Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna, al via gli Stati Generali ad Urbino

Riflettori accesi sul territorio del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna. La convocazione degli Stati Generali per oggi, venerdì 23 settembre ad Urbino, consente di gettare le basi di una nuova programmazione dell’Ente e, quindi, di concretizzare nuove idee e progetti in presenza degli incaricati dei Ministero della Transizione Ecologica, della Cultura e del Turismo. Ministeri che devono emanare il futuro decreto attuativo dopo l’ampliamento nel 2019 dalle Marche alla Romagna e l’entrata nel Parco dei poli delle ex miniere di Formignano e di Solfinelli di Urbino. Un’occasione di riflessione a una settimana dall’alluvione che ha messo in ginocchio le Marche.

Un capitale di cui, secondo il sindaco di Sassoferrato al lavoro per tornare alla normalità dopo l’ndata che ha danneggiato pesantemente la città sentina, Maurizio Greci, le Comunità che fanno parte del Parco sono ben consapevoli. “Ognuno ha lavorato sulla storia e il sacrificio dei minatori con il recupero dei manufatti e delle memorie ma, con gli Stati Generali, mi auspico che andiamo oltre ed insieme affrontiamo la sfida di costruire il futuro. Questo significa esplorare tutte le potenzialità dei nostri territori ed essere pronti sempre insieme ad intercettarle per trasformarle in progettualità con il supporto dell’Ente Parco e in sinergia con gli enti sovracomunali, le Regioni Marche ed Emilia-Romagna. Questo per ricordare la cultura delle comunità di ieri ma più di tutto per creare un volano economico che dia la possibilità ai giovani di avere la libertà di scegliere se lavorare e vivere o andarsene dalle aree interne. Il Comune di Sassoferrato è da sempre in prima linea nel supportare il Parco e continuerà ad esserlo.”. Anche per il Sindaco di Arcevia, Dario Perticaroli, fare rete consente di progettare meglio il futuro. “Un futuro – incalza – ben presente. Il contesto storico, sociologico e ambientale del polo minerario sentinate è, ogni anno, tra i focus della prestigiosa scuola estiva nazionale di Storia d’Arcevia. Scuola curata dall’Associazione di insegnanti e ricercatori sulla didattica della storia “Clio’92”. Ma, dagli Stati Generali mi aspetto che sia data una particolare attenzione alla dimensione culturale del Parco e diventi un potente contenitore di eventi, come in effetti ha iniziato ad operare già dal 2021”.

La storia

Il Parco dello Zolfo di Marche e Romagna iniziò quando il Governo colse la richiesta del Senatore sassoferratese Primo Galdelli appoggiato dal deputato arceviese Marisa Abbondanzieri per inserire una norma a favore dell’istituzione di un Parco minerario dello zolfo in un collegato ambientale con in dotazione un miliardo delle vecchie lire per ognuno degli anni 2001, 2002, 2003. Oggi, ha nel suo ambito il sito archeo-storico della miniera di zolfo di Cabernardi-Percozzone che include la rete sentieristica dei minatori di Arcevia e la raffineria di Bellisio Solfare di Pergola, la miniera di San Lorenzo in Solfinelli di Urbino, il polo di Perticara- Marazzana ed il comprensorio Novafeltria, Talamello e Sant’Agata Feltria ed infine la miniera di Formignano di Cesena. Il che corrisponde geograficamente al naturale unico bacino estrattivo di zolfo a cui attingevano questi quattro poli minerari leader in Europa fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Perno dell’economia e della socialità delle comunità, adesso sono lo scrigno di una memoria collettiva, testimoni dell’archeologia industriale.
Questo Parco è un monumento geoambientale diffuso nel paesaggio sui cui si focalizzano nuove economie culturali, dell’accoglienza e dell’ospitalità. Questo perché è in grado di realizzare politiche di geoconservazione, promuovere il geoturismo, un mix di turismo outdoor ambientale e scientifico. Un settore in espansione. Secondo i dati Remi, acronimo di “Rete nazionale dei parchi e musei minerari italiani”, il turismo geominerario, senza pubblicità di settore, nel 2019, ogni polo dei 41 visitabili in Italia ha registrato in media circa 4mila visite per un totale complessivo di 200mila presenza all’anno. L’ente è istituito dal Ministero dell’Ambiente (oggi MiTE) con il Ministero dei beni culturali come un’emergenza-urgenza nazionale, dispone di un budget annuale relativamente ridotto di 150mila euro a cui si sommano tre annualità di 500mila euro di fondi extra per l’entrata di Cesena e di Urbino ma solo per gli anni 2020 / 2021 /2022. Uno degli obiettivi del Parco è proprio quello di ottenere l’adeguamento del finanziamento ordinario MiTE proporzionato alle funzioni e dimensioni. Sta lavorando per mettere a sistema il patrimonio, programmare investimenti, e su una strategia efficace di promozione, sensibilizzare le regioni anche al fine di mettere i siti geologici e geominerari al centro dei Programma Operativo Regionale (Por) sia delle Marche sia dell’Emilia-Romagna. Passaggio fondamentale se si vuole che l’Ente metta a sistema le sue competenze e fornisca delle risposte concrete alle sfide progettuali e di sviluppo.

Il Parco ha già messo in campo un progetto didattico-educativo rivolto a 70 scuole con lo scopo di creare una comunità da Cesena fino a Cabernardi e sensibilizzare i ragazzi. Progetto che, addirittura, vede la partecipazione delle scuole dell’Isola del Giglio. E, di recente, il 14 maggio ha lanciato a Urbino, alla presenza di amministrazioni e associazioni, un processo partecipato per un piano di promozione e comunicazione che sarà anch’esso al centro degli STATI GENERALI il 23 settembre che si terranno nella città del Duca di Montefeltro per mettere in atto il nuovo decreto ministeriale. Il consiglio di amministrazione è presieduto da Carlo Evangelisti, è nuova la carica di vicepresidente affidata a Patrizia Greci, i consiglieri sono Annalisa Conforti, Luca Rinaldi, Antonio Viggiani, Marco Falconi. Presidente Revisore Mauro Morra e revisori Mario Efrati e Massimo Tonucci. Il direttore è Francesco Buoncompagni e fa parte del comitato scientifico composto dal prof. geol. Rodolfo Coccioni, dai geologi Lorenzo Maria Zanarelli e Fabio Fabbri e Ilaria Biagioli.

Patrizia Greci

Nel suo incarico da vicepresidente, Patrizia Greci porta in dote all’ente un’efficacia multifunzionale puntualmente utile dal punto di vista gestionale, è ragioniere e consulente del lavoro, ma più di tutto sul piano sociologico e antropologico. Nata a Cantarino, il villaggio dei minatori dove, per scelta, tuttora è residente, ha recepito tutta l’importanza della memoria. Ragione per cui è tra i fondatori dell’Associazione Culturale “La Miniera” onlus. Associazione che dal 1996 ha per mission di raccogliere la storia del polo estrattivo ma anche le tradizioni di un comprensorio e le usanze di una comunità vittima della diaspora imposta dalla Montecatini alla chiusura. Associazione che per conto del Comune di Sassoferrato, ha gestito fino al 2020 il Parco Archeominerario di Cabernardi e il Museo della Miniera di Zolfo, il che dà a Patrizia Greci che ne è Presidente anche delle credenziali nel settore dell’accoglienza museale, del turismo e del tempo libero.