21 RIGHE: SENTINELLE DEL MARGINE – di Laura Trappetti

Sembra che la parola del giorno sia periferia, anzi al plurale, periferie e la sentiamo rimbalzare nelle dichiarazioni, nelle notizie, la vediamo al centro di nuovi progetti. Dalle difficili banlieue parigine, tristemente salite alla ribalta come incubatrici della reazione violenta e identitaria dei giovani immigrati mussulmani, al G124 di Renzo Piano, senatore e grande architetto italiano, progetto che vuole incubare invece nuove idee di riqualificazione urbanistica (e dunque sociale) delle periferie delle grandi città, passando per le dichiarazioni di investimento del premier Renzi , fino a giungere all’apertura della Porta Santa a Bangui di Papa Francesco che localizza lì, nella periferia del mondo, l’Africa, l’inizio dell’Anno Santo della misericordia. L’idea che il margine sia più interessante del centro mi è capitato di esprimerla, nel mio piccolo, in una piéce teatrale da me scritta e interpretata in un festival in Veneto nel 2012. Il titolo è “Il peso dell’anima” e si rifà a quella teoria, di fatto mai dimostrata e forse del tutto fantasiosa, che l’anima abbia il peso di 21 grammi. Così in 21 righe tenterò di raccontare un’esperienza che si chiama Marche Interiori. Marche Interiori è una comunità provvisoria, un gruppo spontaneo, non un’associazione, neanche un comitato, solo un gruppo senza statuto e senza struttura, a parte un gruppo Facebook a cui chiunque può iscriversi. Sono abitanti di vari luoghi delle Marche ubicati nelle aree interne, luoghi marginali, lontani dai riflettori; luoghi in cui comunque si fanno cose, in cui la resilienza non è solo un termine di moda, ma una necessità, perché le periferie sono una sfida, ma sono anche complicate da vivere tutti i giorni. Ci siamo trovati grazie a un poeta irpino, Franco Arminio, che della sua Paesologia, ovvero uno sguardo attento sui paesi e sulla montagna, ha fatto una ragione di vita e l’elemento principale della sua ispirazione artistica e militante. E’ stato buffo ritrovare nei suoi versi sensazioni, aspirazioni, idee che ognuno per sé, tutti noi cullavamo da tempo, chi nell’associazionismo, chi in scelte di vita più sostenibili, chi interessandosi di paesaggio, chi di arte, chi di memoria o cultura o ambiente. I primi incontri sono stati in occasione delle incursioni di Arminio nelle Marche, poi ci siamo organizzati per conto nostro. Negli incontri non succede niente di tanto eclatante:  si parla, si scambiano esperienze, si ragiona, magari camminando insieme, visitando posti, condividendo cibi genuini. Il  7 novembre ci siamo incontrati ad Avacelli di Arcevia:  un centinaio di anime che hanno fondato la Libera Biblioteca, una stanza tappezzata di libri, donati, acquistati, scambiati, gestita da volontari, accanto al circolo Acli. Loro dicono che non è niente di speciale, eppure in un mondo dove ognuno sta per corto suo davanti a uno schermo con l’illusione di partecipare alla socialità, una piccola comunità che si ritrova fra letture gratuite in prestito, colpisce molto. L’idea che si possa vivere donando parte del proprio tempo senza nessun particolare tornaconto personale e senza nessuna velleità filantropica, ma solo perché si vuole stare bene con gli altri, ha un qualcosa di rivoluzionario a pensarci bene. Sono pezzetti di periferia, che non vivono del clamore degli eventi e dei grandi fatti del mondo. Forse un modesto anteposto di nuovo umanesimo? Chissà! Sentinelle del margine in cammino.

Laura Trappetti