità in una luce soffusa proveniente in parte dalle tre finestre poste in fondo alla stanza e dalla fonte luminosa posta nella parte anteriore dell’affresco.

Francesco Fantini