IL SACCO DI ROMA – di Alessandro Moscè
La vicenda romana, con la caduta del governo Marino, successiva ai risvolti politici legati alla mafia nella capitale, induce alcune riflessioni. La corruzione all’interno dei partiti è risultata dilagante. I partiti hanno perso, e forse hanno perso per sempre. A destra e a sinistra la confusione e la corruzione hanno dimorato in Alleanza Nazionale, nel Pd e negli uffici dei dirigenti, dei funzionari amministrativi indicati dai partiti. Al via il maxi-dibattimento con una cinquantina di imputati. La mafia parla romano. Un terremoto politico-giudiziario destinato a riscrivere gli ultimi anni di vita istituzionale della capitale. Un’inchiesta che come una bomba si abbatte su un’ampia fetta della classe dirigente cittadina, con sequestri milionari. Intanto arriva il commissario prefettizio e si preparano le elezioni. I partiti sono terrorizzati dall’ascesa del Movimento 5 Stelle e dall’indignazione della gente comune. A Roma, tra la popolazione, l’intolleranza ha raggiunto livelli altissimi. E’ ora di farla finita, di ripulire i conti e di eliminare definitivamente il marcio. Il “mondo di mezzo” sintetizza un’area di confine tra i due universi diversi, quello legale e quello illegale, in grado di garantire le relazioni funzionali al conseguimento degli interessi dell’organizzazione. In questo sottomondo di malaffare, fatto di collegamenti tra ambienti politici, sono appunto i partiti ad aver gettato la spugna. Tra gli arrestati figura Luca Odevaine, già capo di gabinetto nel 2006 dell’allora sindaco Valter Veltroni, che nella sua qualità di appartenente al tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e i titolari di protezione internazionale, avrebbe orientato, in cambio di uno stipendio mensile di 5 mila euro garantito dal clan Carminati, le scelte del tavolo per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite da uomini dell’organizzazione. Il sacco di Roma è da riscrivere in un romanzo criminale. Le elezioni a Roma 2016 sembrano avere un esito scontato: un sindaco del Movimento Cinque Stelle. Sarebbe questo il risultato delle amministrative capitoline se si andasse a votare oggi. La formazione di Beppe Grillo vincerebbe piuttosto nettamente. E’ quanto emerge da un sondaggio commissionato da “Porta a Porta” di Raiuno alle società IPR e Tecné. I grillini otterrebbero tra il 33% (Tecné) e il 35% (IPR) dei consensi. Non sarà facile neppure per il premier Renzi recuperare il terreno perduto. Il degrado produce sempre un contraccolpo violento. Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle. Roma è Roma…
Alessandro Moscè