PREMIO GENTILE DA FABRIANO, TUTTI I PREMIATI
ANTONIO PAOLUCCI
SEZIONE “CARLO BO PER L’ARTE E LA CULTURA”
Antonio Paolucci (Rimini, 1939) è uno storico dell’arte italiano, attualmente direttore dei Musei Vaticani. È stato Ministro per i beni culturali e ambientali e Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino.
Laureato in Storia dell’arte nel 1964 con Roberto Longhi, inizia la sua carriera al Ministero della Pubblica Istruzione (cui fino al 1975 spettavano le competenze in seguito devolute al Ministero dei Beni Culturali) sin dal 1969, avvicinandosi al mondo delle soprintendenze. Rivestirà poi, dal 1980, il ruolo di Soprintendente, prima a Venezia, poi a Verona, Mantova e infine a Firenze, dove è stato Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, per poi passare alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici (diventata poi Soprintendenza speciale per il Polo Museale Fiorentino) ed essere nominato anche Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, sino al collocamento a riposo per raggiunti limiti d’età, avvenuto nel 2006. Per i meriti conseguiti nell’ambito della sua attività culturale, è stato inoltre eletto Accademico ordinario dalla prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel 2007 è stato incaricato dal Ministro Francesco Rutelli di far parte dei quattro membri esperti che affiancano Salvatore Settis nel coordinare i lavori del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici.
Dal gennaio 1995 al maggio 1996 ha ricoperto la carica di Ministro per i beni culturali e ambientali durante il governo di Lamberto Dini. Dopo il terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche, nel 1997, è stato nominato Commissario straordinario del Governo per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi.
Scrive e collabora con diverse testate (Paragone, Il bollettino d’arte, Il Giornale dell’Arte, Il Sole 24 Ore, La Repubblica, La Nazione e Avvenire); ha pubblicato numerose monografie sempre a carattere storico artistico ed ha curato alcune importanti mostre sul Rinascimento in Italia (ad esempio, quella di Forlì su Marco Palmezzano) e all’estero.
A novembre 2007 è stato nominato dal Papa nuovo direttore dei Musei Vaticani.
Nella primavera del 2008 viene chiamato a presiedere una speciale commissione tecnico-scientifica per il progetto di risistemazione della antica piazza Duca Federico a Urbino. La piazza sarà poi riportata all’antico splendore sulla base di documenti storici. Nel novembre 2008 suscita vivaci polemiche la scelta del Ministro per i beni culturali e ambientali Sandro Bondi di affidare a Mario Resca, ex amministratore delegato di McDonald’s e reduce dall’aver portato a termine la difficile amministrazione straordinaria della Cirio, dapprima la consulenza e poi la direzione del progetto di gestione e sviluppo dei musei italiani. In un primo momento, il nome che era stato fatto per lo stesso incarico era quello di Antonio Paolucci, qualora la scelta fosse stata improntata a criteri di competenza tecnica specifica, in virtù della sua consolidata e riconosciuta esperienza, anche a livello internazionale.[1]
Il 6 dicembre 2008, per ricambiare il suo impegno profuso nel progetto della piazza di Urbino, viene nominato cittadino onorario di detta città.
ELENA CATTANEO
SEZIONE “SCIENZA, RICERCA E INNOVAZIONE”
Elena Cattaneo (Milano, 22 ottobre 1962) è un’accademica italiana, senatrice a vita dal 2013, terza donna a ricevere tale carica dopo Camilla Ravera e Rita Levi Montalcini. Nata a Milano nel 1962, vive a Brugherio (provincia di Monza e della Brianza) dalla fine degli anni ottanta. Dopo la laurea, conseguita con lode in Farmacia, nel 1986, e il Dottorato in Biotecnologie Applicate all’Università degli Studi di Milano, si trasferisce per alcuni anni negli Stati Uniti, a Boston, dove comincia a lavorare sulle cellule staminali cerebrali nel laboratorio del prof. Ron McKay, al Massachusetts Institute of Technology. Tornata in Italia, continua le sue ricerche dedicandosi allo studio della malattia di Huntington, una malattia neurologica ereditaria. Diventa ricercatore dell’Università Statale di Milano, nel 2001 professore associato e nel 2003 professore ordinario presso lo stesso ateneo, ricoprendo diversi insegnamenti.
Nel 2001 riceve il premio Le Scienze per la Medicina e la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per i suoi studi sulla corea di Huntington e sulle cellule staminali. Nel 2005 riceve il premio Marisa Bellisario e Chiara D’Onofrio e più tardi riceve il riconoscimento “Grande Ippocrate Ricercatore medico dell’anno 2008” nell’ambito della comunicazione scientifica, istituito da Unamsi e Novartis Farma (Milano). Riceve nel 2012 la Civica Benemerenza di Milano “Ambrogino d’oro” e il premio “Luigi Tartufari” destinato alla Biologia molecolare e genetica.
Nel 2000 diviene membro del Senato dell’Università Statale di Milano. Dal 2002 al 2006 è membro della Delegazione Italiana per la Genomica e le Biotecnologia presso la Comunità Europea. Dal 2006 fa parte della European Dana Alliance for the Brain e, nel 2007, è Vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica. Nel 2008, nel 2009 e nel 2012 partecipa rispettivamente ai Comitati ISSCR Clinical Translation of Stem Cell Research, Unproven Stem Cell Therapies e Legislative Educational Initiative. Nel 2007 è stata membro del comitato nazionale per la selezione del presidente del CNR. Nell’estate del 2013 viene nominata membro dell’EMBO e dell’Accademia dei Lincei.
Già cavaliere ufficiale della Repubblica dal 2006, nominata da Carlo Azeglio Ciampi, il 30 agosto 2013 il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano le conferisce la carica di Senatore a vita, insieme a Claudio Abbado, Renzo Piano e Carlo Rubbia. Nominata all’età di 50 anni è la più giovane Senatrice a vita nella storia della Repubblica.
È attualmente direttrice del laboratorio di Stem Cell Biology and Pharmacology of Neurodegenerative Disease che partecipa, insieme ad altri 15 laboratori di ricerca, al progetto europeo NeuroStemcell, del quale è coordinatrice. È cofondatore e direttore di UniStem, il Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali dell’Università Statale di Milano e coordinatore di un nuovo consorzio europeo, Neurostemcellrepair, e di un network italiano per lo studio delle staminali nella malattia di Huntington finanziato, dal Ministero dell’Università e della Ricerca. La sua attività è prevalentemente orientata alla ricerca sulle malattie neurodegenerative e, specificamente, alla corea di Huntington, ma talvolta si rivolge alla divulgazione scientifica. Elena Cattaneo è intervenuta più volte nel dibattito pubblico sulla connessione tra etica e progresso scientifico, prendendo posizione in favore della libertà della ricerca scientifica. In particolare, si è espressa più volte a favore dell’uso nelle attività di ricerca delle cellule staminali embrionali, senza però mai sminuire l’importanza della continua ricerca sulle cellule staminali adulte. Ad agosto 2013 risultano a suo nome più di 100 pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate, come Science, Nature, Nature Genetics, Nature Neuroscience, Journal of Neuroscience, JBC.
Ha organizzato numerosi eventi scientifici locali ed internazionali. Dal 2003, è co-organizzatrice del congresso internazionale “Molecular Mechanisms of neurodegeneration”, che si tiene a Milano ogni due-tre anni. È stata co-organizzatrice della prima serie di congressi internazionali Advances in Stem Cell Research (2005 Milano, poi seguita da Losanna nel 2006 e da Stoccolma nel 2007, con la partecipazione di circa 500 scienziati provenienti da tutto il mondo). Organizza gli eventi di divulgazione scientifica di UniStem (vedasi www.unistem.it), che includono le Giornate di Studio, le UniStem Lectures e la giornata UniStemDay dedicata agli studenti delle scuole superiori. Dal 2013, UniStem Day è diventato un evento internazionale che coinvolge più di 40 atenei italiani e una decina di stranieri per un totale di oltre 15.000 studenti delle scuole superiori.
FABIO BIONDI
SEZIONE “OFFICINA MARCHIGIANA”
Laureato in Farmacia, Fabio Biondi inizia il suo percorso professionale nel 1977 come tecnico commerciale nella Sclavo, azienda specializzata nelle attività di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di kit e reagenti per la diagnostica in vitro. Nel 1994 ne diventa Direttore commerciale e nello stesso anno partecipa alla fondazione di Diatech, di cui diventa Amministratore Delegato. In contemporanea, per dieci anni, ricopre il ruolo di componente del Nucleo di valutazione di alcune strutture ospedaliere italiane. Fabio Biondi oggi è Presidente di Diatech, Diatech Pharmacogenetics e Amministratore Delegato di Diatech Lab Line.
Il Gruppo Diatech.
Nato nel 1996 a Jesi (AN), Diatech è un Gruppo leader in Italia nel settore della farmacogenetica e della farmacogenomica, ossia delle discipline che studiano la risposta individuale ai farmaci in base al profilo genetico di ogni singolo paziente e si interessano di come le conoscenze sul genoma umano possano essere utilizzate nella scoperta e nello sviluppo di nuovi farmaci. Il Gruppo ha chiuso il 2014 con un fatturato consolidato di 9 milioni di Euro, in crescita del 30% rispetto all’anno precedente, e prevede di chiudere il 2015 con un fatturato pari a 11 milioni di Euro. Diatech Pharmacogenetics, con una quota di mercato pari al 70%, è leader assoluto in Italia nel campo della farmacogenomica e tra i primi in Europa. Diatech impiega oltre 30 persone di cui un terzo è dedicato all’attività di ricerca e sviluppo, voce sulla quale reinveste ogni anno il 15% del fatturato. Il 66% dei dipendenti è costituito da donne; l’età media è di 30-35 anni.
Diatech, negli ultimi anni, ha dato un forte impulso al processo di internazionalizzazione e oggi il Gruppo è pronto per dare il via al più importante progetto di ricerca della sua storia e far compiere alla medicina personalizzata un grande passo in avanti.
Da “La scuola di Atene” di Raffaello a Onco Sapient.
Per Diatech Pharmacogenetics lo studio dei soli geni coinvolti nella neoplasia è un ottimo risultato ma non è sufficiente per una vera customizzazione della cura. Per fare ciò, bisogna considerare l’uomo nella sua complessità e quindi coinvolgere per la diagnosi, la prognosi e la terapia tutti quei geni che contribuiscono a caratterizzare la personalità del paziente e che paradossalmente non vengono analizzati nel momento dell’insorgenza della neoplasia.
Per Diatech Pharmacogenetics l’uomo è come l’affresco “La Scuola di Atene” di Raffaello: l’uomo è la sintesi e l’espressione di tutti i filosofi. Ogni filosofo rappresenta un pensiero, una visione della vita, una peculiare capacità di relazionarsi, una diversa spiegazione del dolore e quindi una personale e nuova maniera di interpretare la vita.
Per Diatech Pharmacogenetics è possibile correlare, con ottima precisione, le varie mutazioni del DNA che influenzano i comportamenti e le scelte di ogni persona e la visione che ognuno di noi ha della propria vita.
Questi sono i concetti alla base di Onco Sapient, il nuovo progetto di ricerca del Gruppo Diatech. Ad Onco Sapient parteciperanno entità internazionali, tra cui Phisiomics, azienda di Oxford specializzata nello sviluppo di simulatori di tumore, che ha messo a punto un algoritmo, definito tumore virtuale, che simula l’effetto dei farmaci oncologici sulla crescita della massa tumorale.
Da questi presupposti Diatech Pharmacogentics ha avviato la ricerca per sviluppare Onco Sapient, un algoritmo ancora più complesso che ingloberà al proprio interno il tumore virtuale e consentirà di individuare la terapia personalizzata migliore inserendo tutti i dati genetici del paziente e mettendo in contatto la storia del farmaco, simulata grazie al modello di Phisiomics, con quella del paziente. Il tutto quindi sarà la risultante di dati di farmacogenetica germinale, somatica, farmacocinetica, nutrigenetica, interazioni dei farmaci oggetto di terapie pregresse o in corso e tutti quei geni che caratterizzano la personalità dell’individuo.
SANDRO TROTTI
Sezione “Vite di italiani”dro Trotti è nato a Monte Urano (AP) nel 1934.
Sandro Trotti nasce a Monte Urano nel 1949, si trasferisce a Roma, frequenta Domenico Purificato, Pericle Fazzini, Sante Monachesi e Corrado Cagli, Montanarini. Insegna al corso di Pittura all’Accademia di Belle Arti a Roma. Dopo le prime esperienze fotografiche, da cui trae spunto per i suoi oli astratti su vetro e cellophane, continua la sua ricerca con gli oli monocromi, per poi indirizzarsi verso lo stile figurativo e lo studio del colore, che diventa la vera struttura compositiva del quadro.
Inizia il periodo dei grandi viaggi e delle esposizioni in tutto il mondo. Invitato in Cina nel 1999 come unico rappresentante degli artisti italiani, espone a Pechino, Canton e Shanghai. Il suo ruolo di ambasciatore dell’arte italiana in Cina viene confermato nel 2007 dalla grande mostra antologica di Shanghai e dalla nomina a professore di Storia dell’Arte presso l’Accademia Centrale di Pechino e presso l’Accademia di Belle Arti di Canton. Spirali gli ha dedicato il libro d’arte La materia del sublime (1992), la monografia La celebrazione della vita, e il volume Raffaello Sanzio, Sandro Trotti, a cura di Bachisio Bandinu.
La sua opera è apprezzata e letta da scrittori, artisti, scienziati. Alcuni suoi lavori si trovano nelle collezioni e in molti musei del mondo. Con lui, la Scuola di Roma si definisce, si precisa, si qualifica, si valorizza, si propone al terzo millennio, caratterizzandolo.
Trotti è protagonista assoluto negli ambienti accademici ed artistici cinesi, non c’è una sola Accademia in Cina che non si contenda le sue magistrali lezioni. Ha esposto per citarne alcune, nelle più importanti gallerie della Capitale e musei d’Italia e all’estero come Siria, India, Stati Uniti, in Europa, in Cina dove attualmente espone nei musei nazionali di Shangai, Pechino, Guang-Zhou, Wu-Han, considerato fra i maggiori testimoni della cultura artistica italiana.
“Sandro Trotti è un formidabile disegnatore che ama la bellezza del corpo femminile con cruda e meravigliosa naturalizza. Il suo impegno artistico decennale l’ho ha speso nella ricerca pittorica e su diverse tematiche e differenti tecniche. In questo appassionato lavoro si fondono la componente naturalistica e quella simbolica ed è partecipe delle forme e dei linguaggi del nostro tempo da apparire in certi momenti come lo ha definito Franco Solmi, un anticipatore. Tra astrattismo e figurativo, il suo segno grafico e di grande vitalità cromatica. La pittura intesa come condizione esistenziale, che proviene dalle ragioni centrali dell’uomo. L’opera di Trotti è segnata da una prolungata sperimentazione, riesce a far pensare, oltre che a far vedere.
FRANCESCO TOMBESI
SEZIONE “GIOVANI”
Laureatosi in Astrofisica all’Università di Bologna, Francesco Tombesi lavora alla NASA e nel marzo 2015 ha parlato di lui, dedicandogli la copertina, la prestigiosa rivista scientifica Nature. Per una scoperta astronomica. È l’urlo oscuro dell’universo. Ascoltatelo. È come un vento che spazza via tutte le stelle, spegne le luci, al centro del tutto, lì dove un giorno tutto avrà fine, magari con un sussurro, come una buonanotte. Lo chiamano Attila, perché dove arriva il suo respiro non cresce più nulla. È il deserto.
Tutto questo accade in una galassia lontana lontana. Ma non è Guerre Stellari. È la storia di un astrofisico italiano di 33 anni. Si chiama Francesco Tombesi. È nato a Recanati, dove l’infinito è dietro una siepe oltre l’ultimo orizzonte. È cresciuto a Sambucheto, frazione di Montecassiano. Il padre è postino, la madre impiegata. È lui il protagonista di questa storia.
Attila è un buco nero. È un corpo massiccio che nessuna particella può fuggire e una massa così densa da deformare lo spazio – tempo. Si trova a 2-3 miliardi di anni luce da noi, al centro della galassia Iras F11119+3257, che per brevità chiameremo Thule, altrimenti sembra l’Iban o il codice fiscale di un contrabbandiere. La grandezza di Francesco Tombesi è di aver risolto un giallo. E lo ha fatto un po’ con il metodo di Sherlock Holmes: alla fine la soluzione è quella che resta quando cadono tutte le altre. Chi sta uccidendo le stelle? «La prima ipotesi – racconta – è che questa galassia ha una produzione stellare molto elevata. Forse sono i venti generati dalle stelle stesse a creare il deserto. O l’esplosione di supernove. Non è così. Il responsabile non poteva essere che il buco nero super massiccio».
È così che lavora la scienza. Tentativi ed errori. Finire su Nature con il titolo Growing in the Wind è da pop star dell’astrofisica. Francesco ora vive a Washington, a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca. Non chiamatelo cervello in fuga. È andato alla NASA per cogliere un’opportunità. Un grazie – confessa sulle “Cronache maceratesi” – deve dirlo al tabaccaio di Sambucheto che gli metteva da parte una copia del settimanale Viaggio nel cosmo. Come si arriva a sfidare Attila? Il segreto è il buio. «Sono cresciuto in paese, con un cielo diverso, senza tante luci artificiali. Quando di notte torni a casa vedi sempre le stelle e la luna». Il buco nero era solo un po’ più in là. Bastava solo immaginarlo. E ci soccorre Giacomo Leopardi: “Oltre questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte, lo sguardo esclude”.