OSTETRICIA, L’ODIESSEA INFINITA

Sono più di sette mesi che attivisti e sanitari si sono rimboccati le maniche per salvare il punto nascita dell’Ospedale Profili di Fabriano. Quando è stato lanciato l’allarme nessun volle credere a un taglio così drastico della sala parto in applicazione di una determina del 2010 firmata dal Governatore Gian Mario Spacca. Quando, poi, la politica regionale ha avuto un sussulto con Luca Ceriscioli il rischio è diventato realtà. Una riorganizzazione sanitaria che si è resa obbligatoria per contenere le spese. La spada di damocle è caduta su quelle strutture che non riescono ad arrivare nemmeno alla soglia minima di 500 parti l’anno, quando la legge parla di standard di sicurezza a quota 1000. Più di anno fa Sveglia Fabrianesi raccolse quasi 4 mila firme in difesa del reparto. Tra i primi a firmare il Vescovo diocesano Giancarlo Vecerrica che, in più di un’occasione, si è appellato al Governatore affinchè non privi il comprensorio montano del luogo che accoglie la vita. Negli ultimi mesi, a seguito di manifestazione da parte degli attivisti per le vie di Fabriano e nel capoluogo, è arrivata una prima proroga che ha permesso di nascere fino al 28 febbraio. La chiusura, fissata con la delibera del 24 dicembre per l’ultimo giorno dell’anno, è stata momentaneamente sospesa. Il sindaco di Fabriano Sagramola, assessori e consiglieri Pd si sono autosospesi dal partito. Poi è stato presentato ricorso al Tar che, però, ha avvallato le scelte della politica. C’è tempo fino al 20 aprile per ricorrere al Consiglio di Stato. Al momento la data della chiusura non è stata ancora comunicata alla struttura coordinata dal primario Lamanna. Nonostante diverse mamme, per colpa dell’incertezza sul futuro, hanno scelto altri ospedali per partorire, l’equipe è a lavoro al secondo piano del Profili. “Nonostante tutto – hanno detto dal reparto – vogliamo continuare a credere nella politica”.

m.a.