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JE SUIS CHARLIE, ‘UNA MATITA CONTRO LE ARMI CI SARA’ SEMPRE’ di Remo Croci

L’attentato di Parigi scuote il mondo e getta pesanti responsabilità sulla sicurezza interna dei Paesi dell’intero occidente da sempre nel mirino delle minacce dei terroristi islamici. Stavolta l’attentato non è stato ancora rivendicato da nessuna sigla terroristica ma non è detto che questo avvenga sempre. Fa parte della strategia del terrore. Aver colpito la redazione del giornale Charlie Hebdo è stato un grave atto contro la libertà non solo di stampa ma di pensiero. Atto gravissimo che mina gli equilibri di tutta l’Europa colpita così drammaticamente e violentemente dal fuoco terroristico. In queste ore l’intelligence francese e quella di molti altri Paesi si interroga come sia potuto accadere che due uomini armati siano riusciti ad entrare all’interno del magazine e compiere la strage. I due fratelli che sono ricercati gia’ in passato erano stati individuati come soggetti pericolosi e vicino all’Islam. Uno dei due fu anche arrestato. Ci si chiede se i due abbiano agito da soli o se abbiamo avuto il supporto logistico di fiancheggiatori. Questo elemento riguarderà l’inchiesta giudiziaria. L’aspetto che invece investe la comunità è quello di valutare la sicurezza degli Stati messi così duramente alla prova da azioni che appaiono isolate ma che in realtà non lo sono affatto. La mattanza di ieri (le immagini che hanno mostrato come uno dei terroristi abbia freddato un agente di polizia a terra ci fa capire che il commando fosse addestrato militarmente) apre ancora di più il dibattito sul conflitto politico, religioso e sociale in atto da sempre. Si aprono scenari ancor più drammatici se si pensa alle mire espansionistiche della componente islamica e la presenza degli Stati Arabi da sempre super controllori di ciò che avviene nel Medio Oriente. I conflitti degli ultimi anni ci hanno insegnato a non poter e dovere sottovalutare nulla nella sfera della politica internazionale. La crisi interna di questi Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, divisi e sciolti nel nome di un credo e fede religiosa ha minato la stabilità internazionale spesso costretta all’invio di forze militari sui territori. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questo vile attacco alle forze democratiche, civili di un Paese che rappresenta culla storica che accoglie l’immigrazione e dunque la possibilità di aggregazione delle più diverse forme di etnie. Aver colpito la redazione di un magazine che manifestava la propria libertà di espressione attraverso la satira delle sue vignette è stato come se avessero voluto cancellare la libertà di esprimere ad ognuno di noi le nostre idee. Una matita opposta ad un fucile per fortuna ci sarà sempre.

Remo Croci, giornalista Mediaset