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TRA GLI UTERI IN AFFITTO E QUELLI IN TRASFERTA

“Estintori carichi. Al mio segnale, scatenate il subalterno!”. Gridava così stamane, in livrea bianca, l’usciere capo del Senato. L’indomani, lì, si preannuncia incendiario: tra poche ore l’emiciclo carminio di Palazzo Madama si trasformerà in un campo di Agramante e la tenzone sulle unioni civili andrà a braccetto con guaiti incivili. Fuori, i miocardi palpitano: sabato al Circo Massimo (in caso di pioggia ci si sposterà nell’attico di Bertone) sarà Family Day. La cui platea predica bene, ma nel razzolare non è granché. “Viva la famiglia tradizionale!”, strepitano, ma parecchi di loro ne hanno tre o quattro (di famiglie). “Abbasso maternità surrogata! #CorpoDonnaNonèMerce”, ma quando si fa notte certi maschietti non disdegnano infilare il proprio “gonfalon selvaggio” in pertugi a pagamento. Il cardinal Bagnasco (e con lui suore carmelitane e frati benedettini) sponsorizza, attento a non mettere il cappello sulla kermesse. Neppure la papalina: del resto è gennaio, e con la pelata non è cosa. Alle falange clericale si contrappone il niagara di slogan delle piazze arcobaleno. Fresche e variopinte, si ergono ad uniche nutrici e tutrici del progressismo. “Le tube di Falloppio sono mie e ci faccio ciò che voglio!”. Ok, ma un bimbo non è un nano da giardino, quindi calma. Si sbraccia tra pistolotti ideologici e qualche autogol, come il raid di improperi contro Italo Treno, reo di far tagliandi stracciati per i fan della famiglia canonica. NTV però non un’opera pia ma una Spa, e mira al vil denaro più che alle buone azioni. Tra le due fazioni ultras, c’è l’arengo dove si deciderà tutto: il moribondo Senato. Il tenue Zanda, capobastone PD, con un abaco di età fenicia conta trepidamente i pro-Ddl Cirinnà. Mh… stiracchiati: l’impressione è che i Dem saranno costretti a giocare nella stessa metà campo dei 5 Stelle per disinnescare l’artiglieria amica dei franchi impallinatori, che nel segreto dell’urna sono pronti a sparare sulla stepchild adoption. In un decennio che inglesizza tutto l’inglesizzabile, il motivo del contendere è lei, che in slang nostrano non è altro che l’adozione del figlio del partner in una coppia omosex. Tra le fitte intestinali dei centristi e le storie tese con il M5S dopo la battaglia di Quarto (no, Garibaldi non c’azzecca), la Cirinnà è in mezzo al guado: può accadere di tutto. Renzi, contrario nel 2007 agli annacquati Dico bindiani e ora sulla sponda opposta, lo sa. E gioca al Blackjack: o la va o la spacca. Vedremo, di certo qualcosa cambierà: tenere le coppie omosessuali fuori dai radar del diritto civile non è più pensabile. Sullo sfondo, c’è un paese che processa un ruspante allenatore di calcio per un “finocchio” fuor di favella e che passa un lunedì sera a dibattere su un film dove un uomo lega una donna ad un letto (nella realtà italiana accadrebbe solo per vedere Inter-Juve in beata pace) e lei passa da verginella ad erotomane nel tempo di uno spot del Lines Seta Ali. E Fabriano? Più che agli uteri in affitto, da noi preoccupano quelli futuri in trasferta: con una chilometrica nota stampa degna di “Guerra e pace” di Tolstoj, ieri il PD regionale ha spronato Ceriscioli a dare il là ai funerali del punto nascita del Profili. Storia triste, che chiude un’era. “A chi tocca non se ‘ngrugna”, è il motto piddino. Pare però solo la prima (e non per grandezza) di una sequela di penalizzazioni per la città della carta, accusata dai “costieri” di aver pelato tutte le gatte della politica regionale per mezzo secolo. Consoliamoci: almeno da noi, a “50 sfumature di girgio” si continueranno a preferire 50 spuntature in frigo.

Valerio Mingarelli