GIACOMELLI E GUERRINI IN MOSTRA, SCENOGRAFIE SENTINATI

Quarantanove opere fotografiche di Mario Giacomelli e Igor Guerrini sono esposte a Sassoferrato, fino al 6 gennaio 2015 (tutti i giorni, dalle 16 alle 19.30), nella Chiesa di San Giuseppe. Il tema della mostra, promossa dall’Istituto internazionale di Studi Piceni con il patrocinio del Comune di Sassoferrato, é: “Scenografie sentinati. Lo spazio e il tempo ritrovato”. Ne sono curatori Galliano Crinella e Ivana Iachetti.  E’ un racconto visivo dei monumenti, delle strutture architettoniche, degli squarci, delle chiese e dei luoghi più significativi della città di Sassoferrato che ha una storia secolare, rimandando agli insediamenti romani dell’antica Sentinum. Il racconto fa leva, come indica il titolo della Mostra, sui due temi dello spazio e del tempo. Le fotografie di Igor Guerrini forniscono un’immagine inedita di Sassoferrato, perché lo sguardo che muove l’obiettivo, grazie alle tecnologie recenti,  è posto in alto, al di sopra di essa. Cosicché, rispetto all’orizzontalità della visione, mutano le prospettive e lo spazio si configura, anche attraverso riusciti equilibri compositivi, in forme del tutto nuove.  Gli scatti di Mario Giacomelli, degli anni novanta del secolo scorso, invertono la direzione tradizionale e ben nota della sua straordinaria ricerca artistica: non sono rivolti verso il basso, verso la terra e gli oggetti, ma piuttosto allargano la prospettiva verso l’alto, portandovi dentro quelle nuvole e quel cielo che mai appaiono nelle sue numerose e differenti serie fotografiche. Insieme con questo aspetto, le foto che Giacomelli ha dedicato a Sassoferrato trasudano di tempo e sono una denuncia per l’incuria e il disinteresse con cui l’uomo ha trattato il suo ambiente vitale e naturale. Così, attraverso le immagini, possiamo ritrovare la dialettica lunga del tempo (“il tempo ritrovato”), le forme e i segni indelebili di una lunghissima evoluzione storica in cui si fanno evidenti le tracce della feconda stagione medioevale. Nell’insieme, la mostra intende proporre un modo di “leggere” ciò che forse non è stato mai scritto. Le opere di Giacomelli e Guerrini, nonostante non vi siano figure umane, parlano direttamente a noi, ci raccontano delle opere di coloro che sono vissuti prima di noi, di noi che viviamo ora e anche, forse, di quelli verranno dopo di noi. Se siamo in grado “ascoltarle”, esse possono dirci dunque molte cose.